La diffusione di dubbi e paure ha prodotto la “globalizzazione dell’indifferenza”

Dom, 09/06/2019 - 17:40

“Dei giovani meridionali ci siamo rotti i coglioni! Al sud non fanno un cazzo dalla mattina alla sera. Il vero problema del sud sono i terroni che lo abitano”. Così si esprimevano i “predatori” leghisti, al congresso dei giovani padani non più di qualche anno fa, spalleggiati dal loro “capitano di cartone”. La Lega in Italia alle elezioni europee del 2019 è risultato il primo partito, ma ciò che fa più riflettere è che ha avuto il primato anche e soprattutto nelle nostre piccole realtà del Meridione, nei nostri paesini, destinatari di quegli insulti. Come può un meridionale votare la Lega? Si dice che le ragioni siano da ricercate nel vuoto della politica, nel fatto che la gente sia stanca, nell’insicurezza, nella paura. NO! Fare politica non è diffondere odio nei confronti di chi non si allinea; al contrario, è la capacità di far prevalere la bontà delle idee. Non si può spegnere il cervello e dare credito a gente che ti ha sempre maltrattato, umiliato e beffeggiato. Forse stiamo andando incontro a uno scadimento della dignità umana. Forse è il tracollo etico e sociale. Quello che è successo a Riace, capitale dell’accoglienza, è emblematico. Gli elettori che hanno votato la Lega, dimostrano di non avere compreso, oppure hanno preferito dimenticarlo, che in Italia, un sindaco di nome Mimmo Lucano, oltre ad avere reso Riace un modello di società per tutto il mondo, aveva contribuito a rendere autonomi e liberi una parte consistente dei suoi concittadini per mezzo del lavoro nell’accoglienza, favorendo anche un indotto, con laboratori artigianali. Tutto questo, insieme all’abbattimento dell’equazione, inventata ad arte, che vuole migrazione sinonimo di paura e insicurezza, era diventato un problema per il sistema che, con una tattica politico-istituzionale e un racconto ingannevole che distorce l’intera realtà, ha rimesso le cose al loro posto, uniformandole al pensiero unico. L’impressione è che ci stiamo disumanizzando. La preoccupazione è che i dubbi e le paure che, strumentalmente ci hanno instillato, stanno influenzando il modo di pensare e agire, rendendoci intransigenti e anche razzisti, privandoci della bellezza del rapporto con tutto ciò che ci circonda, specialmente se è “diverso”, portandoci a sviluppare la tendenza all’egoismo e a produrre quella che Papa Francesco chiama “globalizzazione dell’indifferenza”. Nel Vangelo c’è scritto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto”. Come può un “cristiano” se è autenticamente seguace di Cristo, voltarsi dall’altra parte, chiudere gli occhi, lasciare urlare la propria coscienza e votare Lega? A questo punto, la questione riguarda tutti, il paese intero, è in gioco il futuro di tutti noi, soprattutto meridionali, lo capiremo quando passerà la legge sulle autonomie regionali. Questi sono segni inquietanti. Restiamo umani. Solo se ci desteremo in tempo e questi segnali saremo capaci di leggerli, potremo riappropriarci della nostra vita e imboccare il giusto percorso che ci porterà fuori dal baratro per poi realizzare quel mondo nuovo che vogliamo per i nostri figli.

Autore: 
Pasquale Aiello
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