‘ndrangheta: Francesco Panuzzo non faceva parte della locale di Bovalino

Lun, 29/06/2020 - 20:00

Il mancato riconoscimento del locale di ’ndrangheta a Bovalino è un dato sul quale si sono sviluppate alcune delle assoluzioni più rilevanti decise dal Tribunale di Locri nel contesto del processo “Mandamento Jonico”. Sul punto abbiamo già narrato dell’assoluzione di Rosario Staltari, difeso dall’avvocato Mario Mazza, mentre un’altra assoluzione relativa alla medesima ipotesi associativa è stata quella di Francesco Panuzzo, per il quale la Procura aveva chiesto 20 anni di reclusione, quale asserito soggetto che avrebbe dovuto ricoprire una “dote” apicale all’interno del “locale di Bovalino”. L’avvocato Piermassimo Marrapodi ha insistito sull’erronea identificazione del proprio assistito e sull’inesistenza del locale di ’ndrangheta nella cittadina ionica. Il legale ha evidenziato una serie di elementi a discarico, confutando l’ipotesi della procura ed ha così ottenuto la piena assoluzione del 68enne.
In foto: avvocato Piermassimo Marrapodi

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