Panetta: “Dobbiamo iniziare a parlare il linguaggio della gente”

Dom, 03/07/2016 - 14:37

Una lettera indirizzata al circolo di Siderno di questo Partito sintetizzava stato d’animo ed analisi puntuale su quanto si stava verificando. Credo sia utile riproporre integralmente uno stralcio per comprendere bene e a fondo quanto si è verificato in Italia a partire dalla fine del secolo scorso sino ad oggi. Sembra inequivocabile il percorso e la scelta di campo di chi, sino alla metà degli anni ottanta rappresentava, nel bene e nel male, la Sinistra italiana, la parte debole del nostro popolo, vasta fetta del mondo del lavoro e vasta porzione di quanti aspiravano ad un mondo migliore. Questa riflessione coincideva, anche allora, con il verificarsi di un risultato elettorale (elezioni del 2013) che avevano sancito la non vittoria del PD. “…Un gruppo che ha dato la sensazione di non seguire più, non dico un sogno per una società socialmente giusta e solidale, ma nemmeno un progetto di cambiamento. Si sono perse le elezioni perché il PD non ha saputo (voluto?) parlare al cuore degli italiani, con un programma che perseguisse seriamente una politica che abbattesse le infinite disuguaglianze che caratterizzano il nostro Paese. La vicenda dei 101 eletti ha evidenziato il carattere obliquo di questo Partito e niente ha fatto la Dirigenza per comprendere cosa celasse quel voto. Tutto è finito nel silenzio e tutto sembra giustificato con la scelta di quella che poi sarà l’assurda alleanza di governo. L’accordo col PDL ha frantumato la mia fiducia verso il Partito. Come posso accettare un’alleanza con chi rappresenta una visione della società che è totalmente antitetica alla mia, ossia a quella per la quale ho continuato per tanti anni a militare in un uno schieramento di Sinistra? Come possono stare assieme chi si batte per una società solidale e progressista e chi invece è liberista in una visione a tutto tondo? Come posso cancellare anni di lotta al berlusconismo, considerato il male (ed io lo considero ancora!) dell’Italia che soffre; dell’Italia che lavora e non riesce ad arrivare a fine mese; dell’Italia disperata che non lavora o che perde il lavoro; dei giovani privati del loro futuro e delle donne costrette ad un sovrappiù di lotta per avere riconosciuti diritti di civiltà? Non posso! Considero la mia sofferta decisione, per quel poco peso che possa avere, un piccolo segnale indirizzato a quanti, in buona fede, ancora credono che l’alleanza di governo col PdL sia ineluttabile. Ma, soprattutto, la considero come doveroso messaggio indicante la necessità di rafforzare gli ideali di una Sinistra, oggi più che mai allo sbando.” Cos’è cambiato da allora? Tutto si è irrimediabilmente aggravato; la deriva neoliberista raggiunta ha completato una metamorfosi fatta di nuove sembianze e nuovi obiettivi. Il salto si è compiuto ed il popolo italiano è frastornato, perché più debole e più indifeso. Rassegnato perché privo di speranze e senza futuro. Una miope scelta politica ha lavorato per metamorfizzare una storia ed un patrimonio culturale sociale e politico come se fosse merce interscambiabile e funzionale ad un amorfo partito della nazione. Se un dirigente incompetente e non adeguato può essere rottamato una strategia politica velleitaria e pericolosa può essere rottamata dal rifiuto di quanti si sono opposti ad essere confinati in un ruolo passivo e antistorico. Un popolo che si pretende di scalzarlo fuori dalla Storia, dalla sua Storia, è un popolo che reagisce guardando altrove.  