Cuperlo: “Bisogna avere fiducia nella popolazione meridionale”

Dom, 31/03/2019 - 17:00

Deputato del Partito Democratico dal 2006 al 2018, Gianni Cuperlo è attualmente membro della Direzione Nazionale del partito. Nel maggio del 2013 si candida alla Segreteria venendo battuto da Matteo Renzi, che gli affida la carica di presidente del PD. Si dimetterà appena un mese dopo, a causa di uno scontro con il segretario riguardo alla bozza della legge elettorale che esclude le preferenze, continuando a occuparsi solo della sua attività parlamentare. La scorsa settimana, Cuperlo è stato ospite della “Festa della scuola” a Gerace, un evento incentrato sull’etica e la libertà e su come debba evolversi il senso civico dei ragazzi all’interno della Comunità Europea.
E proprio di Europa, sviluppo del meridione e politica abbiamo avuto il piacere di discutere con lui in un’intervista che ci ha concesso prima del suo intervento presso la chiesa di San Francesco.
Quali sono le motivazioni che l’hanno portata a Gerace?
Sono venuto dopo aver ricevuto un gradevolissimo invito a partecipare a un’iniziativa di questi tempi molto preziosa. Coinvolgere i ragazzi in un evento di impegno civico e culturale sui temi della scienza, della libertà e dell’Europa è infatti mai come in questo momento un modo utilissimo di affrontare i problemi del nostro continente, che questa giovanissima generazione dovrà affrontare non appena sarà adulta.
Quale messaggio può partire da Gerace per l’Europa unita?
L’idea che l’Europa non vada difesa così com’è ma vada cambiata in tutti gli aspetti che oggi non risultano efficienti. Ci siamo lasciati alle spalle dieci anni di una crisi che ha colpito profondamente la classe media e che ha dimostrato con quale urgenza questa Europa debba cambiare le proprie strategie e le proprie politiche. Allo stesso tempo, tuttavia, dobbiamo avere la consapevolezza che il futuro dell’Italia è nell’Europa, perché da soli, e lo vediamo attraverso le problematiche emerse in questi giorni nel memorandum con la Cina, contiamo troppo poco, o addirittura nulla.
Si sente dire spesso che la Calabria sia fanalino di coda d’Italia e, di conseguenza, d’Europa. Lei che idea si è fatto della nostra terra durante la sua breve visita?
Ho visto luoghi di una bellezza incantevole dal punto di vista naturalistico e storico e ammirato il patrimonio di risorse che questa terra contiene e che cerca naturalmente di valorizzare. Detto questo, l’idea che la Calabria sia il fanalino di coda del Paese ci spinge a ragionare su cosa sia oggi il Paese stesso, perché qualcuno potrebbe dire che l’Italia sia il fanalino di coda dell’Europa. Io penso invece che questo mezzogiorno e questa parte del sud, per la vocazione che ha e la collocazione geopolitica, sia una risorsa essenziale non della nostra Nazione soltanto, ma dell’Europa tutta, e riconoscere e valorizzare questo patrimonio è la premessa per portare l’Italia dove deve stare in un’Europa che, come dicevo poco fa, è da cambiare profondamente.
La notizia della settimana è certamente stata l’esito favorevole della singolare vicenda giudiziaria che ha coinvolto il nostro governatore Mario Oliverio. Lei che pensa di questa vicenda?
Penso che la caduta dell’impianto accusatorio nei confronti del governatore sia una notizia molto importante, molto positiva, che restituisce un clima di serenità in una fase finale di legislatura regionale. Naturalmente credo che la magistratura vada rispettata sempre e che il suo lavoro e la sua autonomia e indipendenza siano un patrimonio sancito e scolpito nella Costituzione. Quando un’inchiesta porta a degli sviluppi che garantiscono, verificano e certificano la trasparenza dell’azione di un’amministrazione e del suo presidente, a maggior ragione se esponente del mio partito, non posso che esserne felice.
Il meridionalista Pasquino Crupi, ex direttore della nostra testata, affermava che la Calabria è una terra in cui la criminalizzazione è più presente della criminalità. Effettivamente i cittadini sono troppo spesso vittime della ‘ndrangheta, ma talvolta sono costretti a subire anche vere e proprie ingiustizie da parte dello Stato. Quanto pensa che la gente possa ancora sopportare questo stato di cose?
Intanto è necessario avere la percezione esatta del fenomeno della criminalità organizzata, che va ormai ben oltre il perimetro delle regioni meridionali. C’è molta mafia e molta criminalità nel cuore del nord produttivo di questo Paese e dove, in realtà, fino a poco tempo fa non si pensava che questo fosse possibile. Quindi siamo dinanzi a una grande questione nazionale che va affrontata prendendo le giuste contromisure. E poi bisogna avere fiducia nella popolazione meridionale, nelle sue energie e nelle sue risorse, soprattutto in una generazione di ragazzi più giovani, che ha la necessità e la volontà di vivere la propria vita futura e professionale dove è nata, magari anche facendo delle esperienze all’estero, ma con la possibilità di tornare qui e mettere a disposizione le proprie capacità, la propria intelligenza e le proprie competenze per la terra che ama, e questo è un patrimonio che noi dobbiamo riconoscere e valorizzare.
L’ultima battuta vogliamo riservarla al Partito Democratico. Quali sono le condizioni del centrosinistra oggi sia a livello nazionale sia a livello locale e cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo corso di Nicola Zingaretti?
Innanzitutto ritengo che il 3 marzo, il giorno della primarie, sia stato uno spartiacque. Nessuno si aspettava quella partecipazione: il fatto che 1,6 milioni di persone siano uscite di casa e si siano messe in coda per esprimere un voto ritengo abbia dimostrato qualcosa che vada persino al di là delle candidature, delle posizioni degli aspiranti segretari e della stessa persona che ha successivamente ottenuto la carica, che io stesso ho votato e che sostengo con grande convinzione. C’era la necessità e il bisogno che tornasse alla ribalta un popolo della sinistra e che si chiudesse una stagione che ha avuto luci e molte ombre per aprirne una diversa. Penso che Zingaretti sia l’uomo giusto per interpretare questo ruolo e, anzi, lo stia già facendo con una capacità, un’autorevolezza e una competenza che penso saranno progressivamente apprezzate anche oltre i confini del PD. Pertanto penso di poter dire che finalmente, dopo mesi di fatica e un po’ di passione, vedo la luce.

Autore: 
Jacopo Giuca
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