The Flyers: la band col ciuffo che volata dalla Locride ha conquistato Milano

Dom, 26/06/2016 - 16:08
Il gruppo rock formato da tre ragazzi giovanissimi di Siderno ha trionfato al Campus Band Musica & Matematica, contest rivolto a tutti i gruppi musicali che si sono formati nelle scuole e nelle università italiane. Michele Macrì, Salvatore Spadaro e Michele Panetta si esibiranno il 2 luglio a Siderno in occasione di "Musica in Festa, allegria in piazza".

È facile avere un sogno. Tutti ne hanno.
Crederci profondamente, investire tempo, forza e passione, cadere e rialzarsi, sbagliare e riprovare, non mollare, sta in questo la vera differenza. In questo il vero valore e la più autentica bellezza. È facile credere in un progetto facendosi trascinare dalle amicizie, è complesso coltivarlo con dedizione e costanza. Ma una cosa è sicura: le soddisfazioni arriveranno.
La pensavano così, quegli allora tredicenni che decisero di formare una band.
Avrebbero potuto scegliere altro: una bici, una moto, uno sport, una fidanzatina, un bar, una pizzeria, un ristorante, il mare d'estate e il divano d'inverno. Eppure no, loro hanno scelto la musica. Si sono imbarazzati, sconfortati, rianimati e alla fine hanno vinto.
Hanno nomi comuni, forse quelli dei lodo nonni; nomi semplici, come semplici sono le famiglie che li hanno tirati su così bene. Perché gran parte del merito è anche il loro.
In arte sono i "The Flyers". Nella realtà sono ragazzi comuni, sono Michele Macrì, Salvatore Spadaro e Michele Panetta. Sono giovani leve sidernesi, eredi di un'arte importante, di una Calabria da portare in alto.
Li avevamo lasciati all'esibizione in occasione della manifestazione "Vavalacircus" di qualche anno fa. Qualcuno ha continuato a seguirli, qualche altro si è fermato all'apprezzamento di quei giovanissimi così in gamba.
Eppure loro, in silenzio e lontano dal clamore della folla, hanno lavorato, hanno migliorato loro stessi e la band, e poi sono tornati: più agguerriti di prima.
Hanno saputo, casualmente, tramite un annuncio alla radio - mi racconta Salvatore - di un concorso musicale indirizzato prevalentemente a studenti,  il "CampusBand musica e matematica" la cui finale si sarebbe disputata a Milano e, senza troppe pretese, si sono iscritti.
Sono stati selezionati, sono atterrati a Milano il 16 Giugno, si sono esibiti davanti alla giuria dopo mille raccomandazioni e numerosi incoraggiamenti da parte di chi è rimasto a casa.
Hanno cantato e suonato un brano edito e un loro inedito. E poi... hanno vinto.
Si sono classificati primi accaparrandosi un contratto con un'etichetta discografica che produrrà e pubblicherà un singolo contenente i due brani presentati al concorso ed eseguiti nella finale, e due borse di studio, una per compositori, autori o interpreti da usufruire presso il Centro Europeo di Toscolano, scuola fondata da Mogol e una per poter frequentare un corso per musicisti (chitarristi, batteristi, tastieristi, ecc) presso il CPM di Milano scuola musicale rappresentata da Franco Mussida.
Li ho incontrati alla festa organizzata dalle famiglie al loro rientro da Milano.
Una torta con il logo della band, tre bottiglie di spumante e lo striscione che li ha accolti all'arrivo a Lamezia su cui si leggeva "Vinceremo insieme" (che oltretutto è il titolo del loro inedito) facevano da sfondo all'intero festeggiamento.
Insieme alle mamme e ai papà, ai nonni, agli zii, ai cugini e agli amici. A chi ha sempre creduto in loro e chi, giorno dopo giorno, ha imparato a crederci.
"Hanno vinto i moscerini!"- ha esclamato il presentatore la sera del 16 Giugno.
Erano i più giovani rispetto ai componenti delle altre band finaliste. Dei veri e propri moscerini che, esclusivamente con la loro semplicità e il loro imbarazzo, hanno portato a acasa la vittoria. Mi raccontano di telefonate a raffica, messaggi, post su Facebook, abbracci e complimenti vari che li hanno devastati e onorati, in questi giorni in cui i veri protagonisti sono stati loro.
Hanno un tratto comune: un ciuffone che fa di loro ragazzi alla moda e che si pettinano di continuo con le dita delle mani.
"Allora 'The Flyers' partiamo dal principio..." - introduco.
