Che amarezza

Lun, 02/04/2012 - 12:36
Che amarezza

C'è un dato negli ultimi mesi a cui tv e giornali non badano molto. C'è un dato contro cui ancora, i nostri politici e i tecnici dei miracoli, non hanno preso alcun provvedimento. Continuano ciechi, egoisti, prepotenti ed avari ad asfaltare qualsiasi cosa si trovino davanti che sia la dignità di un disoccupato, di un imprenditore, di un militare in nome dell'Europa che ci guarda e ci tiene una pistola, con un colpo in canna, puntata alla tempia. In nome dell'equità(lia).
C'è un dato, che riguarda le pistole e che meriterebbe molta più attenzione rispetto a questa diamine di BCE. Negli ultimi due anni in Italia , più di cinquecento persone, stando ai dati Istat, si sono tolte la vita per motivi economici legati alla disoccupazione, ai debiti o come in molti casi, alla frustrazione di dover licenziare i propri dipendenti e dover chiudere i cancelli della propria azienda.  Il triveneto, la zona più ricca della nostra penisola, segna il triste primato con oltre 60 imprenditori suicidatisi, ma il sud non è, purtroppo da meno. Leggere le storie di questi uomini, vittime di speculazioni che accadono in altri punti del mondo, lascia brividi e amarezza. Vuoti di altruismo, di debolezza e impotenza di fronte a un interlocutore che non c'è mai. Che prende tutto e non da nulla.
A Montalto un uomo si spara un colpo alla tempia perché non riesce a trovare lavoro, a Lucca una donna ingerisce liquido tossico per sgorgare gli scarichi dopo aver perso il posto, a Trento un piccolo imprenditore, oppresso dai debiti, cerca di suicidarsi gettandosi sotto un treno merci, nei   pressi della stazione ferroviaria. Ci sono oltre 500 storie, di cui nessuno parla. Oltre 500 morti che non sono vittime di mafia, che non sono vittime di guerra.  Oltre 500 uomini martiri di troppa tecnica e di poco amore

Autore: 
Ruggero Brizzi
Rubrica: