Calabresi, prendete spunto dal salumiere di Napoli

Dom, 22/01/2017 - 11:06
“Dov’è lo Stato?” chiede il salumiere intervistato da una giornalista di “Chi l’ha visto?” al mercato della Maddalena a Napoli teatro, nei giorni scorsi, di atti violenti ai danni di alcuni cittadini senegalesi. “Lo Stato qui è assente!” si risponde in un rigurgito di dignità, quella dignità che i calabresi hanno smarrito per strada, sepolta da generazioni di colletti bianchi posizionati dal potere centrale come pedine su una scacchiera fatta di ignoranza.

In seguito agli atti violenti ai danni di alcuni cittadini senegalesi durante i quali è stata ferita una bambina di dieci anni, il team di “Chi l’ha Visto” ha pensato bene di spremere succo dalla vicenda con il suo abituale tour di interviste a possibili testimoni.
Qualche giorno fa ha fatto una breve apparizione lo stralcio di un’intervista a un salumiere che ha il negozio di fronte al luogo della sparatoria. Il link non è diventato virale neanche tra i ferventi meridionalisti, e curiosamente è stato piuttosto complicato ritrovarlo, in rimpalli da link a link.
Il salumiere, visibilmente infastidito dall’arroganza con cui le trasmissioni televisive nazionali intervistano i passanti, mettendoli in difficoltà per potergli così appioppare l’appellativo di omertoso (e chi ha buona memoria ricorderà un “Chi se ne fotte” detto da uno studente locrese ai microfoni RAI), ha invece risposto a tutte le domande, sottolineando l’ovvio, cioè che le Forze dell’Ordine erano già a conoscenza di movente e colpevoli. Ha anche detto che i senegalesi sono rimasti un’ora a perdere sangue, e che Carabinieri e Polizia sono arrivati dopo un’ora e mezza, quando quei cinque ragazzi “tra i venti e trent’anni, belli come a lei”, erano già andati via, tranquillamente, a piedi, e probabilmente avevano avuto tempo di prendere un caffè e di “fare un po’ di divertimento”.
A questo punto si percepisce la difficoltà della giornalista Lilly Viccaro Theo che per diversi secondi rimane in silenzio, davanti a un uomo che risponde candidamente alle sue domande, e che non rispetta il cliché tanto cercato del napoletano omertoso.
Ora è il salumiere, che impacchettato un panino coi ciccioli per 2 euro e 10, fa una domanda a lei: “Ma io vorrei sapere da tutti perché lo Stato consente il mercato abusivo, il parcheggio abusivo e le impalcature abusive? Dov’è lo Stato? Lo Stato qui è assente!” dichiara il salumiere, in un rigurgito di dignità mai persa, quella dignità che i napoletani conoscono, poiché figli di una grande capitale mondiale, e che i calabresi hanno invece smarrito per strada, sepolta da generazioni di colletti bianchi posizionati dal potere centrale come pedine su una scacchiera fatta di ignoranza.
Persino Saviano, che dove trova mollo zappa fondo, è intervenuto sull’intervista, chiedendo a De Magistris, sindaco di Napoli, che gli aveva consigliato di “uscire e mangiare un panino con emozione” (citazione da Lino Banfi?) se avrebbe consigliato la stessa cosa anche al salumiere. “Anche a lui si dirà che a Napoli non esiste un’emergenza sicurezza? Oppure gli si dirà: “si mangi un’emozione, esca dal negozio, vada a femmine?”. E a Chi l’ha visto cosa diranno? Che è sputtanapoli? Che sta diffamando la città? Che avrebbe dovuto raccontare il bello? Il turismo?”. Così Saviano, fresco dell’uscita del suo nuovo best-seller “La paranza dei bambini”, che racconta proprio le vicende del clan dei Sibillo, coinvolto – pare – in questa vicenda.
Ho invidiato quel salumiere, perché ha portato lustro alla sua città, e vorrei che la mia regione avesse più persone così, meno fiaccate dalla vergogna, più pronte a difendersi, a levare la voce in difesa di sé stessi, a informarsi su quanto ci è costata l’unificazione nazionale.
Io lancio il guanto della sfida: un salumiere napoletano – signori – ha le idee ben più chiare di un qualsiasi professore universitario calabrese, o almeno, le palle per sostenere il suo pensiero. Il che vuol dire due cose: che i professori calabresi sono ignoranti o codardi. O entrambe le cose. 

Autore: 
Lidia Zitara
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