La Calabria Greco- Bizantina: la Cattolica di Stilo

Lun, 28/07/2014 - 19:03

Tra i mille antichi valori e percorsi storici susseguitosi nella Calabria Jonica, spicca senza dubbio il suo antico legame con l’epoca Greco-Bizantina. Il simbolo lasciato di questa epoca sul territorio è sicuramente rappresentato  dalla Cattolica di Stilo (R.C) un piccolo e grazioso tempio risalente al X secolo. Ancora oggi in essa vengono celebrati sporadicamente alcuni riti in occasione di particolari ricorrenze, come ad esempio per la Pasqua ortodossa officiata dai monaci greci.  Questo simbolico edifici ricco di storia e arte, grazie ai suoi affreschi interni,  fu la prima e più importante parrocchia della Universitas di Stilo e tale rimase sino al 1600 circa.
Il piccolo edificio, rivestito esternamente con piccoli mattoncini di cotto color rosso che spiccano tra il verde della natura incontaminata che lo circonda, si trova  alle pendici del Monte Consolino. La sua pianta a forma essenzialmente regolare, più o meno quadrata, ha ogni lato di circa 7m di lunghezza. Particolarissime le 5 cupole di forma cilindrica rivestite da mattonelle disposte a rombo e spezzate al centro da mattoni simili, posti a “dente di sega”, che permettono di rompere l’equilibrio e la regolarità della massa cubica sottostante. Il tetto e le cupole sono ricoperte da tegole di colore giallo rossastro, ma anticamente erano ricoperte da lamine di piombo.
La cupola centrale spicca su tutto il complesso, ha diametro più lungo ed è situata più in alto di quelle perimetrali, ed ha quattro piccole finestrelle con due aperture (bifore) divise da grezze colonnine. Il portone di ingresso è sormontata da una architrave in legno e sopra l’architrave si trova un arco a tutto sesto incorniciato da dentellature di mattoni in cotto. Entrando nella chiesa a destra si trovano le absidi. All’interno il pavimento è a quadretti di creta rossa, e da li vi si s’innalzano quattro colonne di materiale e forme diverse, che sorreggono le volte del soffitto; dividendo geometricamente così l’interno in nove quadrati uguali. Regna l’equilibrio, grazia e geometria in questo piccolo complesso religioso, dove probabilmente la disciplina e la contemplazione ne erano fondamenti.
L’origine Greco- Bizantina è documentata anche da una scritta sulla prima colonna a destra, in cui si trova anche scavata una croce, la frase riportata e tradotta dice: “ Dio il Signore apparve a noi “. Le altre tre colonne hanno ognuna una particolare forma differente: la prima a sinistra (con tracce incise di iscrizione arabe), si regge su un capitello corinzio rovesciato, mentre quella più avanti poggia su un capitello dorico.
Probabilmente le origini delle quattro colonne interne al complesso provengono da antichi e diversi monumenti esistenti un tempo nel territorio della Kaulonite e portate nella piccola cattolica,  e a ciò è legato anche una antica e curiosa leggenda, ossia le colonne furono portate da “quattro giovani donne del luogo, che durante l’erta ascesa del monte filavano tranquille, cantando, senza avvertire, quasi, il loro gravissimo peso”.
Delle tre absidi (prothesys, bema e diakonikon), la centrale incorpora il piccolo altare. Sulla parete laterale una nicchia con una apertura , probabilmente una tomba o l’ ingresso alla dimora dei monaci eremiti. Notevole valore ed espressione hanno gli affreschi interni della Cattolica.
Dopo l’ultimo restauro del 1981 è risultato tra l’altro che sui muri del tempietto sono stati sovrapposti ben cinque strati di affreschi, caratteristici delle diverse epoche.

Una delle pareti mostra un’immagine della Vergine in trono e avvolta in un ampio mantello azzurro ornato da gigli. Più a sinistra di questo, risulta leggiadra la figura dell’Angelo dell’Annunciazione, affresco parzialmente ricostruito nella parte del viso e delle ali. Completamente riportata alla luce l’icona raffigurante una “Dormitio Virginis” del XIV o XV secolo. Sulle absidi si conservano i migliori affreschi con le rappresentazioni dei santi S. Nicola, S. Basilio, dalla lunga barba, ed infine l’immagine più imponente, quella di S. Giovanni Crisostomo. La suggestiva effige di S. Giovanni il Precursore adorna l’absidetta di Mezzogiorno. Nell’abside di settentrione è raffigurata l’immagine di una Santa, dal viso bianco, con la fronte cinta da un diadema regale.
Infine, nell’ abside centrale, dalla voltina a botte appare la figura del Cristo, in mezzo a ornamenti rotondi con l’effigie degli Apostoli e ancora fra quattro serafini ad ali spiegate, che benedice mentre ascende in cielo.
 

 

Autore: 
Domenico Spanò
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