Raffa sull'ipotesi della chiusura del Tar reggino convoca un Consiglio provinciale aperto

Sab, 12/07/2014 - 09:59
Il presidente della Provincia afferma «Siamo di fronte ad un atteggiamento del governo Renzi che rievoca un periodo triste per la nostra nazione»

Un intervento a trecentosessanta gradi quello fatto dal presidente Giuseppe Raffa nel corso dell’odierna riunione del Consiglio provinciale, aperto alle realtà socio – sindacali e associazionistiche,  che ha preso in esame i contenuti del decreto legislativo relativo alla soppressione delle sezioni distaccate dei Tribunali Amministrativi Regionali. Una decisione che, se non corretta in sede parlamentare, comporterà anche la chiusura del TAR di Reggio Calabria. E la discussione del Consesso provinciale ha riguardato  anche la chiusura della Scuola della Pubblica Amministrazione. 

Le direttrici dell’intervento di Giuseppe Raffa sono state di natura politica, giuridica, sociale ed economica.  “Ancora una volta – ha detto Raffa -  come Consiglio provinciale  dobbiamo affrontare  un tema che   individua  un atteggiamento del Governo nazionale  che  sembra  abbia perso di vista  una delle regole fondamentali della democrazia: l’ascolto  del territorio  nell’assunzione di provvedimenti   che lo riguardano.  Questo, purtroppo, appare un atteggiamento che rievoca  un periodo davvero triste per la nostra Nazione . Ed è un atteggiamento che, assolutamente, non è previsto nella Costituzione repubblicana. Vorrei, a tal proposito – cosa che ho fatto in altre occasioni-, ricordare  lo spirito dell’articolo 3 della nostra Magna Carta. Siamo di fronte ad un provvedimento che presenterebbe delle evidenti forme di incostituzionalità.  E se non abbiamo neanche le garanzie costituzionali, allora  questo  autoritarismo sfrenato del Governo  ci fa presagire un futuro molto triste”.  

Il Presidente della Provincia, riferendosi alla protesta che coinvolge  vari segmenti  della comunità reggina,  ha  richiamato la “necessità di sugellare  un patto per la Città”. Ed ha chiarito: “Quando l’ho proposto,  esulava dal classico inciucio che, forse, qualcuno ha ipotizzato. Quella mia proposta voleva e vuole essere  l’occasione di  un confronto, anche rispetto alla diversità delle posizioni personali e di schieramento politico,  su temi specifici del territorio. Su certi argomenti non può  esserci divisione. Sulla difesa  del  Tar e sulla Scuola della Pubblica Amministrazione – ha proseguito Giuseppe Raffa – ci siamo impegnati senza distinzione di colore politico. Questo deve essere riconosciuto a dimostrazione del fatto che io  e Seby Romeo ( massimo responsabile del PD reggino) nello stesso giorno, nella stessa ora e nello stesso luogo, a Roma  abbiamo affrontato lo stesso problema”.

  Raffa ha poi auspicato un risveglio delle coscienze: “Quelle  che nel 1970  hanno portato alla Rivolta. Il mio pensiero s’incontra con il concetto di rivoluzione Gandhiana: quella democratica, perché siamo stanchi di dover continuare a subire dei soprusi. Fino a quando  rappresentiamo  le istituzioni  (oggi la Provincia, domani un altro ente) sentiamo forte  il dovere  di difendere  l’interesse dei cittadini.  E su questo abbiamo trovato la sintesi”. 

Il Presidente della Provincia di Reggio Calabria ha poi informato l’Assemblea  dell’andamento della recente conferenza stampa  romana  su questo tema  che ha registrato  la presenza di autorevoli personalità, e tra queste  il prof. Giuseppe Severini, un presidente del Consiglio di Stato, e il dott. Giampiero Lopresti, presidente dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi, i cui “ suggerimenti ci  spingono ad andare avanti, a non fermarci”.   

Giuseppe Raffa  non esclude che il disegno di legge  rappresenti un segnale del Premier e del ministro Madia  pur di  ottenere un consenso superiore al 41%, ma questo – per il Presidente della Provincia -  è una strategia  che “ci può stare nella loro testa e non già nei comportamenti”.  Nel corso del suo intervento, Raffa ha dato atto all’on.  Demetrio Battaglia e alle deputate  Gelmini, Carfagna e Centemero  (appartenenti a schieramenti diversi) che hanno presentato emendamenti per salvare il Tar reggino,  comunque  tutti convergenti.

Giuseppe Raffa si è poi sfogato rispetto alla latitanza  di una  parte della deputazione parlamentare reggina, sostenendo che nel suo percorso romano per difendere il TAR ha potuto contare solo sull’onorevole Nino Foti: “ Non ho visto deputati reggini, nessuno ci ha accompagnati. Tuttavia,  non voglio fare polemiche”. Nella vicenda si registra anche un’apertura del ministro Madia per salvare la sezione reggina  del Tar.  Nel caso in cui la rivendicazione della città a ricevere lo stesso trattamento ipotizzato per Catania, Lecce e Salerno non concretizzarsi, “ siamo di fronte ad un vulmus di democrazia  e di giustizia”. Per Raffa, poi ci sono dei “costi sociali ed economici sia per i dipendenti, costretti a spostarsi in altre realtà, sia per i cittadini, già alle prese con la disaffezione al voto e alla partecipazione, che per avere giustizia si vedranno costretti a sopportare disagi e sacrifici di natura economica. Siamo disposti – ha concluso il Presidente -  ad assumere qualsiasi iniziativa , anche clamorosa, perché riteniamo di essere di fronte ad una situazione rispetto alla quale non dobbiamo cedere”.

a.l./

Autore: 
A.L.
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