Colletti bianchi al servizio della ‘ndrangheta: coinvolti Romeo e Raffa

Mar, 10/05/2016 - 09:42

È iniziata con il sorgere del sole l’operazione Fata Morgana, che promette di scuotere, ancora una volta, il sistema politico/imprenditoriale del nostro territorio. L’azione degli uomini della Guardia di Finanza, che ha progressivamente condotto al fermo di sette professionisti, starebbe coinvolgendo collateralmente anche dirigenti e politici di tutta la Provincia, accusati di essere, a vario titolo, coinvolti in associazioni di stampo mafioso.
Tra gli arrestati, anche l’avvocato Paolo Romeo, recentemente ospite a Siderno di un convegno nel quale aveva cercato di spiegarci che cosa significasse in concreto entrare a fare parte della Area Metropolitana di Reggio Calabria e, con lui, l'avvocato Antonio Marra, gli imprenditori Emilio Frascati, Giuseppe Chirico, Natale Saraceno, Antonio Idone e Domenico Marcianò, tutti, come anticipato, accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni aggravati dalle modalità mafiose.
L’operazione odierna ha fatto inoltre scattare i sigilli per ben 12 società e beni per un valore complessivo di 34 milioni di euro e, sul suo registro degli indagati, come se quanto detto finora non fosse abbastanza, figurano diversi amministratori pubblici di Reggio Calabria fra i quali il presidente della Provincia Giuseppe Raffa, il consigliere provinciale Demetrio Cara, il cancelliere capo della Corte d'Appello Aldo Inuso, l'ex magistrato Giuseppe Tuccio, l'avvocato Rocco Zoccali, l'ex presidente della Reggina Calcio Pino Benedetto, Amedeo Canale, Andrea Scordo,  Domenico Pietropaolo, Gaetano Tortorella, Saverio Genovese Zerbi, Michele Serra, Giuseppe Strangio, Domenico Arcò e Giovanni Pontari.
Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno insomma rivelato l’esistenza di un vero e proprio cartello criminale, operante in tutto il territorio e in grado, come sempre accade in questi casi, di condizionare il regolare svolgimento delle attività economico/imprenditoriali soprattutto nel settore della grande distribuzione alimentare, con la compiacenza di pubblici amministratori che garantivano la percezione illecita di cospicui profitti.
Fonte: Corriere della Calabria

Autore: 
Jacopo Giuca
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