Fragomeni «SEL voleva la lista unica, Fuda no»

Dom, 08/03/2015 - 11:13
L'intervista a Maria Teresa Fragomeni

Prima l’opposizione a Pietro Fuda e la convinzione di poter schierare un candidato che lo facesse sudare; quindi l’ignobile gesto che ha spinto Mammì a ritirarsi dalla competizione e la scelta di appoggiare quello stesso Fuda prima osteggiato.

Maria Teresa Fragomeni e il PD hanno diverse cose da chiarire, ma sicuramente nulla da nascondere.

Dopo la brutta vicenda che ha coinvolto il dottore Mammì il PD ha infine deciso di appoggiare Pietro Fuda sindaco. Come mai?

Quanto accaduto a Pierdomenico Mammì è stato gravissimo, a maggior ragione se inserito nel contesto di una relazione presentata pochi giorni fa dal magistrato Doris Lo Moro, attraverso la quale si constata un preoccupante incremento degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali. Parallelamente, purtroppo, questi atti sono andati aumentando anche nei confronti di persone che semplicemente si accingevano a dare la propria disponibilità a una campagna elettorale, eventualità che condiziona in maniera radicale la possibilità di scelta dei propri amministratori da parte dei cittadini. Noi avevamo ovviamente un programma totalmente incentrato sulla figura del dottore Mammì e, quando il nostro candidato ha giustamente scelto di  ritirare la propria candidatura, abbiamo dovuto constatare che una qualunque sostituzione si sarebbe rivelata politicamente inopportuna. Ci siamo limitati ad anteporre il bene di Siderno agli interessi personali, evitando spaccature che avrebbero favorito il centrodestra. Facendo questa scelta inaspettata, invece, siamo stati noi a creare una frattura nella coalizione opposta, lasciando tutti i suoi esponenti spiazzati. Credo, comunque, che il mancato svolgimento delle primarie sia stata una grandissima occasione persa anche per lo stesso Fuda che, nel caso in cui avesse vinto, sarebbe stato maggiormente legittimato a essere il candidato di tutti, mettendo in chiaro di essere alla guida di quella coalizione coesa che il PD si è sempre auspicato.

Cosa la convince di Fuda?

Si tratta di un amministratore esperto che, negli anni passati, ha fatto veramente molto per Siderno. La sua scelta di scendere in campo rappresenta la disponibilità di mettere le proprie capacità al servizio della città.

Con Pietro Fuda sindaco Siderno può svolgere il ruolo di locomotore della Locride?

Credo di poter dire senza presunzione di sì, perché Piero Fuda, assieme al Partito democratico, possiede le chiavi giuste a riavviare Siderno come locomotore dell’intero territorio. Non dimentichiamo, poi, che tutto questo avviene alle porte del 2017, anno in cui finalmente partirà la Città Metropolitana, nella quale Siderno ricoprirà cer

tamente un ruolo di primo piano. Ovviamente, in questa fase storica, il PD ha un ruolo fondamentale, in quanto può fornire una serie di collaboratori validi al vincitore delle elezioni comunali.

Come pensate di creare opportunità lavorative in una Siderno stremata?

La crisi e il colpo simbolico che Madre Natura ha inferto a Siderno con la distruzione del lungomare hanno fatto sì che la città toccasse il fondo del barile. Siamo in una situazione dalla quale non si può uscire con le sole forze dei sidernesi, anche perché i cittadini non sono più disposti a pagare le tasse per servizi che non vengono offerti. Vogliamo che il paese torni a essere vivibile con lo sblocco della questione edilizia e del lungomare, ridando così dignità alla cittadinanza.

Anche per questo, abbiamo organizzato in primavera alcuni dibattiti aperti col pubblico: a marzo su lungomare e trasporti, ad aprile su casa della salute e sanità, a maggio su città metropolitana e ambiente.

Quindi la questione del lungomare si sbloccherà?

Certamente sì, siamo molto vicini a una sua soluzione.

Il funzionario responsabile e l’assessore Nino de Gaetano mi hanno garantito che i fondi per Siderno sono già pronti. Parliamo di cifre che si aggirano attorno ai quattro milioni per quanto riguarda la riqualificazione della strada e sei milioni per creare delle barriere frangiflutti, senza le quali, siamo stati avvertiti, non partiranno nemmeno i lavori di ricostruzione. Quindi, i vertici del Pd Regionale e Provinciale guardano a questa città con un occhio di riguardo?

Soprattutto a livello Provinciale, in quanto si è sempre molto attenti alle istanze provenienti dai singoli paesi. Non credo che sia un caso se ieri l’Auditorio episcopale di Locri ha ospitato il Presidente della Regione Oliverio, al quale è stato potuto relazionare sulle condizioni dell’ospedale della Locride.

Possiamo dunque dire che il ruolo del sindaco di Siderno dovrebbe andare anche oltre la stessa Siderno, in questa fase?

Sì e soprattutto grazie al PD, che sarà in grado di instaurare un rapporto di profonda sinergia con il primo cittadino.

Nell’ultimo numero di Riviera il PD è stato accusato di essere direttamente responsabile della mancata realizzazione della lista unica che, secondo i vostri oppositori, avrebbe notevolmente migliorato la qualità del consiglio comunale.

Si tratta di un’accusa strumentale, che tiene conto di quanto la presentazione di un “listone” politico avrebbe totalmente cancellato l’identità dei suoi esponenti e dei sostenitori.

Della lista unica, infatti, non si è mai discusso se non in maniera collaterale alla presentazione delle liste civiche che, si dimentica spesso, nascondono il pericolo che il proprio rappresentante, non essendo legato a qualsivoglia logica di partito tradizionale, si senta legittimato a fare ciò che ritiene più opportuno senza rendere di conto a nessuno, soprattutto ai propri elettori. Non è un caso, infatti, se, nell’ultimo incontro di coalizione, l’unico partito ad avanzare un’idea di questo tipo era stato SEL, ma nemmeno Fuda era d’accordo. Anzi, era d’accordo con noi.

Ciò a cui dobbiamo guardare non è la quantità delle liste, ma la loro qualità.

Tra lei e Panetta, dopo tanti anni di collaborazione, si è rotto qualcosa. Perché?

Abbiamo preso strade politiche completamente differenti. Io ho deciso di continuare a condividere la linea politica del PD, mentre Mimmo non ha accettato gli accordi di governo tra il centrosinistra e centrodestra. Le nostre strade si sono divise, ma continuiamo a lavorare insieme con l’intento di sostenere il centrosinistra, anche se SEL, a livello nazionale, si è spostato sull’Aventino.

Un parere su Sgarlato e Caruso.

Credo siano due validi elementi politici. Non conosco l’avvocato Caruso ma so quale sia la situazione del centrodestra grazie all’amicizia che mi lega a Pietro e credo che non abbia i numeri per fare politica locale.

 

Autore: 
Jacopo Giuca
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