Se una intera classe dirigente è totalmente consegnata, anche culturalmente, al dominus liberista non per questo un intero popolo si è lasciato spingere fuori dai confini democratici accettando passivamente l’impalcatura che le lobby finanziarie hanno ordinato di fare. La comunità italiana ha dato più di un segnale di rigetto e di rifiuto. Prima con l’elevata astensione elettorale, poi negando il voto agli alfieri della destrutturazione dell’impalcato, incompleto e privo di innesti importanti, dello stato sociale economico ed istituzionale del nostro Paese ad iniziare dalla Carta Costituzionale. Se viene smantellata la sanità pubblica per dare spazio a quella privata; se viene smantellata la scuola pubblica per dare spazio ad una rinata formazione classista; se vengono smantellati diritti ed il lavoro diviene più che mai subalterno e precario; se gli anziani sono relegati ad una vita di stenti e le disuguaglianze dentro la società italiana hanno raggiunto livelli di insopportabilità e di rischi altissimi per la stessa tenuta democratica; se la disoccupazione giovanile e degli adulti non  è oggetto d’intervento né del governo centrale e né di quello regionale; se il mezzogiorno d’Italia invece di vedersi definitivamente risolta la secolare questione divenendo centrale nelle politiche di rilancio dell’intero Paese, sta invece assistendo alla cancellazione persino della “ questione meridionale” come questione italiana; se tutto questo continua senza che l’agenda politica di quello che fu il più grande partito di riferimento sia interessata, che cosa ci dobbiamo aspettare?   Quello che si sta verificando! La protesta, perché qualcosa cambi! Personalmente non vedo il cataclisma nel positivo risultato dei 5 stelle. Leggo, invece, la rabbia della maggioranza degli italiani e il desiderio di svoltare veramente in direzione del progresso e del cambiamento. Leggo la voglia di farla finita con una classe politica corrotta e inetta, impegnata a tutelare interessi particolari a scapito di quelli generali del Paese. Se questo è il quadro di riferimento per l’Italia di oggi, nel contesto storico che segna anche il declino del progetto europeo, vittima anch’esso della stessa mutazione genetica che ha soppiantato l’Europa dei popoli con una informe tecnocrazia liberista più che mai impegnata a debellare ogni residuo stato sociale ed ogni barlume di resistenza alla definitiva conquista di ogni angolo del vecchio continente che non abbia i colori del neocapitalismo, c’è spazio per una rinascente Sinistra?  
Lo spazio c’è ed è più grande ed impegnativo di quanto si possa immaginare. Oggi, più che mai, occorre mettere in piedi un Partito che sappia essere la casa di quanti vogliono spendersi per costruire un mondo fatto di solidarietà e giustizia sociale, dove la politica, come strumento di governo delle contraddizioni, torni ad orientare il tutto in direzione della collettiva e della persona Umana.
Oggi, più che mai, non serve abbaiare alla luna, ne serve una presenza di testimonianza. Serve essere nitidamente visibili e impegnati a portare avanti un progetto di cambiamento che parla il linguaggio della gente, che delinea i contorni di un mondo possibile con una impalcatura fatta di risposte ai problemi dell’oggi a partire dalla giustizia sociale a quella della qualità della vita della persona e dell’ambiente in cui vive.  Una impalcatura che diviene autenticamente democratica perché è la politica che deve ritornare ad essere luogo della verità e dell’attenzione esclusivo degli interessi dell’Uomo e della natura in cui egli Vive. L’uomo e la politica non possono essere alternativi ma inscindibili così come oggi lo è il liberismo con la “ politica” che porta avanti la classe dirigente del nostro Paese.
 Serietà e coerenza dovranno essere i parametri guida nella scelta di una classe dirigente che inevitabilmente deve partire dal linguaggio che parla la società, ossia dai problemi e dalle aspirazioni degli uomini e delle donne che s’intrecciano con la vocazione al cambiamento. Per questo credo sia giusto rivolgere ai giovani e meno giovani di essere attivi in questo difficile ma necessario processo di costruzione di un Paese alla portata dei suoi cittadini, liberato dal soffocante intreccio lobbistico che oggi opprime ogni angolo della vita democratica.

Autore: 
Mimmo Panetta
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