Figliomeni: Siderno, una forzatura considerarla un’isola felice

Sab, 11/03/2006 - 00:00

di GIUSEPPE RACCO

Quello che è accaduto nella notte tra il 4 ed il 5 marzo al noto avvocato e consigliere comunale di Siderno, Cosimo Armando Figliomeni, destinatario di un vile gesto intimidatorio, è l’ennesimo episodio di violenza che decreta, inesorabilmente, la gravissima situazione in cui versa la nostra zona. A pochi giorni di distanza dal barbaro gesto nei confronti del dott. Iannopolo, stimato cardiologo presso l’Ospedale Civile di Siderno, ignoti hanno incendiato l’autovettura del professionista parcheggiata nei pressi della sua abitazione. E’ il caso di ricordare, anche, quanto accaduto tempo fa alla moglie del Sindaco di Siderno, Ing. Figliomeni, la cui autovettura è stata presa di mira da sconosciuti e al sindacalista Pezzimenti. La lista si allunga e i risultati delle indagini sono sconfortanti. Nessun esito positivo all’orizzonte, un territorio battuto continuamente dalle forze dell’ordine.
Famiglie che aspettano giustizia. Gianluca Congiusta, Franco Fortugno e tanti altri devono attendere per grazia ricevuta. Per questo motivo, sentiamo il dovere di ascoltare la voce di chi, con amarezza, ha vissuto il pericolo e non intende comunque rassegnarsi al degrado morale cui siamo sottoposti. L’Avv. Cosimo Figliomeni, si presenta alla +buon’ora nella nostra redazione, con gli occhi di un uomo che sente offesa non solo la propria persona, ma anche la sua storia, il suo passato di professionista e politico al servizio della città.
Avvocato, riesce a dare una spiegazione a questa triste vicenda?
Guardi, l’evento dannoso perpetrato alla mia persona, mi lascia alquanto esterrefatto, poiché, pur sforzandomi, in coscienza, a trovare un’inspiegabile ragione, avendo fatto scorrere in questi ultimi giorni il nastro della mia vita passata, non riuscendo nell’autocritica a scovare un qualsiasi neo, tale evento mi da il suffragio di pensare che ogni cittadino può essere in balia dei corti circuiti cerebrali di qualcuno.
Potrebbe essere stato preso di mira per motivi professionali o politici…
Non posso optare per nessuna delle due soluzioni. Mi sono sempre comportato con coerenza. I miei interventi
sono stati sempre suffragati da una certa pacatezza e razionalità, convinto come sono che prima di parlare, bisogna ragionare con se stessi e dare alle parole il senso dell’equilibrio. Sotto l’aspetto professionale mi sono sempre comportato con lo stesso metro usato in politica, tant’è che nel mio studio, è prassi consolidata informare di un’eventuale vertenza giudiziaria addirittura la controparte.
Forse ci sono delle ragioni più recondite che spingono ad atti così vandalici?
Vede, la situazione è precipitata. Oggi l’individualismo ha preso il sopravvento sulla società, che dovrebbe essere sottoposta prima che alle leggi ed ai codici scritti, ai codici morali, al senso del rispetto, a quel giusnaturalismo di matrice groziana che è l’anticamera necessaria del diritto scritto. Insomma, quale legge può essere rispettata senza un rigore etico della persona!
E questo rigore etico riesce almeno a trovarlo in politica?
Purtroppo, tale individualismo, si registra anche in politica, specie dopo la caduta della prima Repubblica. Con tutti i difetti e le correzioni di cui abbisognava, era ancorata a delle forme istituzionali, previste dalla stessa Carta Costituzionale, quale i partiti politici. Allora, il vertice e la base, viaggiavano all’unisono. La crisi della politica in
Italia, secondo me, ha questa chiave di lettura.
Forse al Sud, visto il fenomeno mafioso, le cose vanno peggio. Che ne dice?
Se devo essere sincero, non noto una grande differenza tra Nord e Sud d’Italia. Qualche volta anche lì abbiamo assistito a fenomeni particolarmente efferati. Più che altro registro la crisi dell’uomo nella sua essenzialità. La politica che avrebbe dovuto tutelare la società, che sia di destra o di sinistra, di fronte a tali fenomeni, si avvita su se stessa, restando in balia di chi è più determinato al raggiungimento di interessi personali o di casta.
I cosiddetti comitati di sicurezza voluti dal Prefetto, a questo punto, servono a qualcosa?
Certo che possono servire. Io stesso faccio parte di un Comitato di Sicurezza. Con il viceprefetto De Stefano, abbiamo affrontato tanti problemi e ci siamo trovati d’accordo su molti punti. Per esempio, esercitare una forte azione nel mondo scolastico, per educare i giovani alla legalità, per prepararli ad affrontare in modo sereno le problematiche che la società prospetta loro.
Secondo lei, come ha reagito la Città di Siderno a quello che è capitato a lei e ad altri cittadini?
Vede, che Siderno sia considerata da tutti una sorta di isola felice, forse costituisce una forzatura. In questo paese si sono verificati efferati omicidi di per se inspiegabili, ma che avrebbero comunque dovuto avere una spiegazione, o meglio, una soluzione. Mi aspettavo, nonostante taluni attestati di solidarietà, che la gente fosse più partecipativa contro questi fenomeni, ma mi devo rammentare che questa società non è magnoellenica” come la si definisce, ma molto più “spagnolesca” e
“bizantina”.
Siamo vicino alle elezioni comunali. Cosa sente di dire
a chi avrà il compito di governare la nostra città?
Mi auguro solo che Siderno abbia un’amministrazione degna di rappresentare le istanze dei cittadini e pronta ad affrontare e risolvere i tanti problemi che da parecchi lustri rimangono sul tappeto o nell’angolo dei quesiti insoluti. Non tanto per me, quanto per i giovani che si apprestano ad interagire nella società.

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di GIUSEPPE RACCO
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