La terza porta di Gioiosa Jonica rivelata in un libro fresco di stampa

Dom, 08/04/2018 - 17:40

“Fonti per la storia di Gioiosa Jonica e del suo castello – XVI- XVIII secolo” è il titolo di un libro ancor fresco d’inchiostro dato alle stampe da Carmine Laganà e Giovanni Pittari per Promocultura edizioni.
Il volume evidenzia alcune fonti inedite sulla storia del castello e dell’abitato di Motta Giojosa, attuale Gioiosa Jonica, uno dei centri che fanno parte della ‘Vallata del Torbido’. Il libro che sarà presentato a Palazzo Amaduri di Gioiosa Jonica in data 27 aprile, fa parte di una collana inedita composta da cinque volumi che saranno in successione pubblicati in tempi ragionevoli per dare (finalmente) delle risposte certe e inconfutabili sulla vera e travagliata storia di questo straordinario paese che, grazie alla pubblicazione di documenti “certificati”, scioglieranno dubbi e incertezze (e in molti casi) inesattezze, offrendo molte risposte ai tanti interrogativi e alle flebili supposizioni che fino ad oggi hanno fondato, tra storia e leggenda, le sorti epiche e commerciali di uno dei centri più importanti della provincia di Reggio Calabria.
Con l’operazione proposta gli autori si prefiggono, inoltre, di presentare documenti di prima mano, sconosciuti, dalle molteplici utilizzazioni e sfaccettature, legati a nomi, persone, località, produzioni agricole, ecc. Tutto ciò vuole essere soltanto un ulteriore contributo basato su documenti per approfondire la nostra storia, sempre bisognevole d’interrogazioni per non scadere in uno scientismo di maniera. Problematizzare, congetturare, indagare, proferire ipotesi e fare verifiche sono passaggi ineludibili di una formazione alla ragione per scegliere, valutare, prevedere, progettare e compiere scelte, operazioni sempre più complesse che assumono maggiore rilievo nel momento in cui la ricerca è centrata su argomentazioni che riguardano il nostro tempo.
Viene pubblicata, per la prima volta, la Platea dei beni di Simone Caracciolo del 23 aprile 1545 e tralasciato, di proposito, l’apprezzo del 1568 riguardante il Feudo Raguzzo sempre in territorio di Motta Gioiosa, come pure la platea del 9 settembre 1541 collocati all’interno della stessa busta n. 43, con l’intento di fornire con disinteresse questa fonte inedita agli studiosi come base di inizio per ulteriori ricerche e valutazioni.
 Come pure vengono pubblicati molti documenti dell’Archivio Caracciolo d’Arena, finora sconosciuti agli studiosi di casa nostra, nonostante l’Amministrazione comunale di Arena (VV) e la Soprintendenza Archivistica della Calabria avessero dato alle stampe il volumetto: “Lo Stato di Arena” - anno 1653.
Tra le tante carte esaminate vengono presentati, L’Apprezzo della terra di Gioiosa, dove si vedono le rendite tanto burgensatiche, che feudali, divisamente descritte, con l’annotazione dei confini di detta terra.
Per la prima volta, con questo documento del 1679 viene data completezza del sistema difensivo e, quindi, di accesso alla Terra fortificata attraverso l’esistenza di una terza porta, la Porta Maggiore «guarnita de baluardi, et tronere con pezzo di cannoni, di ferro circondata da colline et valle et se ascende in essa a piedi et a cavallo con lettiche, benche ad alcune poche strade con una poco di fatica».
In copertina viene presentata la più antica immagine che si conosca finora dell’abitato e del castello di Gioiosa. Trattasi di un accattivante acquerello di fine Cinquecento tratto dal cosiddetto Codice Romano Carratelli, ribattezzato come il Codice delle Meraviglie, conosciuto ormai dappertutto, perfino in Cina, grazie alla caparbietà del proprietario del manoscritto, l’avvocato Domenico Romano Carratelli di Tropea.
Questo lavoro, messo insieme esclusivamente su documenti inediti, non ha la pretesa di essere esaustivo, né tantomeno proporre la verità assoluta, vuole soltanto costituire un ulteriore contributo per la storia municipale di Gioiosa Jonica.

Autore: 
Nicodemo Vitetta
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