Il buco nell’acqua e il niet dell’ARPACAL

Dom, 17/03/2019 - 17:40

Non fosse che occorre affrontare questioni serie, enuncerei un bel po’ di proverbi per parlare delle ultime novità sulle analisi effettuate dall’Arpacal, nella zona di Pantanizzi, per trovare la sorgente inquinante.
Le notizie che l’Arpacal, testardamente, vuole evitare di far conoscere ai cittadini di Siderno, i cui terreni sono inquinati con sostanze tossiche e cancerogene, sono un segreto di Pulcinella.
Allora le “diffondiamo” lo stesso, anche se noi, abbiamo più volte richiesto al Comune di avere una copia dei risultati delle analisi del piano di caratterizzazione.
Dopo una prima disponibilità del Comune, il 24 gennaio, giorno nel quale sono pervenuti, ci è stato spiegato che Arpacal non li autorizza a consegnarceli, il motivo non ci è chiaro.
Abbiamo presentato in questi giorni una richiesta protocollata, in cui affermiamo che Arpacal non ha nessun diritto di censurare questi dati, in quanto il committente dei lavori è il Comune di Siderno e Arpacal ha solo collaborato.
Aspettiamo con pazienza, anche perché da quel poco che ci è stato detto, a voce, non ci sono novità delle quali non siamo a conoscenza da gennaio 2017!
Volevamo fare un confronto con i tanti dati che abbiamo acquisito in questi anni, dalla Regione sui controlli effettuati dalla stessa Arpacal, dall’azienda Sika su suoi piezometri e anche dalle analisi del Comune di Siderno effettuate su nostra richiesta.
Prima notizia: le analisi che abbiamo fatto, in questi giorni, con la collaborazione dell’Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita”, in due pozzi privati, confermano l’inquinamento con sostanze cancerogene, con valori di alcune volte superiori a quelli a norma!
Non è ammissibile continuare a lasciare all’oscuro i residenti della zona, consigliamo di non usare le acque dei loro pozzi per bere o innaffiare alberi da frutta!
Il Comune, anche con il nostro contributo, aveva ipotizzato di fare un piano di caratterizzazione, che partisse dalla zona a più alta concentrazione di sostanze inquinanti, quella intorno ai piezometri della Sika, e progressivamente allargarsi in tutte le direzioni, nel caso non si fosse trovata la sorgente.
Era un ragionamento semplice, senza preclusioni, da parte nostra sull’origine, che per noi può essere qualsiasi azienda presente nella zona, ce ne sono due attualmente attive, una di laterizi e una chimica, che ha i piezometri avvelenati, collocati nello stesso terreno.
La nostra soluzione avrebbe potuto subito escludere le due aziende e quindi, successivamente, proseguire in altre indagini.
Arpacal e i tecnici regionali presenti a Catanzaro hanno sempre ostacolato la nostra proposta e hanno voluto che si perforassero 24 piezometri su tutta l’area industriale di Pantanizzi.
Uno addirittura nella zona di Vennerello e vicino al Torrente Lordo, come era ipotizzato nei documenti del geologo della azienda chimica, a disposizione del Comune.
Un lavoro iniziato per varie vicissitudini ad agosto, dopo 5 mesi ha dato come risultato 24 buchi nell’acqua o, se preferite, nel terreno.
Una spesa di 150 mila € e nessun risultato definitivo, si riparte da una proposta simile a quella da noi prevista, una zona ristretta ad alta concentrazione di cancerogeni, ma alla ricerca di un pozzo sotterraneo, che nasconderebbe queste sostanze cancerogene e le rilascia nel sottosuolo.
Ogni tanto si sveglia dal torpore e inquina!
Indovinate dove è situato!
Unica novità, la presenza in quasi tutti i piezometri, da quello che abbiamo capito, di manganese, ferro e solfati.
È stato affidato alla stessa ditta delle perforazioni un’ulteriore ricerca, per controllare se questi metalli pesanti si trovino naturalmente nel terreno.
E non riveliamo niente di più di quello che già si sapeva: i solfati sono presenti già nei piezometri dell’azienda chimica, il ferro in alcuni pozzi privati e addirittura nel pozzo del Comune, molto lontano, vicino al torrente Mangiafico, e il manganese in un pozzo della SIKA, nel 2017, con valore altissimo e anche in alcuni pozzi privati.
E allora vogliamo capire la provenienza di queste sostanze, di tutte.
I metalli pesanti, ferro e manganese e i solfati possono eventualmente derivare dai laterizi, ma non producono Cloroformio, Tetracloroetile e Tricloroetilene e gli altri cancerogeni.
Dalle perforazioni si è scoperto che uno strato di materiale di risulta di laterizi, di spessore superiore a un metro, si trova nell’area del campionamento.
Può questo strato essere responsabile di presenza di ferro e manganese? Influiranno le piogge?
Aspettiamo le analisi che sono state richieste per ulteriori verifiche; vorremmo conoscerle.
Dai documenti della fabbrica chimica, disponibili al Municipio, risulta che nel processo produttivo viene utilizzato, tra gli altri prodotti, Acido Solforico e un biocida (Acticide MV), con presenza di cloro, ed espelle dai camini: Idrogeno solforato, Biossido di zolfo e i COV (composti organici volatili), tutti a valori inferiori alla norma.
L’Idrogeno Solforato (H2S) può essere cancerogeno a più bassi valori di quelli consentiti.
Tra i COV, altamente cancerogeni ci sono cloroformio, tricloroetilene (trielina), tetracloroetilene.
Con questo non vogliamo affermare niente, ma vogliamo dare spunti per un nuovo studio che non escluda nessuna ipotesi, a largo spettro.
Per anni, la zona Pantanizzi è stato un laboratorio di sperimentazione dei veleni delle fabbriche. Non sarebbe ora che si pensasse di non esporre, ancora, i cittadini residenti a rischi di inquinamento cancerogeno?
Ci sarebbe da ringraziare la “lungimiranza” di quei sindaci che nel 1980 hanno accettato la presenza di una fabbrica, pensando che avrebbe portato lavoro e invece ha lasciato bidoni e fusti da smaltire.
Rimane incomprensibile, perché la maggioranza consiliare, nel 2004, abbia ancora accettato che quella zona fosse destinataria di un altro esperimento, malgrado le proteste dei Verdi e   dell’opposizione.
Il Sindaco Alessandro Figliomeni dichiarava: "L'Amministrazione comunale è stata informata dai responsabili dell'industria che nel terreno di proprietà della Calcementi sorgerà uno stabilimento Axim, altra società della casa madre Italcementi, per la produzione di additivi per cemento e calcestruzzo. Si tratta di un tipo di lavorazione di sola miscelazione, con acqua e a freddo, di sostanze di vario tipo senza alcuna reazione che comporti la formazione di prodotti chimici diversi da quelli impiegati. Le stesse sostanze utilizzate per questa produzione non sono classificate né cancerogene, né tossiche, esplosive o infiammabili, e non rappresentano rischi per la salute. Il processo di miscelazione a freddo non provocherà alcuna reazione, neppure la formazione di residui da dover eliminare e smaltire, e non formerà gas di alcun tipo”. Riviera del 3 ottobre 2004, pag.15
Concludo con una buona notizia, la Commissaria, dottoressa Mulè, ci ha informato, in questi giorni che, dopo aver letto tutte le carte, sta per inviare un documento alla Regione sul problema dei pozzi inquinati.

Autore: 
Francesco Martino
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