I Giovani devono essere coinvolti

Sab, 20/10/2007 - 00:00

La Commissione europea vuole approfondire il coinvolgimento dei giovani nella società dal momento che la popolazione europea invecchia rapidamente e la fascia dei lavoratori giovani si restringe, l’UE intende contare sempre più sulla sua generazione più giovane. Secondo uno studio presentato dalla Commissione, i giovani non sempre sono pronti ad assumere questa responsabilità. In Europa; 1 giovane su 6 abbandona la scuola troppo presto e 4,6 milioni di persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono disoccupati. Il documento evidenzia la necessità di investire per tempo e di più nell’istruzione(ndr, si veda lo scorso numero di InformaEuropa) e nella salute della gioventù e di migliorare la transizione dall’istruzione al lavoro. coinvolgendo maggiormente i giovani nella vita civile nonché nella società nel suo insieme. Nel momento in cui milioni di giovani in Europa tornano sui banchi di scuola all’inizio del nuovo anno scolastico, dobbiamo intensificare gli sforzi affinché i giovani possano sviluppare le loro capacità e partecipare più attivamente alla società. I giovani devono sentire che hanno tutto l’interesse a impegnarsi nella società, sostiene Ján Figel’, Commissario europeo per l’istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù. Gli fa eco Vladimír _pidla, Commissario per l’occupazione, gli affari sociali e le pari opportunità: “Dobbiamo affrontare una situazione paradossale per cui l’UE ha, da un lato, carenza di manodopera e, dall’altro, troppi disoccupati giovani - il doppio, rispetto ai disoccupati complessivi dell’UE, e aggiunge: Dobbiamo poter dar vita a una società capace di integrare, nella quale nessuno, né bambino né giovane, sia lasciato indietro. Le sfide che i giovani dovranno fronteggiare durante la loro crescita sono, oggi, più complesse di quelli affrontate dalla generazione dei loro genitori. La transizione dalla scuola al mondo del lavoro è complicata. Metà dei posti di lavoro odierni richiede qualifiche ad alto livello; altri presuppongono competenze molto più varie che in passato ed una importante percentuale di giovani europei non è idonea né capace di accedere al mercato del lavoro per mancanza di capacità professionale o per abbandono precoce degli studi scolastici. In molti Stati membri, 1 giovane su 3 è ancora senza lavoro un anno dopo aver lasciato la scuola. Le prospettive d’istruzione e di lavoro vanno decisamente migliorate. Allo tempo stesso, le attività di volontariato sono importanti per stimolare i giovani a sostenere un ruolo attivo nella società, così come i servizi civili nazionali o quello comunitario dell’EVS che per periodi medio-brevi formerà culturalmente nonché professionalmente giovani volontari che scelgano di affrontare tale esperienza in uno Stato membro diverso da quello di residenza. La Commissione, nel futuro cercherà di aumentare le strategie per un miglioramento della situazione giovanile ed in questa attività si inserirà l’iniziativa pilota della “Il tuo primo lavoro all’estero” a favore della mobilità dei lavoratori nell’UE, ideato per coinvolgere gli stessi giovani nei processi di decisione e di valutazione delle politiche per la gioventù, potenziando cooperazioni già in atto tra i giovani, le loro organizzazioni e le istituzioni dell’UE. Allo stesso tempo lo studio sottolinea come le istituzioni europee dovranno in futuro impegnarsi a redigere con cadenza triennale una relazione sulla gioventù, alla cui pubblicazione partecipino i giovani stessi. Essa descriverà e analizzerà la situazione dei giovani in Europa, che sviluppi una maggior comprensione delle questioni loro attinenti e intensifichi la cooperazione trasversale. Nel 2008, un’iniziativa per una carta europea sulla qualità dei tirocini, che promuova i tirocini e combatta gli abusi. Una nuova Strategia per la salute che sostenga le iniziative pensate per i giovani, attualmente in preparazione. Una consultazione e una valutazione d’impatto sulle attività di volontariato, per preparare un’ulteriore iniziativa tesa a eliminare ostacoli e a riconoscere effettivamente le abilità acquisite con il volontariato. Un’analisi delle pratiche nazionali riguardo all’accesso dei giovani alla cultura, tesa a facilitare tale accesso che potrebbe essere supportata da importanti iniziative locali ad operare degli enti pubblici o privati ai quali si darà ampio riferimento nelle prossime edizioni. Davide Lurasco

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Redazione
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