Il buono, il brutto e il cattivo

Dom, 18/12/2005 - 00:00

Attenzione: richiamiamo per un paio di motivi il titolo di un film di grande successo di Sergio Leone, autorevolissimo regista di quel genere cinematografico che alcuni spregiativamente chiamarono spaghetti-western, al quale però venne riconosciuto talento, spessore artistico, grande capacità descrittiva,.
Il primo motivo è che la storia che stiamo per narrarvi ha tre protagonisti che dalle foto pubblicate avete già riconosciuto per la loro locale notorietà (anche se non vi è fra essi né uno più buono di un altro, né uno più brutto, né ancor meno uno più cattivo).
Il secondo è che la storia è calata in quel Far West che è la Locride odierna, territorio dove si uccide impunemente (e questo, sia chiarissimo, non ha proprio nulla a che fare con i nostri tre interpreti), ma che è anche il luogo dove regole nazionali sorte per essere applicate dappertutto qui si preferisce non rispettarle tout court oppure ci si arrampica per interpretarle diversamente al fine di motivarne l’impiego “originale” e opposto, spiegarne la non adozione, giustificarsi chiamando a scusante l’eccezionalità del luogo, del tempo e dello spazio (e tutto questo, sia altrettanto chiarissimo, ha proprio a che fare con i nostri tre protagonisti).
Per non far torto a nessuno indichiamoli in ordine alfabetico. Abbiamo per primo l’on. Giuseppe Bova, attuale Presidente del Consiglio regionale, viene dopo l’ing. Pietro Fuda, dimissionario (?) Presidente della Provincia, e infine l’ing. Domenico Panetta, ex Sindaco di Siderno.
(Continua dalla prima)

Il copione che dovrebbe essere recitato per tutto il futuro semestre elettorale, ovvero da domani sera lunedì 19 dicembre, data in cui si terrà la riunione di Giunta a Reggio con all’ultimo punto la discussione sulle dimissioni del Presidente (da confermare o ritirare, dipende) fino a metà giugno, data in cui a Siderno si andrà al presumibile ballottaggio per la scelta del Sindaco, parrebbe prevedere (il condizionale è d’obbligo, nessuno in situazioni del genere parla apertamente) le seguenti parti in commedia.
1. Il Presidente Fuda domani conferma le dimissioni e, poiché è portatore di un personale e consistente pacchetto di voti, viene candidato al Senato nella coalizione di centrosinistra.
Con buona pace del fatto che alle elezioni provinciali del 2001 è stato alla testa della coalizione di centrodestra e nella primavera scorsa, da militante di Forza Italia, lottò all’interno del suo partito per essere il candidato della Casa delle Libertà alla Presidenza della Regione.
Gli venne preferito Abramo e questa scelta, è voce unanime, non gli piacque al punto da aver da allora cominciato a prendere le distanze dal suo schieramento.
2. L’ing. Panetta è stato per sette anni Sindaco di Siderno, non tra i peggiori certamente.
Non ha mai nascosto le sue legittime ambizioni politiche: epperò non trovando adeguata comprensione nel partito di appartenenza, il DS, ha cercato in questi anni in altri schieramenti partitici, tutti sempre all’interno del centrosinistra, altre candidature con esisti non positivi.
La parte che a Siderno gli verrebbe assegnata sarebbe quella di divenire uno dei due competitor da opporre all’ing. Figliomeni, attuale Sindaco ricandidato dal centrodestra.
Grazie all’apporto dei voti fudiani sarebbe Panetta ad andare al prevedibile, forse scontato, ballottaggio. Lì poi si vedrà.
Certo, se fosse solo a rappresentare il centrosinistra, e con l’appoggio dell’ing. Fuda, si potrebbe pensare a una possibile affermazione al primo turno; ma proprio il fatto che saranno invece due i rappresentati di quella stessa area politica sta solo a indicare che altri non paiono molto convinti della parte che il copione li induce a recitare: lo si dice ovunque a Siderno, “non ci stanno”.
3. L’on. Bova pare sia stato designato a interpretare il ruolo di kingmaker: lavora dietro le quinte, appare poco sulla scena, non viene inquadrato, per cui in pochi lo vedono in primo piano ma, assicurano, è per contro parecchio attivo.
L’unica cosa che vorremmo sapere è se si muova in accordo con tutto il suo partito e comunque con tutta l’Unione.
Forse non c’entra molto ma in questi giorni i vertici del Ds non stanno facendo certo una bella figura per aver a suo tempo appoggiato a oltranza il patron Unipol Consorte nella sua scalata verso la BNL.
Anche a livello nazionale in quello schieramento si confrontano due anime, e finisce qui il possibile paragone con la nostra realtà, meschina come quell’altra.
Tuttavia, come in tutti i film che si rispettano ci dovrà pur essere uno svolgimento, una conclusione e una morale da trarre.
La prima fase l’abbiamo raccontata, ciò che ci farà capire la conclusione lo conosceremo domani stesso.
Però a noi, che siamo un giornale che ha più e più volte dichiarato di essere sempre disposto a schierarsi a fianco di chiunque operi autenticamente e con serietà a favore dello sviluppo del nostro emarginato, arretrato e periferico territorio, quanto abbiamo fin qui descritto non piace affatto.
Prodi dice che non si può accettare chi, annusando l’aria che tira, intende salire sul carro del vincitore. Prodi ha detto con assoluta chiarezza, e tutta l’Unione ha convenuto sull’opportunità che colui che ha rivestito cariche recenti nel centrodestra debba rimanere fermo un turno.
Non sappiamo cosa succederà altrove in Italia e francamente neppure ci interessa. Sappiamo però che questi comportamenti non vanno bene, e lo diciamo direttamente a lei, on. Bova, che del quadro descritto, se è veritiero come temiamo che sia, porta per intero la responsabilità morale e politica di una concezione trasformistica e opportunistica della politica.
Queste visioni sono tutte improntate a privilegiare il potere in quanto tale, con buona pace del servizio alla collettività, alla sua crescita morale e civile, al suo sviluppo economico, di quel Progresso che è sempre stato la bandiera della Sinistra!
Queste tattiche incentrate su una visione autoreferenziale della politica determinano, sfruttano, aggravano una situazione per cui il cittadino, noi tutti della Locride, della Calabria, del Mezzogiorno siamo sempre meno liberi di esprimerci e di operare a favore del cambiamento.
No, on. Bova, non siamo d’accordo con tutto questo e la invitiamo domattina, i mezzi non le mancano, a inviare alle Agenzie una smentita, di andare in televisione e dire che la Riviera si è sbagliata, che ha raccolto voci fantasiose, che non c’è nulla di vero e che per quanto riguarda lei, il suo partito, lo schieramento di centrosinistra non vi presterete minimamente a queste operazioni di bassa caratura politica, tipiche di luoghi dove le regole che valgono altrove possono non essere rispettate, dove principi e valori hanno scarsa cittadinanza.
Ci dica tutto ciò domani, on. Bova: la Riviera sarà per una volta felice di essersi giornalisticamente sbagliata.
Oppure “insorga” chi non è d’accordo, faccia sentire la sua voce. Dimostriamo, dopo tante parole, dopo tanta retorica, che il povero Fortugno non è morto invano, che anche la neonata Fo.re.ver. che le sta tanto a cuore, on. Bova, non è in ordine temporale l’ultimo escamotage per far peggio di quanto fece dire Tomasi di Lampedusa a Tancredi nella sua celebre frase che descrive la situazione storica della Sicilia del 1860: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, trasformandola in “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che nulla cambi”.

Autore: 
Fortunato Calabrò
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