Sol&Agrifood: la provincia di Reggio Calabria lancia dall'area espositiva il "nettare degli dei"

Mar, 08/04/2014 - 19:04

A metà cammino dal calo del sipario su Verona Fiere 2014, al Sol&Agrifood la provincia di Reggio Calabria punta e mette in calendario "la degustazione" per avvicinare visitatori ed esperti del settore enogastronomico al mondo delle proprie produzioni di qualità. Si presenta, nell'area Agorà, a cura della nota host televisiva Anna Aloi, il food portato in stand con il brand collettivo "Buona e Bella" ed affidato per la degustazione alle mani esperti dell'executive chef Enzo Cannatà. Si procede con la degustazione degli oli extravergine d'oliva, giunti a Verona sotto il brand "l'Olio dei giganti", in un percorso conoscitivo affidato all'esperto assaggiatore Panel Vincenzo Melissari e continuare, attraversando i padiglioni che dal Sol&Agrifood portano al Vinitaly, verso l'area espositiva della Regione Calabria ed assistere alla degustazione e presentazione dei vini passiti a cura di Rosario Previtera, assaggiatore Onav e coordinatore di Winetheatre.it, Cosimo Canturi presidente dell'associazione Megale Hellas, Paolo Benvenuti direttore nazionale associazione "Città del Vino" ed Antonio Mazzitelli della Fisar di Roma. Presente, il dirigente del settore agricoltura della provincia di Reggio Calabria Avv. Luigi Rubino che ha portato i saluti dell'assessore all'agricoltura provinciale Gaetano Rao, costretto a lasciare il Sol&Agrifood di Verona per motivi strettamente personali. Nel padiglione 8 del Vinitaly, la provincia di Reggio Calabria lancia un'efficace campagna di promozione del famoso nettare degli dei, il passito dalla millenaria tradizione magnogreca che giunge ai giorni nostri con il Greco di Bianco a marchio doc. Gli onori di casa affidati a Massimo Tigani Sava, direttore editoriale della rivista delle identità territoriali Local Genius che commenta come «dell'intero continente, poche altre regioni, quali la Calabria, possono vantare radici storiche così profonde con l'antica Hellas. Il passito è un prezioso lascito dei greci come i molti reperti storici-architettonici di cui oggi godiamo delle vestigia. Spetta a Paolo Benvenuti la citazione «Un vino diventa buono quando diventa buono da pensare», metafora dell'importanza della comunicazione, potente viatico di diffusione e conoscenza del vino passito, prodotto nella fascia jonica reggina. È l'illustre professore Mazzitelli, esperto enologo e cattedratico della Fisar di Roma a spiegarci che greco di bianco è il primo vino "allevato». I greci arrivano nella terra della Locride e trasmettono i metodi di vinificazione praticati nelle loro colture d'origine. Mazzitelli esorta i produttori di vino passito della Locride a continuare sulla scia del potenziamento dei canali comunicativi. «Sono prodotti eccezionali, il greco di bianco è "stratosferico" - dice Mazzitelli- come pure il "mantonico" da non confondere con il montonico che è altra cultivar. Il passito è patrimonio dell'intero continente con una madrepatria che è tutta calabrese. Siamo consumatori, non lasciamoci massificare nelle scelte di gusto». «Il vino è una macchina del tempo eccezionale», è il suggerimento dell'agronomo Rosario Previtera. Racconta del "succo di malva", così chiamato dagli avi per i suoi effetti dicesi "miracolosi" come racconta la tradizione popolare ed oggi, vino di eccellenza prodotto da uve appassite sui graticci. A conclusione una degustazione guidata del greco di Bianco e del mantonico, certamente non "figlio di un dio minore" e per questo meno importante del passito. «Il mantonico non è inferiore al passito, anzi - vaticinia Mazzitelli - sarà destinato a far parlare di sé». Si è concluso da poco il simposio sempre a cura della Provincia di Reggio Calabria, incentrato sul ruolo delle donne ed il connubio "Le donne del vino" moderato da Piero Muscari. Il messaggio lanciato dai conferenzieri punta all'unione di genere per unificare le strategie di mercato vitivinicolo. Infatti, come evidenzia Elena Martuscello, presidente nazionale associazione Donne del vino "a piccoli passi siamo cresciute nel tempo. Adesso non più mogli e figlie di produttori ma una nuova classe imprenditrice in escalation che indossa la maglia rosa dell'enologia italiana". Interessante la testimonianza delli'imprenditrice vitivinicola reggina Patrizia Malaspina dell'omonima cantina che ha raccontato l'interesse crescente verso l'export estero, considerando il trend di crescita del mercato, «di cui mi occupo in azienda convogliando tutto il mio entusiasmo di giovanissima imprenditrice».

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