"Io e Michele Macrì andavamo in classe insieme - racconta Michele Panetta. - Eravamo appassionati di musica, abbiamo conosciuto Paolo Barsano, e abbiamo deciso di formare una band. Ci serviva un cantante. Allora abbiamo pensato a Salvatore. Poi Paolo, un po' di tempo fa, ha deciso di prendersi del tempo per studiare e migliorarsi. Ci ha lasciati con la promessa che un giorno tornerà. Ci segue assiduamente e ha esultato per la nostra vittoria. È un grande amico."
Mi sembrano (ma forse lo sono) delle piccole star e mi fa tenerezza il loro senso del "noi" che offusca completamente quello dell' "io".
"Perché 'The Flyers'?" - chiedo curiosa.
"Inizialmente non era una cosa studiata; volevamo qualcosa che avesse a che fare con il nostro sogno di volare. Abbiamo pensato a questo nome, e poi è rimasto quello effettivo." 
"E il vostro logo, invece? Perché un orsetto? Cosa rappresenta?" - incalzo.
Si guardano, si scambiano sorrisi e sguardi d'intesa per poi rispondere:
"Abbiamo visto quest'orsetto azzurro. Ci trasmetteva dolcezza. Al posto degli occhi abbiamo sistemato due "x" che fanno tanto rock. Abbiamo unito la dolcezza all'essenza rock. Un connubio perfetto, no?" - rispondono quasi all'unisono.
Provo a immaginare l'emozione nel momento in cui hanno ricevuto la notizia di essere stati selezionati per la finale di Milano. Ma loro sconvolgono i miei pensieri:
"Quando è arrivata al nostro indirizzo di posta la mail con la bella notizia, abbiamo notato che nel testo c'era scritto il nome di un'altra band, non quello della nostra. Non sapevamo cosa pensare. Se fosse stato un errore l'invio della mail a noi, o se avessero confuso il nome della nostra band con un'altra. Sono stati attimi di ansia..."
Ma non riescono a finire di raccontare che prontamente interviene il papà di Michele Macrì:
"ero tranquillo in casa quando Michele mi raggiunge e mi dice 'Pa, dobbiamo andare a Milano'.
Insomma, ha sorpreso anche me" - afferma.
E dopo aver compreso il lieto fine, chiedo informazione sulla loro sala-prove:
"Avete un posto tutto vostro per provare prima dei concerti?"
"All'inizio, sprovvisti di qualsiasi spazio, abbiamo optato per una soluzione momentanea: a turno la nostra sala prove sarebbe stata casa dei nostri genitori. E andava anche bene. Le mamme ci preparavano la merenda a base di torta al cioccolato e succo di frutta energizzante.
Dopo poco tempo non sono mancate le lamentele di quei vicini di casa che ci accusavano di tenere il volume troppo alto e, nonostante i nostri sforzi per fargli capire l'importanza della musica, sono rimasti fermi sulle loro posizioni. Così ci siamo armati di buona volontà e abbiamo costruito una sala prove insonorizzata nella soffitta di Michele Panetta grazie soprattutto all'aiuto e alla pazienza di suo padre che, con estrema cura, ha edificato il nostro piccolo mondo. Ora proviamo a volumi così alti da perdere l'udito ed è vietato l'accesso ai non autorizzati. Concediamo il 'pass' solo a chi viene a trovarci munito di cibo" - affermano fra tante risate.
"Ma una curiosità su di voi?" - chiedo.
Si affretta, dopo pochi secondi di esitazione, a rispondere Michele Panetta:
"Ehm... che io e Salvatore siamo cugini vale come curiosità?".
"Perché no! Due artisti nella stessa famiglia non è mica una cosa comune!" - esclamo.
"Ma...litigate?" - domando.
"Sì. Litighiamo! Soprattutto quando dobbiamo organizzare il lavoro - afferma Michele Macrì - però poi ci calmiamo, scoppiamo a ridere e ci passa subito."
Numerosi abbracci e complimenti continuano ad arrivare insieme ad altri fan. E poi qualcuno chiede qualche pezzo live, lì improvvisato. In un batter d'occhio si sono muniti degli strumenti, il legno della chitarra funge da batteria ed è subito un successo.
Tutti canticchiavamo il loro inedito, e le nonne si asciugavano il viso.
Eccoli i veri vincitori. Eccolo il vero talento. Quello che si palesa nella semplicità e nella nobiltà d'animo, quello che li porta ad affermare: "quando abbiamo capito di aver vinto eravamo increduli. Non era possibile. Ci siamo abbracciati. Noi così piccoli e semplici moscerini nella grande Milano, ce l'avevamo fatta."

Autore: 
Sara Leone
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