Ecco quando un ospedale fallisce. Se capiti nella corsia delle sale operatorie dell’ospedale di Locri in un lunedì di maggio le luci scialitiche sono spente. Non è un blackout, è solo l’inefficienza di un luogo da medici senza frontiere che l’amministrazione reggina, con sfacciataggine camusa, continua a chiamare Spoke. E continueranno a chiamarlo così anche quando i medici, i tanti missionari, agiranno nelle tende.
Spoke: Francesco Adamo è invece il grande e degno erede di uno dei più grandi medici di sempre di quest’ospedale, ovvero, il primario anestesista Leandro Branca.
Francesco Adamo, il primario che resuscita i morti, agisce quasi da solo: da più di sessanta giorni infatti due medici anestesisti, causa malattia, sono assenti. E da ieri, sempre per malattia, risulta assente un terzo anestesista-rianimatore.
Spoke: ieri sono saltati gli interventi chirurgici di Oculistica per mancanza di personale. Di questo passo, o con questo Spoke, per quanto riguarda i casi d’emergenza e anche quelli non tanto d’emergenza, l’unico reparto che continuerà a battere record su record è l’obitorio, ala est di uno Spoke che non solo non garantisce la salute dei cittadini, ma rischia di abbassare la media di vita di chi per forza di cose è costretto a campeggiarvi per qualche giorno.
Spoke? Meglio toccar ferro.