Addio "lupo" Zerbi: "lunga e diritta correva la strada..."

Ven, 30/05/2014 - 09:12
Umile e talentuoso come pochi, ci lascia una grande persona. Con il video ricordo di Nicodemo Barillaro

“Lunga e diritta correva la strada,  forte la mano teneva il volante, forte il motore cantava,  non lo sapevi che c'era la morte quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti aspettava”, alcuni versi della celebre “Canzone per un’amica” del grande Augusto Daolio dei Nomadi, sembrano davvero appropriati per descrivere il drammatico incidente costato la vita, ieri a Cinquefrondi sulla Jonio-Tirreno , a Ciccio “lupo” Zerbi. Il fortissimo attaccante di Polistena, scuola Reggina,  ha militato in tante squadre della provincia. La sua bravura di uomo di grande carisma , di atleta, di integerrimo padre di famiglia, di  umile e grande lavoratore, lo hanno fatto “amare” ovunque egli abbia giocato, ripagando la fiducia delle società che gli hanno dato credito negli anni facendo quello che sapeva fare meglio, ossia il gol. E quanti gol in questi anni, quante gioie . Era “l’artista del gol”. L’ultima volta l’ho riabbracciato in tv quando, assieme ai dirigenti della Cittanovese ed alcuni suoi compagni di squadra, è venuto a farci visita negli studi di Telemia. Nell’ultimo campionato, con la maglia giallorossa della Cittanovese, ha messo a segno 44 marcature  trascinando la compagine del presidente D’Agostino in “promozione”. La sua morte è giunta come un “fulmine a ciel sereno”. Il destino ha colpito senza guardare in faccia , anche lui, che aveva promesso in tv di voler continuare a giocare e segnare ancora tante reti nei campionati dilettantistici. Per sua scelta (in pochi lo sanno) non ha mai tirato un calcio di rigore, perché lui era orgoglioso di poter dire, gonfiando il petto, “ho segnato tanti gol senza nessun rigore”. Come direbbe Francesco De Gregori: “non è da un calcio di rigore che si giudica un giocatore”, nessuno poteva sottrargli questa soddisfazione visto che per lui, fare goal, era il “pane quotidiano”. A Siderno è stato coccolato e riverito dai tifosi che lo hanno eletto a loro beniamino. “Uno di noi, Zerbi è uno di noi” cantavano gli ultras per manifestare la riconoscenza e la gratitudine di chi in campo si impegnava sempre allo spasimo e dava l’anima per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Ma Zerbi è stato anche “amato” a Roccella,  Marina di Gioiosa, Polistena, Taurianova, Rosarno, Mammola. Ci lascia un grande ragazzo, non lo dimenticheremo mai. Vai “lupo” continua a segnare anche lassù, fallo per tua moglie che ti amava tanto ed i tuoi tre splendidi bambini. Fatti valere.  

 

Autore: 
Antonio Tassone
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