Da “Taureg 3” a “Crimine” a “Cumps”

Mer, 09/05/2018 - 10:20
Giudiziaria

Nell’ambito del procedimento denominato “Cumps-Banco Nuovo” gli inquirenti ricostruiscono gli assetti territoriali della parte sud della Locride, in particolare, le vicende afferenti l’area che da Bianco arriva fino a Brancaleone. Di interesse investigativo è la cosiddetta “pace” venutasi ad instaurare tra le diverse cosche dopo la sanguinosa faida di Africo-Motticella.
A riguardo viene richiamata, con particolare riferimento alle cosche che vi parteciparono, ovvero la cosca “Morabito-Mollica” contrapposta a quella costituita dalle famiglie “Speranza-Palamara-Scriva”. A tali fini, di riporta quanto evincibile dagli atti della cd. operazione “Tuareg 3”: «…nel comprensorio di Africo, Bruzzano Zeffirio, Motticella, Brancaleone e nei paesi limitrofi, gravitava in origine un’unica organizzazione criminale, denominata “Scriva-Mollica”, che esercitava il predominio assoluto ed incontrastato su una vasta area della fascia Jonica calabrese, mantenendo stretti contatti d’affari e di reciproca assistenza con altre cosche mafiose operanti nella provincia di Reggio Calabria (ad es. San Luca e Cittanova). Al vertice di questo clan vi erano le famiglie dei MOLLICA e degli SCRIVA, entrambe di Motticella, alle quali competeva in via esclusiva la decisione sulle strategie criminali da seguire, sulle alleanze da stringere con altre consorterie, sulle attività illecite da porre in essere e la conseguente designazione delle vittime da colpire, nel quadro delle estorsioni, dei sequestri di persona, delle rapine, ecc. A capo degli “Scriva-Mollica” vi erano Scriva P., cl.1953, ucciso il 31 gennaio 1985, e Mollica A., cl.1952, soprannominato il “biondo”, ucciso il 2 ottobre 1986 a seguito di un agguato mafioso, nel cui contesto morì anche Vottari G., cl.1945, appartenente all’omonima cosca di San Luca. Prima del sequestro della Dott.ssa I. C., avvenuto il 25.01.1983, le due cosche degli Scriva e dei Mollica inizialmente costituivano un unico clan, capeggiato dai defunti Mollica A. e Scriva P.».
E ancora oltre: «Tale consorteria era dedita prevalentemente al traffico di armi e stupefacenti, al controllo degli appalti pubblici ed alle estorsioni in danno di commercianti di Bruzzano, Brancaleone, Motticella e Ferruzzano, nonché delle ditte appaltatrici. Attorno a costoro, legati da stretti vincoli di parentela e comparato, nonché da comunanze di interessi naturalmente illeciti, vi erano altre famiglie piuttosto numerose che rappresentavano i “gruppi operativi” dell’organizzazione criminale, ai quali era affidato il non meno importante compito di portare a termine tutte le azioni delittuose rientranti nella più ampia strategia mafiosa delineata precedentemente dai citati capi bastone».
«Tali gruppi di intervento – si legge in sentenza -  erano costituiti prevalentemente dalle stesse famiglie che, a seguito della scissione in due tronconi distinti e contrapposti, verificatasi a causa della conflittualità, degenerata poi nella cosiddetta “faida di Africo-Motticella”, si schierarono rapidamente con l’una o l’altra fazione, tra loro in lotta per l’affermazione del predominio territoriale».
La faida di Motticella causò la deliberata uccisione di oltre 50 persone e portò l’organizzazione a decretare la chiusura della “locale” di ‘ndrangheta. Le indagini, poi, consentirono l’individuazione dei soggetti appartenenti alle cosche “Speranza-Palamara-Scriva” e “Mollica-Morabito”.
Le attuali risultanze investigative hanno posto in evidenza dei contrasti in seno a quest’ultimo sodalizio, dovuti, in sostanza, alle mire “espansionistiche” ed autonomiste di Mollica S.. Questa circostanza è emersa in altri procedimenti e conferma l’intenzione di effettuare una scissione in seno alla stessa cosca, da parte di tale Mollica S., funzionale alla apertura di una sua “locale” di ‘ndrangheta a Motticella (frazione di Bruzzano Zeffirio) al fine di acquisire una propria autonomia, in particolare per quanto concerne la gestione degli appalti pubblici. Del resto, il progetto del Mollica S. di aprire una propria “locale” di ‘ndrangheta, trova pieno e documentale riscontro nell’operazione denominata “il Crimine”: dal contenuto di alcuni dialoghi intercettati nell’ambito della sottostante attività investigativa ed, in particolare, in quelli censurati all’interno della ormai “famosa” lavanderia di Siderno, è emersa chiaramente l’intenzione di riaprire il “locale” di Motticella, nel comune di Bruzzano Zeffirio.

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