Dinamica di una tragedia annunciata

Lun, 17/11/2014 - 11:04
Circolare lungo le strade della Calabria non può continuare a essere una partita a scacchi con la morte.

I  quattro giovanissimi di Siderno, i fratelli Napoleone e Gabriele Luciano, Giuseppe Figliomeni e Luigi Mory, conosciuti e benvoluti da tutti, volevano i raggiungere lo stadio dove stava iniziando Rosarnese – Siderno.

Sulla corsia opposta, Pasquale e Francesco Barbaro, padre e figlio originari di Platì, tornavano a Locri dopo un pomeriggio trascorso assieme al centro commerciale.

Le sei persone a bordo delle due vetture hanno avuto solo una frazione di secondo per registrare il lampo che ha tolto loro la vita, una frazione di secondo in cui le lamiere si sono fuse nella tragica sintonia che ha lasciato solo detriti sull’asfalto. Lo scontro frontale già non avrebbe risparmiato nessuno, il tratto di strada in cui questo è avvenuto ha pensato al resto. L’Aspromonte che si erge tra i due mari ha accolto i detriti delle due auto ridotte a brandelli, quaranta metri al di sotto della carreggiata, mentre le buste della spesa vuotavano il proprio contenuto per centinaia e centinaia di metri.

Quando la polvere e il boato si sono dispersi nell’aria umida di questa drammatica domenica pomeriggio, ciò che rimaneva dinanzi agli occhi degli astanti erano due mezzi sventrati, i cui pezzi si perdevano a vista d’occhio e il cui orrore contenuto all’interno non si poteva né si voleva immaginare.

All’arrivo delle autorità non si poteva pretendere di fare più nulla se non constatare l’immensa tragedia che aveva colpito ancora una volta in quel tratto di strada maledetta che scende in picchiata verso Cinquefrondi. La polizia, intervenuta con numerose pattuglie coadiuvate da altrettante squadre di Vigili del Fuoco provenienti da Siderno, Polistena e Palmi, ha potuto soltanto iniziare dei rilievi che fin dal primo intervento si sapeva che si sarebbero protratti per tutto il pomeriggio. Siamo convinti che l’ottimo coordinamento del funzionario Pietro Foderà sia stato uno dei più drammatici della sua vita, perché non è umanamente accettabile dover gestire il recupero di sei persone dilaniate da una fatalità.

“Ho visto l’inferno”, ha dichiarato uno dei testimoni. “Ci sono pezzi ovunque e, se osservate con attenzione, noterete che lungo la strada si è sparso persino del latte in polvere per bambini. Spero solo che non ci fossero neonati nelle auto.”

I neonati, in quelle auto, non c’erano. Magra consolazione, ma l’unica alla quale possiamo rimanere aggrappati dinanzi a un dramma del genere.

Sei vite sono state spezzate in questa domenica di sangue; quattro famiglie hanno dovuto ricevere una notizia che mai nessuno vorrebbe farsi portare dalle forze dell’ordine. Il fascicolo aperto dalla procura di Palmi attraverso il suo pm Rocco Cosentino non potrà che constatare quanto tutti già sappiamo: se lanci 1235 kg a 60 metri al secondo non sarà assolutamente facile fermarli.

Al di là dell’alta velocità resta il fatto che questa tragedia, che sciocca due città proprio nella giornata mondiale delle vittime della strada, mette in evidenza ancora una volta l’inadeguatezza delle infrastrutture presenti sul nostro territorio. Fino a quando una strada di grande comunicazione dalla carreggiata così ampia, ma con il nulla attorno, attraversata da tanti mezzi pesanti obbligati a procedere a una lentezza esasperante, tanto da far sentire gli automobilisti più impavidi autorizzati a sorpassare anche dove non sarebbe concesso, non verrà dotata di autovelox o, perché no, di un sistema tutor che tanti buoni risultati sta dando sulla nostra rete autostradale, queste tragedie continueranno a verificarsi. Attraversare in larghezza la Calabria sta diventando più pericoloso che giocare alla roulette russa; le campagne di sensibilizzazione, gli autovelox e la messa in sicurezza delle barriere della Jonio-Tirreno, i nostri mezzi per togliere anche l’ultimo proiettile da questo revolver.

Autore: 
Jacopo Giuca
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