Elisabetta: un coraggio che vale 200 preordini

Dom, 24/05/2020 - 12:00

Elisabetta Spanò ha 18 anni, frequenta il Liceo Linguistico Mazzini di Locri e ha scritto un libro. Si intitola “Le Cronache di campo Collina” e ha deciso di pubblicarlo con “Bookabook”, casa editrice indipendente che permette ai lettori di scegliere i libri che vogliono vedere sugli scaffali delle librerie. Fornendo delle anteprime dei romanzi sul suo sito internet, infatti, “Bookabook” invoglia i lettori a scoprire storie nuove e autori per lo più esordienti, impegnandosi a distribuire i titoli che hanno raggiunto almeno le 200 copie in preordine. Il preordine di “Le Cronache di Campo Collina” è iniziato lo scorso 18 maggio, e fino al 26 agosto siamo noi lettori a dover aiutare questa ragazza a realizzare il sogno di vedere distribuito il proprio romanzo. Per ovvie ragioni non abbiamo avuto modo di leggerlo, ma abbiamo invece avuto la fortuna di conoscere Elisabetta e sappiamo che l’umiltà con la quale si descrive (“sono nata nel 2001 a Locri, in Calabria, sono leone e sono codarda”, si legge nella sua biografia) cela un crogiolo di idee che nemmeno il dio Efesto saprebbe come plasmare e che ci danno la matematica certezza che acquistare il suo libro sia una scommessa vinta in partenza (per cui ordinatelo cliccando qui).
Nel caso in cui foste ancora titubanti, in ogni caso, l’abbiamo intervistata per voi.
Come nasce l’idea de “Le Cronache di Campo Collina”?
Questa storia è nata per caso, una mattina, mentre ero in spiaggia con alcuni ragazzi del blog “L’Obbiettivo” (sì, con due “b”). Avevamo diviso gli articoli del sito in rubriche e tutti sapevano di cosa occuparsi. Tutti tranne me. Alla fine abbiamo immaginato Armando Pio Diotallevi e l’ho scelto come protagonista di una storia a puntate e come abitante di Campo Collina, una città tale e quale alle nostre, piena di debolezze e contraddizioni ma, a volte, anche di virtù. Ho pubblicato un episodio ogni domenica e, a quasi un anno dalla chiusura della rubrica, ho deciso di rivisitare la storia, sistemarla e provare a farne un libro.
Quanto tempo ti ha richiesto la stesura del libro e quanto ti ritieni soddisfatta del prodotto finito?
Ci sono voluti circa sette mesi per scrivere tutta la storia. Ho assemblato gli episodi in una notte, ma dubito che si finisca mai di rivedere, correggere e sistemare. Penso si possa sempre migliorare, soprattutto alla mia età, quindi più che della qualità del libro sono soddisfatta dell’amore e della passione che ci ho messo per scriverlo. Credo che affezionarsi a una storia sia un buon punto di partenza per raccontarla bene; spero di essere riuscita a fare un bel lavoro.
Che cosa dobbiamo aspettarci dal libro e quanto di te e della tua esperienza personale vi è racchiuso all’interno?
Il libro parla di noi come società e comunità, e parla anche di me. Parla di noi perché in vari capitoli ho preso spunto da alcune vicende di cronaca che mi avevano colpita; parla di me perché attraverso i personaggi ho provato a esprimere la mia opinione. Credo sia un libro leggero su una città pesante, scenario di eventi piacevoli o spiacevoli, che a volte ho vissuto in prima persona.
Come mai la scelta di sottoporre il libro a una casa editrice in crowdfunding e non a una tradizionale?
Mi ha colpito l’idea del lettore che sceglie quale libro pubblicare. A me piace tanto leggere e penso sia meraviglioso avere la possibilità di diventare parte attiva del progetto editoriale. Tra l’altro avevo già letto un libro pubblicato da Bookabook, “Tre volte” di Alessia Principe, che mi è rimasto nel cuore. Ho pensato potesse essere di buon auspicio tentare l’esordio con la stessa casa editrice.
È scontato che il tuo obiettivo a breve termine sia la pubblicazione del romanzo, ma quali traguardi speri di raggiungere a lungo termine?
Il mio sogno nel cassetto è quello di far della scrittura un lavoro. So di sperare in un percorso difficile e impegnativo, ma è una passione che non voglio assolutamente lasciare morire. Spero di continuare anche con la giocoleria e il teatro, i miei altri due grandi interessi, e in generale di vivere facendo ciò che amo. Non è così facile, ma perché non provarci?
Hai già in cantiere qualche altra storia, dopo “Le Cronache di Campo Collina” o, comunque, in quale genere ti piacerebbe cimentarti in futuro?
Ancora ho solo qualche idea, niente di preciso. C’è un nuovo personaggio che inizia a bussare alla mia fronte, ma può darsi che decida di andarsene, quindi non mi sento di anticipare nulla. D’altra parte, meglio aspettare e vedere come andrà questa prima avventura.

Autore: 
Jacopo Giuca
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