Armando La Torre: un uomo che ha costruito la sua vita sul sapere e sui valori

Dom, 20/09/2020 - 12:00

Armando La Torre nasce a Siderno il 12 maggio 1922 da Francesco e Caterina Serafino. Vive la sua infanzia e giovinezza a Siderno giocando a testa e croce, con i soldatini di metallo; in estate si diverte a fare i tuffi, in mare, dal pontile, per poi riunirsi, con gli amici, in Piazza Portosalvo, dove spesso si organizzano delle partite di calcio. Dopo aver frequentato le scuole elementari a Siderno e le medie a Locri, si iscrive al Liceo Classico “Ivo Oliveti” di Locri; al secondo anno fa il salto e si presenta da esterno agli esami di idoneità alla terza classe, preparato dal professore Peppino Brugnano, esami che supera brillantemente, diplomandosi nel 1941. Quell’anno si è svolto un esame insolito perché, a causa della guerra, non ci sono stati i commissari esterni fatta eccezione per il Presidente della Commissione. Dopo il diploma si impiega come istitutore al convitto nazionale di Napoli, iscrivendosi alla facoltà di lettere, trasferendosi, successivamente, a Roma e, nel 1943, all’università di Messina, dove si laurea nel 1946. Dopo aver aderito al socialismo, nel 1947 si iscrive al PCI. Nel 1949, quando Armando è segretario di sezione del PCI, in occasione di una serie di scioperi cosi si pronuncia: «Dobbiamo partire dalla consapevolezza che a Siderno occorre dare uno sviluppo complessivo che tenga conto sì della occupazione e del lavoro, ma anche della soluzione dell’approvvigionamento idrico, dell’energia elettrica, del problema della casa, delle opere di civiltà e della Scuola». Nel 1950 fonda la biblioteca di Siderno, che poi prenderà il suo nome, con sede nel salone nel Consiglio Comunale, assumendo il ruolo di Direttore, scegliendo come collaboratore Virgilio D’Agostino, trasformandola nel centro della cultura. Nell’anno scolastico 1951-52 inizia a insegnare presso la scuola media di Siderno (sezione staccata della Media di Locri) e, in seguito, in quella di Gioiosa. In classe si fa guidare dal cuore, ama i suoi alunni, li sprona a dare il massimo, regala loro le basi per affrontare al meglio le battaglie della vita. Nel 1960 vince il concorso per la cattedra di italiano e storia per le scuole secondarie di secondo grado e insegna all’Istituto Tecnico Commerciale di Siderno. Dopo un po’ di anni inizia, tuttavia, a sentirsi un uccello in gabbia, per questo decide di ritornare a Roma, nonostante l’attaccamento alla madre e la sofferenza all’idea di lasciarla. Nelle Capitale riprende i contatti con “L’Unità” e con la direzione del partito. Ottiene la cattedra di storia della letteratura italiana contemporanea prima, e quella di sociologia della letteratura poi, all’Università di Salerno; in questa occasione stringe una profonda amicizia con Antonio Guarasci, il primo presidente della Regione Calabria. Pur insegnando a Salerno, continua a vivere a Roma, partecipando con Lucio Villari, il fratello Rosario, Carmelo Bene e altri intellettuali ad impegnativi dibattiti culturali. Armando era un uomo dai molteplici interessi, amava infatti non solo la letteratura, ma anche la storia, la filosofia, le scienze, l’arte, il teatro, il cinema, l’antropologia, la sociologia. La sua immensa cultura è rappresentata anche nei suoi due libri più noti: “Diderot, nostro contemporaneo”, il suo capolavoro, e “Letteratura e comunicazione”. Trascorreva le sue estati a Siderno: al mare la mattina e, la sera, a passeggiare sul lungomare, ricordando insieme agli amici i vecchi tempi. L’estate del 1984 è stata l’ultima della sua vita: arrivato a Siderno incontrò gli amici che lo trovarono stanco e affaticato, per questo gli consigliarono di riposarsi. Ma lui sdrammatizzò con la sua solita ironia. La  mattina del 5 novembre giunse una notizia che trascinò parenti a amici nello sconforto. Armando è stato stroncato da un infarto, a soli 62 anni. Ecco le parole pubblicate dal suo amico Carmelo Bene sulle pagine dell’Unità: “Armando La Torre apparteneva a quelle persone di cultura che non hanno mai fatto vetrina, ma che hanno lavorato e prodotto tanto. Era un uomo irrequieto che odiava il convenzionale, che non sopportava ogni forma di chiesa. Era un comunista convinto. Persone di questa indisciplina ne abbiamo poche. E la loro scomparsa si fa dolorosamente sentire”. Al nostro illustre concittadino è stato dedicato, oltre che la biblioteca, anche il Premio Letterario Città di Siderno “Armando La Torre”.
È stato un uomo che ha vissuto una vita intensa e sicuramente felice, dal momento che è riuscito a coltivare tutte le sue passioni, costruendo il suo sapere e i suoi valori su basi solide, diventando un esempio per chi ha avuto la possibilità di conoscerlo e lasciando tracce di sé alle future generazioni.

Autore: 
Rosalba Topini
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