C’era una volta la signora maestra

Dom, 11/08/2019 - 18:00

C’era una volta, in un tempo non tanto lontano, la maestra unica che insegnava tutte le materie e accompagnava i suoi alunni per tutta la durata delle scuole elementari. La scuola, un tempo, era molto più dura, i bambini venivano educati con maggiore severità rispetto ad oggi. In classe si arrivava con la cartella, dove all’interno si trovava un astuccio contenente un pennino, una matita, una gomma e un temperino; due quaderni, uno a righe e uno a quadri, e due libri, il sillabario per imparare a leggere e scrivere e il sussidiario con i rudimenti di matematica, storia e geografia. Era obbligatorio usare il grembiule (come anche oggi), nero con il colletto bianco per i maschietti; col fiocco rosa per le femminucce. Alla maestra ci si rivolgeva col “voi”, come segno di rispetto. Ho cercato le maestre simbolo di Siderno, collocandole in un arco di tempo che va dagli anni ’50 fino alla fine degli anni ’70. Così ho sentito parlare della maestra Puntura, donna severa ma che si faceva volere bene dai suoi alunni. Quando occorreva li puniva portandoli dietro la lavagna, a volte in ginocchio; oppure quando sbagliavano faceva riscrivere il compito parecchie volte. Un’altra figura è stata la maestra Prateroti. Donna severa, chi disubbidiva veniva spesso messo in ginocchio sui ceci, dietro la lavagna, ma alla severità accompagnava anche molta dolcezza. Durante l’ora di ricreazione, chiedeva a ognuno dei bambini di portare un gioco che poi rimaneva nella classe, per fare in modo che chiunque potesse giocare, specialmente chi non poteva permettersi di farlo a casa, insegnando loro anche il significato della condivisione. Inoltre, non lasciava nessuno indietro, faceva di tutto per portare tutti allo stesso livello di preparazione. Tutti i suoi ex alunni andavano a trovarla, questo a dimostrazione del grande affetto che nutrivano nei suoi confronti. Oppure come non ricordare la maestra Vincenza Antico che è riuscita a trasmettere ai suoi alunni l’amore per la lettura. Durante le vacanze estive i suoi piccoli allievi non mancavano di andare a trovarla e lei regalava e prestava libri adatti alla loro età, per poi discuterne insieme. Mentre nelle ricorrenze speciali, come compleanni, comunione o cresime la cara maestra a ognuno dei suoi alunni regalava un libro.
La maestra unica era come una seconda mamma, trascorreva tante ore con i suoi giovani studenti, li rimproverava e puniva quando se lo meritavano, dava carezze e dispensava consigli. Quando la campanella suonava, i ragazzi ritornavano a casa, trascorrendo i pomeriggi guardando i cartoni animati come Rin Tin Tin o Goldrake; oppure giocando a nascondino e moscacieca, ma prima si svolgevano i compiti, mai deludere la signora maestra. Col trascorrere degli anni e col succedersi dei Governi la scuola è cambiata, le maestre oggi sono tre e spesso anche di più, come ha spiegato la maestra Caterina Stilo, docente nel Plesso “Casanova-Pascoli-Alvaro” di Siderno, definita dai suoi allievi paziente, severa quando serve, ma soprattutto molto dolce. “Una volta c’era più tempo e più flessibilità, avendo a disposizione più ore, adesso le ore sono divise con le altre insegnati, quindi succede che spesso si è presi dall’ansia di finire, ci si deve affrettare e si creano disagi. I ragazzi oggi sono più irrequieti, ma la severità eccessiva non va utilizzata, perché è inutile. Occorre essere severi, ma soprattutto umani, poiché se i bambini ti sentono distaccata non lavoreranno mai bene e non ameranno mai la materia. Loro devono capire che ci sono delle regole e vanno rispettate, mentre noi dobbiamo capire ciò di cui hanno bisogno e il modo per aiutarli. Il nostro è un compito molto importante, perché dobbiamo creare degli adulti sereni per avere una società migliore”. Oggi dopo il suono della campanella gli studenti guardano cartoni diversi e la tecnologia ha sostituito i giochi all’aperto, ma non è mutato il ruolo e il valore della maestra nella vita di ogni bambino. È colei che conduce i suoi scolari mano nella mano tra i sentieri della vita, regalando gli strumenti per conoscere il mondo e per esplorare se stessi, spronandoli a crescere sia culturalmente che emotivamente.

Autore: 
Rosalba Topini
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