Cattolica di Stilo: lasciate 4 euro, o voi ch’entrate!

Dom, 21/07/2019 - 12:20

Alt!... Chi siete?... Cosa portate?... Sì, ma quanti siete?... Un fiorino!
Così la gag del doganiere in “Non ci resta che piangere”, film con Massimo Troisi e Roberto Benigni.
Parodia, del consumismo, del tutto si paga, del tutto ha un costo. Quella era ambientata nel medioevo, ma e simile alla realtà che oggi si vive accedendo a un monumento medioevale di Stilo e a tutti gli altri beni monumentali e archeologici d’Italia.
Per accedere alla Cattolica, mirabile esempio di arte bizantina, proprietà dello Stato, e quindi un bene di tutti i cittadini Italiani, bisogna sborsare ogni volta che si oltrepassa il cancello ben 4 euro.
Inoltre, a differenza dei turisti auto muniti, che possono accedere direttamente nel piazzale antistante il monumento, gli altri e sono i più che giungono a Stilo in autobus, sono costretti, vista l’ordinanza comunale, che vieta ai Bus di accedere a detto piazzale, di percorrere cica un chilometro in salita, sotto il sole o sotto la pioggia, oppure a richiesta, utilizzare un mini bus spoletta (9 posti?), che con appena due euro pro capite li condurrà dai parcheggi di piazza Nassiria sino alla Cattolica.
Giunto nel piazzale, il visitatore, viene “intercettato” dagli addetti alla biglietteria (una cooperativa privata), che stazionano dentro un alquanto brutta e assolutamente decontestualizzata “baracca-chiosco”, degna di uno stabilimento balneare, che funge da bancomat in sola entrata, a danno dei turisti che visitano la Cattolica.
Stesso trattamento è riservato anche ai cittadini stilesi che, ogni qualvolta portano amici e parenti a visitare il più interessante monumento di Stilo, devono anch’essi più e più volte pagare l’obolo.
Se si è giornalisti, insegnanti, alunni, studenti di determinate facoltà, carabinieri, minorenni, ecc.., non si deve nulla. Gli altri pagano.
Un cittadino italiano, in quanto costituente dello Stato a cui appartiene il bene culturale, non dovrebbe pagare per poter ammirare quanto in esso contenuto o anche il solo esterno, perché il bene culturale è suo, è eredità di altri italiani come lui. Un cittadino italiano paga già versando le tasse dovute allo Stato, parte delle quali vengono a essere investite dallo Stato per la tutela dei propri beni culturali. Quindi pagando all’ingresso di musei e altro, in definitiva si paga due volte.
Nel contempo se un cittadino si reca in un qualsiasi archivio di Stato o biblioteca Nazionale, non paga affatto per consultare e arricchirsi di quella cultura propria della Nazione. Anche lì ci sono costi per restauri, conservazione idonea dei libri e degli atti conservati, e vi è anche personale altamente qualificato che supporta lo studioso. Eppure, l’ingresso, la consultazione e la ricerca sono gratuiti. Certo, se si fanno fotocopie o fotografie è giusto che si contribuisca.
Ma, se proprio si deve pagare per visitare un monumento o un’area archeologica, si paghi non per la semplice entrata, ma per i servizi che lo Stato e/o la cooperativa che gestisce la biglietteria forniscono a richiesta (guida, dépliant, testi, audioguide, ecc..).
Si potrebbe pensare a un biglietto ridotto per tutti e che tutti devono pagare. A Troisi e a Benigni veniva chiesto un solo fiorino, bene anche da noi si potrebbe chiedere semplicemente un euro, che tutti saremmo ben contenti di pagare per accedere nei musei italiani e nell’area archeologica-monumentale della Cattolica.
Allora potremmo visitare la bellissima Cattolica, estasiarci con la sua storia e della sua struttura architettonica. Mentre all’esterno, purtroppo, nel cosiddetto parco archeologico della Cattolica, vedremo delle rampe in legno in via di deterioramento, con delle pendenze assurde, che “invitano”, chi si vuole avventurare a suo rischio e pericolo ad ammirare il “nulla”.
Certo il centro storico di Stilo lo si osserva, ma null’altro che giustifichi la passeggiata che si effettua all’interno di un vecchio convento di cui rimangono solo dei muri. Nessun pannello esplicativo che spieghi qualcosa né della Cattolica né del convento. Nulla!
Nella vallata della fiumara Stilaro, definita la vallata bizantina, vi sono altri due beni culturali di pari valore della Cattolica. Mi riferisco al Katholicon di San Giovanni Theristis a Bivongi e alla splendida Grotta di Montestella, a Pazzano.
Sia al S. Giovanni, sia alla sacra Grotta, si accede liberamente senza pagare nulla e si possono osservare affreschi e dipinti murari di elevato interesse storico-artistico, che nulla hanno da invidiare a quelli presenti nella Cattolica.
Dove sta il problema?
La Cattolica è dello Stato, quindi di tutti. Il San Giovanni è del comune, che lo ha dato in gestione alla chiesa ortodossa. La Grotta della Stella è della Curia vescovile che la gestisce direttamente. In questi luoghi, gestiti da “privati” non si paga. Nella Cattolica che è dello Stato si paga, e si paga molto. Solo per accedervi bisogna sborsare ben 4 euro, per una permanenza media di appena 15 minuti.
Se stai visitando la Cattolica ed esci per prendere il caffè e ci fai ritorno, forse ti sentirai dire “Dove vai, cosa fai, quanti siete? 4 euro”!
Soluzione? Forse sì!
Lo Stato, vista la carenza di personale proprio, che limita l’apertura del monumento, ceda la Cattolica, nelle forme previste dalla legge, ai monaci ortodossi che a Stilo hanno un monastero.
La Cattolica sarà sempre aperta, fruibile e controllata. Inoltre si arricchirebbe enormemente di un valore aggiunto dato dal cospetto dei monaci che, essendo sempre presenti e officiando, la farebbero ritornare a essere un luogo di culto, il che la storicizzerebbe e la riempirebbe di magiche atmosfere legate alle celebrazioni ortodosse.
La Cattolica, ritornata così alle “origini”, attirerebbe a Stilo e nella vallata un flusso turistico e religioso più cospicuo. Di sicuro ne guadagnerebbe la cultura e l’economia generale di Stilo.

Autore: 
Danilo Franco
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