Solita di Mammola

Mar, 25/12/2018 - 11:40
Frutti dimenticati

Il mondo dei fagioli fu letteralmente sconvolto dopo la scoperta dell’America, da cui a partire dai primi del 500, cominciarono ad arrivare in Europa varietà numerose e diverse, provenienti dall’America centrale e meridionale, specie dall’area delle Ande.
L’idea che i fagioli siano d’origine americana, è talmente radicata, nelle persone che hanno una mediocre informazione sull’argomento, che neppure sospettano che prima dell’evento sopraindicato, fossero coltivati dei fagioli in Europa.
Naturalmente essi erano alla base dell’alimentazione dei poveri e gli aristocratici e i ricchi li disdegnavano, qualora non fossero ghiotti, puntando in prevalenza sulle carni, specie quelle derivanti da selvaggina o da altri alimenti più rari, che non erano poi tanto numerosi, impreziositi dalle spezie.
Naturalmente gli aristocratici mangiavano talvolta anche i cibi dei poveri, tra cui i cavoli, di cui era ghiottissimo Ferdinando IV di Borbone re di Napoli ed il suo confessore.
Fino agli inizi degli anni cinquanta del 900, a distanza di quasi cento anni dalla fine del Regno delle Due Sicilie, il mito dei reali di Napoli sopravviveva ancora tra i vecchi, che raccontavano degli aneddoti tramandati dai loro padri sulla famiglia reale borbonica.
Veniva raccontato sempre da un mio parente molto avanti negli anni in una sala da barbiere, che Carolina d’Austria, la delicata figlia della grande Maria Teresa , non era entusiasta di sposare Ferdinando IV di Borbone che considerava poco fine, ma nonostante ciò dopo il matrimonio il re la tradiva in continuazione.
Il confessore del re era afflitto da tale fatto in quanto la delicata regina si lamentava con lui, ed egli trovava spesso l’occasione di rimproverare Ferdinando, che lo invitò un giorno a pranzo e gli fece cucinare in maniera deliziosa un piatto di cavoli.
Il confessore restò estasiato, ma lo fu di meno al secondo invito a base di cavoli e poi al terzo e al quarto, caratterizzato dallo stesso menù, ma al quinto invito non ne poté più ed educatamente si lamentò: “e sempre cavoli!” e di rimando il re gli replicò “e sempre Carolina!”.
E da allora in poi il religioso non lo rimproverò più.
Quando arrivarono i fagioli dall’America anche per gli aristocratici furono una novità e cominciarono a usarli, mentre i poveri continuarono a usare quelli di origine africana che da millenni circolavano tra i paesi del Mediterraneo, in Europa ed in Asia.
Pertanto si arrivò all’uso contemporaneamente sia dei fagioli americani che di quelli di origine africana, studiati nel corso del XVVII secolo dal botanico Domenico Vigna di Pisa e pertanto chiamati anche fagioli Vigna.
Il più usato risultò il Fagiolo dell’occhio che fra l’altro è diffuso in tutt’Italia, tanto che gli abitanti di alcune regioni, tra cui la Puglia, la Toscana e il Veneto lo considerano loro.
Buona parte dei fagioli di origina africana, da millenni in uso anche in Europa, hanno forma allungata per cui sono chiamati dolici (dal greco dolicon, allungato), per cui uno dei modi per riconoscere un tipo di fagiolo dall’altro, è quello di verificare la forma.
Quattro anni addietro un signore di Mammola, un tale Nicodemo Macrì che usava curare un orto sulla destra idrografica della fiumara Torbido, mi diede tre varietà di fagioli, di cui aveva una piccola quantità in una casupola dentro il suo appezzamento di terra.
I semi separatamente me li avvolse in dei pezzi di carta e in uno notai un seme diverso dagli altri e io allora gli chiese come si chiamasse e seppi che era del tipo Solita di Mammola; era assieme ai semi della Rossa di Mammola.
Quest’anno misi a dimora separatamente, talvolta a distanza di cento metri, per evitare l’ibridazione, alcune varietà di fagioli, tra cui la Rossa di Mammola e nello stesso solco l’unico seme che avessi della Solita di cui non conoscevo la forma del baccello.
Quando spuntò la piantina da quell’unico seme, fui naturalmente fui molto soddisfatto ed in seguito molto di più quando vidi nascere dei baccelli che erano allungati in quanto capii che si trattava di una varietà di fagiolo appartenente ai dolici.
Somigliavano abbastanza a quelli del Fagiolo dell’occhio ed ancor di più a quelli della Solita di Gerace, però aprendo un baccello quando fu adeguatamente essiccato, notai la diversità; infatti i semi della Solita di Mammola sono di colore avana.

Autore: 
Orlando Sculli
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