Guardia Medica di Marina di Gioiosa: insieme si vince

Dom, 19/01/2020 - 12:00

In un territorio in cui le istituzioni di sanità pubblica non riescono a rispondere adeguatamente ai bisogni dei residenti, la chiusura del poliambulatorio di via Sturzo, a Marina di Gioiosa Ionica, da parte dei Nucleo Antisofisticazioni e Sanità poteva trasformarsi in una vera e propria catastrofe.
I locali, chiusi dai Carabinieri per “mancanza di pulizia, vetustà dei servizi igienici, vetustà degli arredi, macchie sui pavimenti, infiltrazioni di umidità, assenza di opere di sanificazione”, infatti, ospitavano la guardia medica, il centro allergologico, il centro vaccinale e il Centro di Igiene Mentale, la cui assenza già faceva temere i residenti di dover rimbalzare da un centro limitrofo all’altro per cercare di effettuare anche una banale visita di controllo. Un discorso valido si badi bene, non solo per gli abitanti di Gioiosa Marina, ma per l’utenza estesa dell’intera Locride, che avrebbe perso un presidio sanitario territoriale molto importante. L’aspetto ancora più sconcertante dell’intera vicenda era inoltre costituito dal fatto che, pur essendo i locali di proprietà del Comune, la responsabilità del degrado denunciata dalle forze dell’ordine era pienamente ascrivibile all’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, cui sarebbero spettate una manutenzione e una pulizia evidentemente assenti.
Senza cedere alla disperazione e alla tentazione di puntare il dito avviando sterili polemiche, in ogni caso, l’Amministrazione Comunale guidata da Geppo Femia ha saputo adottare una soluzione tampone a questa emergenza in appena 48 ore, garantendo, di fatto, una continuità di servizio che pareva davvero utopistica. La soluzione, tanto semplice quanto efficace, è stata quella di effettuare un trasloco in altri locali del Municipio di Gioiosa Marina, un trasferimento al quale, in una vera e propria gara di solidarietà, hanno partecipato tutti.
«Certamente l’Amministrazione Comunale ha trovato la soluzione - ci racconta infatti il primo cittadino, - ma non sarebbe stato possibile attuarla senza il contributo degli impiegati, dei Lavoratori Socialmente Utili, dei funzionari e persino dei cittadini che, resisi conto della situazione, si sono rimboccati le maniche senza esitazione per agevolare lo spostamento dei faldoni e dei mobili che permettono a queste istituzioni della sanità pubblica di continuare a funzionare».
Un ingranaggio ben oliato che ha garantito a tutti noi di non perdere un servizio essenziale e agli amministratori di ragionare con calma sulle soluzioni da adottare per tornare alla normalità.
«Abbiamo già preso contatto con i commissari dell’ASP per avviare una convenzione che regoli l’intero servizio in futuro - ci spiega Femia. - Devo anzi ringraziare i funzionari e i commissari, in particolare la Dottoressa Ippolito, per essersi adoperati in prima persona affinché i servizi in questione rimanessero nell’immediata disponibilità dell’utenza senza che venisse sballotata da un posto all’altro proprio in un momento di necessità come può essere quello in cui si ha bisogno di cure mediche per se stessi o per un famigliare. La nostra urgenza, adesso, non è tanto quella di riportare i servizi nei vecchi locali, perché quelli in cui attualmente si effettuano la Guardia Medica, l’allergologia e le vaccinazioni sono forse migliori e certamente più sicuri di quelli in cui si trovavano prima. Tuttavia non abbiamo potuto collocare da nessuna parte il CIM, che potremmo riportare nella sua posizione originaria una volta bonificati i locali. Se riuscissimo a trovare l’accordo su una soluzione di questo tipo, anzi, sono fiducioso che già entro la fine del mese potremmo ripristinare del tutto il servizio».
Evenienza che renderebbe ancora più eccezionale un risultato già straordinario e che dimostra come le nostre amministrazioni democraticamente elette possano affrontare i problemi con la stessa efficienza e trasparenza di quelle di tanti altri luoghi d’Italia.

Autore: 
Jacopo Giuca
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