Vivere dondolando e volare via

Gio, 16/04/2015 - 13:50
In Ricordo di Antonio Ingrati, nell'arte del vivere e per gli amici "U Miccia"

Ci sono persone che attraversano la vita  quasi dondolandosi, con la lentezza di chi sembra sempre stanco, un pò indifferente e apatico. Persone che vivono in punta di piedi, che preferiscono annuire piuttosto che sprecare parole, che stare in silenzio piuttosto che rumoreggiare. Antonio era così.

 Ed in punta di piedi, in un mattino di aprile ha presentato alla Vita la sua inaspettata lettera di dimissioni, accendendo la miccia del razzo che in meno di un'ora ha catapultato tutti nello spazio della sua assenza. Anche noi roccellesi, abbiamo ora il nostro primo cosmonauta, il nostro Gagarin, anche noi abbiamo "quell'aprile  che si incendiò....e  l' azzurro che si  squarciò" per lasciare intravedere le stelle, lentiggini di Dio che restano vicine all'oblò di Antonio volato via. Ma la terra e l'umanità non gli perdoneranno mai quel volo, che non è un sogno di infinito ma è sposarsi con l'eternità ( come cantava Baglioni).

"U Miccia"..... un nomignolo, creato per gioco sin da ragazzini, ci accompagna nella vita, segna il nostro destino e non solo il modo affettuoso e intimo con cui tutti ci chiameranno. La passione, l'amore, la vita e la morte si accendono come una miccia di fosforo, zolfo e profumo di niente che esplode in una sorprendente deflagrazione.

Ricordo ancora quell'accendersi lento della miccia dell'amore per Isabella, in un'estate di schiuma di birra al "Blu Tango" e di passi ancora più lenti per le stampelle e il gesso.Solo chi lo conosceva bene poteva dialogare con lui, inserirsi tre le sue lunghe pause e la pigrizia delle poche parole. Solo chi lo amava potrà conservare come uno scrigno prezioso il valore dei suoi silenzi e dei suoi sguardi.

Io mi terrò il ricordo di un compagno di scuola media che mi rubava la merenda, che saltava impavido sulla sua moto insieme all'altro Antonio, di un ragazzo divenuto un padre dolcissimo, di una persona che porta a passeggio il suo cane, di un uomo paziente con "i grandi" petulanti, ansiosi e autoritari come mio padre e che si divertiva quando cerimoniosamente da "U Miccia" passava ad essere "Don Antoni, u meccanicu".

Con affetto Antonella Sotira

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