Cinque mesi di reclusione per la padrona “stalker” di Gioiosa

Lun, 14/03/2016 - 18:23

“Credimi, una persecuzione”. Lo ha ripetuto più volte F. C. incappata in una padrona di casa “stalker”. Nel 2011 ha deciso di affittare casa a Gioiosa. Stava al primo piano, al piano terra la padrona, C.P. Entrate indipendenti. Tutto bene, almeno per il primo anno. Ma la cucina ha bisogno di riparazioni: è necessario sostituire le ante penzolanti. La padrona prende tempo. F.C. fa presente che quelle riparazioni sono un suo diritto, il contratto parla chiaro. C’è anche da installare un contatore della luce separato, perché è inammissibile pagare 140 euro ogni due mesi dal momento che F.C. vive sola e rientra a casa solo per pranzo e cena. Ma la padrona le risponde che le spese dell’installazione (500 euro) sono a carico di F.C., nonostante il contatore, una volta andata via, di certo non se lo porta dietro. Stessa storia per il contatore della luce. Notando che a ogni richiesta la padrona risponde picche, F.C., insospettita, va a informarsi all’Agenzia delle Entrate e scopre che non esiste alcuna registrazione del contratto di affitto. La padrona se ne è “dimenticata”. F.C. provvede allora personalmente alla registrazione ma, non appena informata la padrona, ha inizio la persecuzione. “Un giorno, rientrando a casa, ho trovato dei sacchi della spazzatura con dentro i miei vestiti buttati per strada – ci racconta F.C. -  Lei è entrata dalla sua legnaia che dà accesso al mio appartamento, ha aperto il mio armadio e fatto razzia dei miei vestiti. Mi sono sentita violentata”. In quell’occasione F.C. chiama i carabinieri e scatta la denuncia. Ma la padrona non si lascia intimorire. Alla prima occasione blocca l’accesso all’appartamento con il chiavistello interno. Nuova telefonata ai carabinieri che, passando dalla legnaia, riescono ad aprire. Un’altra sera F.C. è costretta a chiamare carabinieri e pompieri: ancora una volta la porta non si apre. I pompieri stanno per sfondarla quando magicamente la porta si spalanca da sola. La padrona avrà forse temuto un taglio netto al portone di ferro e ha pensato bene di correre in suo soccorso e salvarlo! “E come se non bastasse – continua F.C. - mi abbassava il contatore della luce di cui solo lei aveva la chiave. Dovevo ingegnarmi con dei rametti per tirare su la leva”.
Oltre alle incursioni in casa, F.C. ha dovuto sopportare anche bigliettini sotto la porta con i messaggi più stupidi (“Sei pregata di tenere in ordine il giardino” quando magari fuori posto c’era solo una scopa) e addirittura minacce da parte del figlio della signora (“Scendo giù e le dò fuoco con una tanica di benzina”).
F.C., stremata, abbandona la casa nell’estate del 2013, qualche mese prima dello scadere del contratto. Ma non ha nessuna intenzione di far scivolare tutto: la padrona stalker non può passarla liscia. Lo scorso 19 febbraio F.C. ha avuto la sua rivincita. Il Tribunale di Locri ha condannato C.P. per il reato di violazione di domicilio e dovrà scontare 5 mesi di reclusione, che si aggiungono al pagamento delle spese processuali e a un risarcimento danni di 300 euro. 

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