I novelli Umberto Zanotti Bianco e la capitale della Cultura 2025

Dom, 05/07/2020 - 11:00

Facebook ha affinato le capacità di fotografo di Massimo: dalla nostra spiaggia, a un'ora improbabile del mattino (per noi, che non facciamo le levatacce) immortala il fuoco rosso di un muro di nuvole, che mettono fuori dalla pancia una sconvolgente bellezza, una barriera a squarci con le fondamenta e il tetto dentro l'azzurro di mare e cielo. Ma io e Umberto - sarà perché veniamo da un paese interno - al primo posto mettiamo un Borgo - scegliete voi quale, sono i tanti a essere molto belli (magari non tutti curati alla stessa maniera). Noi, l'universo di "scegliete voi quale" lo guardiamo da sopra la panoramica, dalla collina opposta al borgo, con tutta la campagna e fino alla costa ionica che si vede nell’eccezionale "fotografia": il sole sta calando, si sommano i colori pastello di case, murature nuove, quelle antiche a pietra e solo ritoccate, i riflessi sulle tegole e su qualche audace fotovoltaico, i rampicanti, i vecchi legni, le finestre e i balconi, un po' giardino e un po’ dispensa, l'arte sparsa. E trapela una preoccupazione superflua: dentro quelle abitazioni ci saranno i congelatori, i climatizzatori, il Wi-Fi? Seby cita De Crescenzo: «Come faceva Socrate, senza frigorifero?» Non ci incartiamo neppure con quella cosa lì, "con la bellezza si mangia?" Se non è una cosa eterea, certo che sì, si guadagna. Il consigliere comunale per caso mi chiede: «Questo vostro amico Umberto… è Zanotti Bianco?» Ha appena ascoltato LambertI Castronuovo paragonare il massmediologo Klaus Davi al politico-filantropo che ci ha lasciati più di mezzo secolo fa. Che scopriva e tutelava le "ruine" dei nostri impareggiabili luoghi, guardava alla povertà per capire il brigantaggio e, con le immagini e il racconto, non ha sgarrato nulla. Il punto per capire lo spopolamento dei paesi interni e la realtà dei borghi che non vogliono essere un presepe (per di più, non hanno fabbro, carpentiere, sarto e così via, traslocati verso la Forestale) sta negli interventi per riparare le lesioni e gli smottamenti del terreno, nei servizi che ormai si hanno, anche in collegamento con le discutibili antenne. Ripristinare ciò che manca e mettere ciò che serve. I collegamenti stradali, ahimè: il dipendente dell'ufficio delle Entrate ha digerito da anni quei 10 chilometri di Strada Provinciale che dal suo comune lo immette sulla Statale 106. Quando non ci sono interruzioni (quando?) aggiunge quindici minuti all'altro tempo per raggiungere l'ufficio di Locri, lo studente universitario che si serve del treno per raggiungere le sedi universitarie ha i tempi più disordinati della gioventù, i pendolari si organizzano in gruppi con le autovetture. Se le distanze sono doppie o triple di quelle che abbiamo detto, l'interessato si ritrova spesso a trasferirsi da un paese delle aree interne in un comune del litorale. Lì, nelle farmacie, sono arrivati i cuscini per alleviare la cervicale, nel negozio dei telefonini i "gioielli" di ultima generazione, al centro commerciale il pesce surgelato tanto sofisticato, trovi l'edicola-libreria con tutte le pubblicazioni, la bottega con il macchinario che ti risuola le scarpe in tempo reale, la pinseria (con la “n" e la “s” al posto delle due “z”) a suggello della novità, all'abbigliamento un vestito che altrimenti non trovi. A Marina, di sotto, c'è lo sportello della banca, il professore del Liceo che fa ripetizioni. Se utilizziamo bene i finanziamenti per mettere in sicurezza aree interne e borghi, sentieri e vicoli, pavimentazione e icone, chiamiamo i vecchietti a fare "da libri", come si dice, se riapriamo le botteghe artigiane e commercializziamo i prodotti che si fanno solo qui, formiamo guide turistiche, organizziamo eventi, la ristorazione, esponiamo gadget non dozzinali, porteremo a termine un'operazione intelligente. I paesi interni si spopolano perché mancano alcune figure che formano una società viva e protetta e alcuni servizi (uffici, Forze dell'Ordine, associazioni di volontariato). I borghi non sono un disegno con grotte e persone dentro un'ampolla di vetro in cui "nevica", che vai a guardarci ogni tanto: invece, debbono essere sempre organizzati per i visitatori. Questa grande scommessa che viene presentata dal GAL “Terre Locridee” e da Officina delle Idee, la Locride Capitale della Cultura 2025, deve avere tra i "capisaldi" aree interne e borghi (i supporter di ognuno di essi e l'assessore regionale Nino Spirlì troveranno un punto d'incontro nell’identificazione dei più suggestivi). Abbiamo segnalato l'essenziale delle motivazioni che hanno spinto all'abbandono. Si deve lavorare su queste conseguenze che si sono determinate, oggi ci serve un respiro politico capace di mettere in pratica un’iniziativa culturale ed economica forte, sapendo che non si torna indietro, che bisogna essere capaci di inventarsi un "nuovo" allettante. Dalla Panoramica, insieme ai due Umberto (quello vivo e quello che non c'è più), vediamo laggiù il Borgo incantevole, che ci indica  un pezzo di futuro, dietro di noi c'è una panchina per sederci e continuare a oziare. Spazio per fare altro non c'è.

Autore: 
Franco Crinò
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