Formula Abruzzo? Provala anche tu!

Dom, 17/02/2019 - 17:00

Le elezioni abruzzesi si sono svolte, tutto sommato, secondo copione. Le solite facce catodiche, che dal mattino alla sera ci ammanniscono commenti, si sono sprecate sul tracollo dei 5 Stelle, che in realtà è una riduzione del gradimento, visto che, duri ma soprattutto puri, si ostinano a non cercare alleanze e a non presentare più liste a sostegno del candidato presidente, condannandosi a soccombere nella corsa alla preferenza tipica delle elezioni regionali… Per di più di solito cercano con il lanternino candidati che non aiutano.
Il PD ha ottenuto un risultato apprezzabile, visto che in molti si aspettavano che la lista di partito avrebbe ottenuto un risultato a doppia cifra solo con la virgola in mezzo e invece la soglia del 10% è stata superata: è già una cosa.
Certo non dappertutto il centro-sinistra dispone di un fresco ex-vicepresidente del CSM, il secondo magistrato d’Italia (benché non togato), da poter schierare come candidato governatore: Legnini in ogni caso ha dato buona prova di sé, salvando la faccia a tutta la baracca. Peraltro affollatissima, dato il sostegno di una quantità impressionante di liste civiche di rincalzo.
Ma la vera novità di queste elezioni è la sperimentazione di una nuova formula per il centrodestra, utile a uscire dall’impasse di cui abbiamo scritto nelle scorse settimane. Focalizziamoci sulla Calabria. Una pachidermica Forza Italia sprofonda nel caos più totale, con il Cavaliere che alle nostre latitudini non dà segno di esistenza in vita e una dirigenza locale a volte buona e molto buona, spesso inadeguata, talora folkloristica. Fratelli d’Italia piace, ma non decolla. La Lega esplode, ma ha una dirigenza piuttosto carente. Usando Formula Abruzzo, una soluzione ci sarebbe.
Lo schema è semplice: un candidato presidente di Fratelli d’Italia serio, credibile, paesano al 100% (non come il buon Marsilio nato e cresciuto a Roma), già testato in altri incarichi (avete capito a chi pensiamo, no?); un paio di liste con nomi suggestivi (tipo “Prima la Calabria” o “Forza Calabria”), con persone gradite a tutta la compagine, che facciano da collante, e le singole liste di partito. È possibile che Forza Italia resista più che in Abruzzo, come che la Lega faccia un po’ meno bene e che Fratelli d’Italia si difenda a percentuali comunque sotto il 10, ma sono dettagli. L’importante è dare qualche chance al centro-destra calabrese di non sembrare il circo Barnum proprio nel momento in cui è pressoché impossibile che perda - e Forza Italia, se lasciata a se stessa e alle proprie dinamiche autolesionistiche, non sembra garantire neppure questo (modesto) risultato.

Autore: 
Gog&Magog
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