Al Paese serve un riformismo radicale

Dom, 04/10/2020 - 16:00

Caro Direttore, approfitto dello spazio che il tuo giornale mi vorrà concedere per chiarire la mia posizione sul recente Referendum, pubblicata dalla Riviera.
In ciò sollecitato dall'articolo del carissimo amico Franco Crinò, da voi pubblicato la scorsa settimana. Nel motivare la mia scelta per il NO chiedevo al segretario Zingaretti fino a quando il PD sarà costretto ad accettare mediazioni al ribasso, sacrificando una propria identità, peraltro mai credibilmente definita. E aggiungevo che quel convinto NO segnava il rifiuto di ogni forma di populismo, tratto purtroppo distintivo di forze politiche di Destra e Sinistra. Auspicavo, infine, indipendentemente dal risultato, un accordo tra le forze di maggioranza e opposizione, per l'approvazione sollecita di una riforma elettorale e dei regolamenti parlamentari. Tutto ciò necessario per garantire una rappresentanza adeguata ai territori e il funzionamento rapido dei lavori parlamentari.
Crinò, che ringrazio per gli apprezzamenti, in sostanza mi pone due questioni politiche.
La prima è riferita alla composizione dell'attuale maggioranza, 5Stelle - PD, l'altra al tipo di legge elettorale.
In merito al primo quesito chiarisco subito che concordo sul fatto che le maggioranze non si costituiscono solo contro qualcuno ma perché si condividono programmi e strategie.
Questa maggioranza nasce da un risultato elettorale che sanciva la vittoria dei 5Stelle, ma non consentiva un governo monocolore. Era la conseguenza di una legge elettorale sbagliata e del rifiuto dei grillini a qualsiasi tipo di accordo elettorale preventivo. Al tempo stesso, dopo il voto, la posizione di Renzi, "senza di noi", ha impedito ogni forma di accordo con il PD, che in tanti a Sinistra sollecitavano. Molti di questi, oggi, criticano ferocemente l'attuale accordo di governo. Per tutti cito Cacciari. Quel mancato accordo portò al Governo Conte 1, sostenuto convintamente da Di Maio e Salvini con la benevolenza di Forza Italia e Fratelli d'Italia.
È il governo dei decreti Salvini, di Quota 100 e del Reddito di Cittadinanza.
Allora andava bene perché relegava la Sinistra all'angolo? Non è vero che era il portato del successo di 5S e Lega, per il semplice fatto che il PD era, allora, il secondo partito.
Sappiamo tutti com'è finita. Dal Papeete in poi Salvini, da invincibile condottiero, è diventato sconfitto seriale. E oggi la sua leadership è fortemente messa in dubbio da Giorgetti & Co.
Ma anche dagli alleati. In primis Berlusconi.
Renzi, convertito sulla via di Damasco, ha sollecitato quindi l'accordo che ha fatto nascere il Conte 2.
Un governo che ha almeno il merito di aver ben gestito la pandemia, riportato l'Italia in Europa e, per ora, scongiurato il Settembre nero da tanti evocato.
Certamente è un governo carico di contraddizioni, prima fra tutte la crisi dei 5Stelle, che sono chiamati a chiarire la loro identità, finito il tempo dei no a tutto e tutti.
Da sempre sono convinto che non devono essere le leggi elettorali a determinare gli schieramenti politici e, ancora di più, non devono cambiare, com'è accaduto negli anni recenti, in funzione dei desiderata delle maggioranze di turno.
Ho sempre pensato che il sistema elettorale più adatto alla complessità del sistema politico italiano sia il doppio turno alla francese. Ma il Centrodestra l'ha sempre osteggiato. In alternativa, credo che il sistema migliore sia il proporzionale con soglia di sbarramento, il ripristino delle preferenze e l'eliminazione della scelta di parte dei candidati dalla segreteria dei partiti. O, peggio dal Capo. Crinò, mi par di capire, auspica questa soluzione, allo scopo di rompere la rigidità degli schieramenti maggioritari e ridare ruolo alle forze politiche.
Se è così, sono d"accordo.
Tuttavia segnalo che nel CDX Salvini e Meloni sparano a palle incatenate. E che per ora sono gli azionisti di maggioranza.
Per ciò che mi riguarda l'auspicio è che si ricostruisca una vasta area di Sinistra partendo da una riunificazione dell'area socialista e di altre forze libertarie e progressiste. Attendo con rispetto i chiarimenti nei 5Stelle, consapevole che, a partire dalla gestione del Recovery Fund e del MES, ciò che serve al Paese è un riformismo radicale, non debole.
L’Europa l'ha capito. Alla crisi non si risponde con il neo-liberismo, ma creando lavoro, ridistribuendo ricchezza, difendendo i beni comuni. A partire da Sanità e ambiente.
Su questa strada vorrei ritrovarmi con vecchi e nuovi compagni.

Autore: 
Francesco Riccio
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