Gerace: quale furturo?

Sab, 20/07/2013 - 13:19
Scrivono i gruppi di opposizione del comune di Gerace

Un giorno uno scorpione, non sapendo nuotare ed avendo paura di annegare, chiese a una rana il permesso di salire sul suo dorso, per essere trasportato da una sponda all'altra di un fiume

La rana, temendo di essere punta durante il percorso, in un primo momento si rifiutò, salvo poi accettare, tranquillizzata dalle parole dello scorpione, che sosteneva l'impossibilità di una tale eventualità, poiché la morte della rana avrebbe con certezza provocato anche la sua fine per annegamento.

La rana, convinta dal ragionamento e dalla promessa, acconsentì di dare il passaggio allo scorpione e lo lasciò salire sul suo dorso.

Giunti a metà del fiume, lo scorpione morse la rana, condannando entrambi a morte certa. Prima di morire la rana, resasi conto della situazione, chiese allo scorpione il perché del proprio gesto.

Lo scorpione rispose: “Ti ho punta perché questa è la mia natura".

Circa due anni or sono, l’attuale sindaco, essendosi candidato alla guida del Comune, chiese ai suoi concittadini il voto per essere eletto.

Ai dubbi e alle perplessità dei geracesi, che pure conoscevano la persona, il candidato offrì promesse suadenti, revisione di tutti i tributi con agevolazioni/sgravi, sviluppo economico ed occupazionale, generalizzato benessere, opere pubbliche, ecc. 

Questo candidato vinse le elezioni, ma ben presto i cittadini, al pari della rana, si resero conto di essersi caricati sulle proprie spalle un amministratore  privo delle virtù auspicate ed assolutamente inidoneo a far progredire il Paese.

Parafrasando la favola di prima, lo scorpione portato sulle spalle dal popolo di Gerace sta per fare affondare la Città in grado com'è, per sua natura, di offrire solo promesse senza  mantenerle per egoismo personale ed ideologico, assenza di conoscenze generali, orgoglio e totale chiusura al civile confronto.

Così Gerace affonda, ormai disillusa e ben consapevole del tradimento perpetrato ai suoi danni.

Lo scorpione, forse, non avrebbe voluto tradirla perché consapevole della morte di entrambi, ma la sua natura  lo ha spinto a farlo.

Ora, la Città posta sul monte ad irradiare la Sua cultura su tutta la ionica sta sprofondando. Il faro di civiltà che per tanti anni ha dato lustro al comprensorio è stato spento da un'Amministrazione comunale del tutto incapace.

QUANTE OPERE PUBBLICHE NON REALIZZATE, QUANTI SOGNI RIPOSTI NEL CASSETTO, QUANTE OPPORTUNITA’ PERSE in questi due anni di Amministrazione Varacalli!

Un solo dato per tutti: Euro 7.141.106,38 di trasferimenti di capitale straordinari  dallo Stato e dalla Regione Calabria non riscossi e non utilizzati per la realizzazione di Opere Pubbliche. 

Intendiamo formulare -  con grande senso di  responsabilità e di appartenenza sociale - due proposte, alle quali non ci sono alternative,  e che rivolgiamo al Sindaco Varacalli, perché, alla luce delle facili considerazioni di quanto è stato fin qui evidenziato, a causa del fallimento di entrambe le sue giunte, bisogna evitare, con estrema urgenza,  che la  Città di Gerace sprofondi nell’abisso:

  1. Una forte azione amministrativa che risollevi le sorti della Città, attraverso  un esecutivo composto anche dai consiglieri di opposizione, i quali rappresentano il 73,47% degli aventi diritto al voto e sono disponibili ad assumere ruoli di governo al fianco dell’attuale Sindaco,  per il bene della Città.
  2. dimissioni immediate del Sindaco Giuseppe Varacalli, qualora  egli  dimostri indifferenza e disaffezione alla Città nel rifiutare la proposta,  - peraltro attuata in situazioni più difficili  dai rappresentanti nazionali del Paese - , di un esecutivo congiunto e di “larghe intese”  finalizzato a garantire maggiore certezza del futuro.

 

Autore: 
Angelo Gratteri, Giuseppe Cusato, Giuseppe Pezzimenti
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