L’affiliazione raccontata “dall’interno”

Sab, 12/12/2015 - 10:01

«Io sono stato affiliato alla ‘ndrangheta… ed era un giovedì. Ricordo il giorno della settimana poiché di «Io sono stato affiliato alla ‘ndrangheta… ed era un giovedì. Ricordo il giorno della settimana poiché di ritorno da - omissis - ho accompagnato i familiari di C.F. al carcere di Fossano, in quanto dovevano avere un colloquio». È il racconto contenuto in un verbale reso davanti agli investigatori da un collaborante, che ha raccontato della sua affiliazione alla ’ndrangheta, avvenuta oltre vent’ anni fa in un paesino nei pressi dell’Aspromonte.
«Io e M. eravamo andati in Calabria insieme per acquistare droga. Ricordo che in - omissis- , verso le 20:00, incontrai tale P., mio compagno di scuola, non ricordo se fossi in compagnia di altre persone. Mi invitò a recarmi presso l’abitazione di C.P., non specificandomi il motivo e limitandosi a dire che dovevo incontrare degli amici che mi dovevano parlare. Io così feci e fuori dell’abitazione di C.P. incontrai il figlio, che mi indicò dove dovevo recarmi. Mi disse che appena entrato in casa dovevo entrare nella prima stanza a destra. Entrando nella stanza ho salutato le persone presenti, sedute a semicerchio, e mi sono avvicinato a chi si trovava nei pressi dell’angolo. Dopo il saluto mi chiese se ero disposto a dare degli schiaffi a don L. Io mi dimostrai disponibile e chiesi se dovevo dargli solo degli schiaffi e loro mi risposero affermativamente. Feci per uscire dalla stanza, ma P. mi fermò e mi fece rientrare ove vi erano gli “amici”. Rientrato nella stanza, C.P. disse che, considerata la mia dimostrata disponibilità, mi avrebbero fatto entrare nell’onorata società. Si posero in cerchio, io fui invitato a mettere un piede nel cerchio così formato e a restare con l’altro fuori. C.P. pronunciò una canzone il cui testo nelle parti da me ricordate ho indicato analiticamente… La canzone è ripetuta tre volte, i cosiddetti tre giri, nel primo C.P. disse ai presenti il motivo della riunione, nel secondo venne indicato il mio nome e cognome. Nel terzo si ripete il mio nome e si indicano le responsabilità cui ci si sottopone entrando a far parte dell’onorata società. Dopo la recita della canzone tutti i presenti mi dissero che avrei dovuto ricordare la “copiata” che mi aveva battezzato, che non avrei dovuto dire a nessuno, neanche agli affiliati che ero entrato a fare parte dell’onorata società; qualcuno dei presenti o partecipanti al rito avrebbe dovuto presentarmi agli affiliati; che non avrei dovuto frequentare persone estranee all’onorata società; che in situazioni di contrasto avrei dovuto dare ragione sempre e in tutti i casi ai fratelli affiliati piuttosto che ai ‘contrasti’; in caso contrario la mia condotta avrebbe rappresentato una mancanza sanzionabile; che sarei dovuto essere a disposizione per tutte le necessità dell’Onorata Società, ossia omicidi, estorsioni, rapine, minacce, aggressioni; che avrei dovuto rispettare tutti gli affiliati, specie i più anziani, che non avrei dovuto frequentare infami e Carabinieri; che avrei dovuto comunicare i miei spostamenti se superiori ai tre giorni al Picciotto di giornata, al quale avrei dovuto comunicare il luogo di destinazione; tale comunicazione avrei dovuta farla sia a - omissis - sia in Calabria; che avrei dovuto far conoscere la mia appartenenza all’onorata società chiedendo all’interlocutore se conosceva “Zio Peppino Montalbano”, se la risposta fosse stata la seguente “La conosco, la servo, la indosso fino all’ultimo sangue”; che avrei dovuto dare e ricevere ospitalità per un tempo superiore ai tre giorni ad ogni affiliato che ne avesse fatto richiesta».

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