Placanica: bilancio dopato dall’amministrazione Condemi-Pugliese

Mar, 12/06/2018 - 10:20

Ci risiamo. Torna la “finanza creativa” nel municipio guidato dal tandem Condemi-Pugliese. La tanto decantata casa trasparente dai conti in ordine strombazzati in campagna elettorale è oggi un casa di carta. E rischia di crollare sotto il peso di quegli stessi conti. Che non tornano.
Perché nel Bilancio consuntivo approvato nell’ultimo Consiglio di certo ci sono solo i debiti del Comune: oltre 1.000.000 di euro. Ci sono anche le entrate, certo. Ma molte di quelle iscritte nel Rendiconto sono inesistenti: circa 550.000 derivanti da tasse non solo mai riscosse, ma neanche accertate, o da somme addirittura prescritte. Sono entrate che secondo i principi contabili – ma anche secondo il buon senso - non dovrebbero considerarsi tali, ma che tuttavia trovano spazio nel Consuntivo. Ne viene fuori un bilancio dopato allo scopo di nascondere il crack economico e finanziario verso il quale rischia di andare a sbattere l’amministrazione.
E che le cose non vadano bene per il duo Condemi-Pugliese lo prova il fatto che il Comune non sta pagando i fornitori di acqua, luce, telefono, i costi per lo smaltimento dei rifiuti, i fitti e altri servizi.
Il Gruppo Consiliare “Riattiviamo Placanica”, ha denunciato in modo dettagliato nel corso del Consiglio del 23 maggio scorso, le numerose falle presenti nei Rendiconto. A cominciare dalle entrate inesistenti o irrealizzabili, registrate alla voce “residui attivi”. Eccone alcuni esempi: 154.795 euro di Imu e addizionale Irpef anni d’imposta 2015 e 2016; 23.743 euro di Tasi anni 2015-2016; 11.273 euro di Tosap anni 2014-2015. Tutte somme che non sono state mai accertate, non certificate da alcun documento sulla base del quale il Comune possa vantare il diritto al credito. A queste si aggiungono una serie di importi già prescritti o per i quali non è stata approvata una lista di carico, che comunque sono stati conteggiati nel consuntivo. Come la Tarsu (anni dal 2009 al 2012, 58.983 euro) o i proventi dell’acquedotto o del fitto sull’ex scuola di Titi (anni vari, per un totale di 414.683 euro). A questi vanno inoltre sommati i 100.000 euro di proventi taglio boschi 2015, che però si riferiscono a gare andate deserte.
Entrate che mai saranno realizzate, dunque. I debiti, invece, quelli sì, sono reali e certificati. Citiamo i più consistenti: 432.734 euro di consumo energia elettrica anni dal 2012 al 2017; 203.892 destinati alla Sorical (consumi idrici dal 2011 al 2017); 85.224 per smaltimento rifiuti dal 2015 al 2017; 50.004 euro di spesa per la provvista di acqua anni 2009-2010.  E l’elenco continua, fino a superare la soglia di 1.000.000 di euro di debiti.
A questi vanno aggiunti quelli fuori bilancio, di cui l’amministrazione nega l’esistenza, ma che emergono chiaramente dal confronto tra i debiti e gli impegni di spesa. Come dimostra il caso del Comune di Stignano, che vanta verso Placanica crediti per oltre 100.000 euro per il servizio di polizia municipale, a fronte di un impegno di spesa della nostra amministrazione di soli 45.000 euro.
Ora appare chiaro che i residui attivi di difficile esazione, molti dei quali prescritti, sono stati mantenuti tra le voci d’entrata al fine di garantire l’equilibrio di bilancio, ma falsano il risultato di gestione di un’amministrazione che non è in grado di pagare neanche le spese correnti.
Ci sembra strano che queste incongruenze non siano state censurate dal Revisore dei conti, il quale si è limitato ad esprimere parere favorevole su un controllo “a campione” dei residui attivi e passivi mantenuti nel rendiconto dell’esercizio 2017. Queste incongruenze, ne siamo sicuri, non sfuggiranno alla Corte dei Conti.
Con l’approvazione del rendiconto 2017, dal canto loro, i consiglieri di maggioranza si sono assunti gravi responsabilità di natura patrimoniale.
Sul piano politico, adesso possiamo considerare definitivamente smascherato il bluff del duo Condemi-Pugliese, i quali hanno dichiarato, e continuano a sostenere, di aver sanato i conti comunali e pagato i debiti delle precedenti amministrazioni. Intanto, dai documenti contabili emerge chiaramente che quei debiti erano in maggioranza (60%) debiti riconducibili alla stessa gestione Condemi.  Quanto ai conti, sono stati tutt’altro che sanati, e il castello di carta costruito ad arte dal sindaco e dalla sua squadra di tecnici e consiglieri potrebbe presto venire giù. Con danni imprevedibili per i cittadini.

Gerardo Clemeno
Ilario Mongiardi
Bruno Aiello
(Gruppo consiliare “Riattiviamo Placanica)

Rubrica: 

Notizie correlate