L’Osservatorio Ambientale scrive al sindaco Giovanni Calabrese

Mar, 26/06/2018 - 11:00

Unus pro omnibus, omnes pro uno è una locuzione latina che significa "uno per tutti, tutti per uno".
Adottato in via ufficiosa (non ufficiale) quale motto dalla Svizzera, è tuttavia spesso più noto quale motto dei tre moschettieri di Alexandre Dumas, pur se nella forma invertita "tutti per uno, uno per tutti". Questo motto è un chiasmo. Il chiasmo o chiasma è la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB, BA.
Locri per tutti! (Quasi) Tutti per Locri!
Non vi è nulla di inespugnabile per chi sa osare! Questo aforisma di Plutarco è stato impresso nella quarta di copertina del programma elettorale della compagine guidata dal rieletto Giovanni Calabrese.
Noi ci sentiamo una comunità e in questo spirito vogliamo rivolgere alla nuova amministrazione comunale, pur nelle diverse visioni e con diverse opinioni, un sincero augurio di buon lavoro. Nessuno può negare la vittoria schiacciante di questa maggioranza ma proprio in virtù di tali consensi la responsabilità dell’amministrare è più pressante. Abbiamo sempre tanta considerazione per chi amministra, di qualsiasi schieramento sia, perché conosciamo l’enormità dei problemi e anche le difficoltà per risolverli. Crediamo però che un’amministrazione si distingua soprattutto per quanto “saprà osare” nella sua opera. Abbiamo volutamente riportato la locuzione nel suo ordine latino: Locri per tutti! L’auspicio che dall’azione amministrativa dei prossimi anni cresca la consapevolezza di una Locri a misura di tutti i cittadini che ritrovino lo spirito della comunità nel segno di una visione non riduttiva ma orgogliosamente estensiva. Teniamo a portata di mano il programma della vostra compagine e lo rileggeremo a ogni vostra azione amministrativa per vedere come agirete e se è in linea con le aspettative. Nei prossimi anni non ci saranno alibi da esibire, si vedranno i frutti di ciò che siete stati capaci di progettare. Sviluppo autosostenibile è un’assunzione di responsabilità di grande spessore ma senza la partecipazione della cittadinanza potrebbe rivelarsi una vera utopia o solo uno spot. Coinvolgere i cittadini vuol dire mettere a loro disposizione tutti gli strumenti di verifica. Si pagano malvolentieri i tributi ma si accetterebbero più di buon grado se ci fosse all’albo il ruolo da consultare, altrimenti resta sempre il dubbio che non ci sia equità nella tassazione e soprattutto che essa non sia spalmata su tutti gli abitanti. Avete promesso che a settembre partirà la raccolta differenziata porta a porta, ci crediamo fino a prova contraria. Ma i tempi per la preparazione sono già scaduti. L’informazione alla cittadinanza deve avvenire molto prima che il servizio inizi, se si vuole farla partire col piede giusto. Un team di esperti che riunisca la popolazione per quartieri e che spieghi nel dettaglio come si deve agire e che siano in condizioni di rispondere ai quesiti e ai dubbi degli utenti. L’esperienza c’insegna che se questo non sarà fatto, si partirà con una disaffezione al servizio. Siamo tra i maggiori consumatori di acqua e per fortuna ne abbiamo tanta ma la rete idrica è talmente vecchia che ne disperde una gran quantità ma non è l’unica causa, si metterà mano agli abusi? Almeno qualche fontana pubblica sarebbe sicuramente gradita. Certo la “Saliera” di piazza De Gasperi potrebbe essere resa funzionante e pulita. Vi sono interi quartieri del centro storico che sono in un degrado vergognoso, anche edifici di una certa importanza. Il censimento e uno stimolo verso la proprietà soprattutto se vi sono situazioni di reale pericolo. Ci sembra di non aver visto nessun accenno alla depurazione forse perché si crede che questo è un problema risolto col megadepuratore consortile di Siderno. È un assurdo collettare i popolosi nuclei interni come Moschetta i cui reflui vengono portati a 200 metri dalla battigia per poi essere spinti con pompe a energia elettrica fino al depuratore che si trova a circa tre chilometri, nell’interno. Criticità a parte è un sistema assurdo di far viaggiare i reflui con enormi consumi di elettricità. Bastano piccoli impianti di fitodepurazione che costano poco e funzionano. La prima manutenzione di un impianto di tal genere si effettua dopo dieci anni. Non avere distinto le acque meteoriche dai reflui comporta una criticità difficilmente superabile, quando piove nessun depuratore riesce a gestire la mole di acque che arrivano e allora si scarica direttamente nelle fiumare. Non ci sarà mai una depurazione ottimale se non s’interviene in tal senso, rischiamo di avvelenare il nostro ambiente. Non ritengo di dover intervenire sugli altri temi del programma per non andare fuori traccia, l’ambiente è il campo su cui mi sento più stimolato e in sintonia perché lotto, con l’Osservatorio Ambientale, continuamente per risvegliare le coscienze sulla salvaguardia dell’ambiente , ultima carta per lo sviluppo sostenibile che ci è rimasta. Lottiamo soprattutto per scoraggiare l’acquisto di acqua che viene da migliaia di chilometri e limitare quindi il consumo di plastica che tanti danni sta provocando all’intero pianeta. Il coinvolgimento delle associazioni è una priorità se si vuole la vicinanza dei cittadini.
La lode fa parte dell'amicizia tanto quanto una sgridata. Questo è un altro aforisma, sempre di Plutarco.
Sinceramente Buon lavoro

Arturo Rocca- Presidente Osservatorio Ambientale “Diritto per la Vita”

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