Il paradosso Riace

Dom, 10/11/2019 - 17:00

Dodici anni fa Isidoro Napoli, per tutti Sisì, ha fondato l'associazione Jimuel Internet Medics for Life. Lo ha fatto per fornire un servizio di assistenza medica remota via internet in quelle aree del mondo in cui la cura non è un diritto riconosciuto, come le zone rurali dell’Africa e dell’Asia Occidentale.
Uno strumento gratuito che, nel tempo, ha pensato potesse costituire un tassello in più del sistema di accoglienza di Riace. E così nell'agosto 2017 grazie a una convenzione con l'Asp di Reggio Calabria e alla collaborazione con lo Studio Radiologico di Siderno, ha avviato il primo ambulatorio proprio nel centro del borgo, aperto a tutti, italiani e non.
A contribuire alla buona riuscita del servizio, l'Associazione Farmacisti di Reggio Calabria che ha fornito diversi medicinali, la General Electric, che ha donato un importante strumento ecografico multisonda, ma soprattutto la sensibilità di decine tra i migliori professionisti medici del nostro territorio che hanno messo a disposizione il loro tempo gratuitamente.
Sono centinaia i bambini, le donne, gli anziani, cittadini italiani e migranti che hanno goduto dei servizi sanitari erogati per le specialità mediche di pediatria, ginecologia, cardiologia, endocrinologia, gastroenterologia, dermatologia, ma anche nell’insostituibile settore della medicina di base e con il supporto della psicologia.
Oggi, l'attuale amministrazione di Riace "con fare collaborativo", ha richiesto di liberare i locali dell’Ambulatorio. Abbiamo intervistato Isidoro Napoli per capire meglio cosa sta succedendo.
L'ambulatorio che per anni, a Riace, ha curato gratis i poveri, i rifugiati e tutti coloro che non possono permettersi il lusso di curarsi sarà trasferito. "Servono i locali per ospitare il commissario liquidatore", vi è stato detto dall'amministrazione Trifoli. È questa la reale motivazione?
Sì. O perlomeno, questa è stata la motivazione che mi è stata data dal Sindaco e dal Vice Sindaco in un incontro che abbiamo avuto un paio di mesi fa.
I locali in cui l'amministrazione Trifoli suggerisce di trasferire l'ambulatorio, ovvero quelli utilizzati attualmente come sede della guardia medica, non sono idonei. Perchè?
Dopo la stipula del protocollo d’intesa tra il Comune di Riace, allora rappresentato dal Sindaco Lucano, lo Studio Radiologico di Siderno, che ha finanziato l’allestimento e l’Associazione umanitaria Jimuel o.n.l.u.s., abbiamo dovuto fare alcune opere per rendere i locali idonei allo scopo, e ottenere le relative autorizzazioni. Vorrei ricordare che, dopo l'inaugurazione, fummo convocati nella Caserma dei Carabinieri di Riace. Ancora oggi non riesco a darmi una spiegazione per questa convocazione. Potrebbe essere stata dovuta alla verifica delle autorizzazioni. La sede della Guardia Medica è sprovvista di queste autorizzazioni, e a noi non è consentito operare se non con tutte le carte in regola.
Oltre ai locali dell'attuale Guardia Medica, l'amministrazione ha messo a disposizione anche quelli  prima occupati dalle associazioni che gestivano l’accoglienza agli immigrati. Perché non lasciare l'ambulatorio lì dov'è e prevedere la sede per il commissario nei locali che vi sono stati indicati per il trasferimento?
Domanda da un milione di dollari! Provi a chiederlo al sindaco e al suo vice. Quanto all'ipotesi di trasferire l'ambulatorio nei locali occupati dalle associazioni che gestivano l'accoglienza a noi non è mai stato fatto cenno.
Con l'aiuto di Mimmo Lucano e della Cooperativa “Citta Futura” sono stati reperiti dei locali in cui trasferirete il vostro ambulatorio. Avevate già pronto un piano B?
Sì, stiamo provvedendo a sistemare un ex laboratorio di falegnameria. Bisognerà dotarlo dei servizi igienici e della divisione necessaria alla sala d’attesa, all’Ambulatorio e a uno spazio per l’ecografo. Insomma va reso idoneo allo scopo. Comprese le autorizzazioni delle varie autorità competenti. Devo aggiungere che abbiamo ricevuto in questi giorni, insieme agli attestati di solidarietà, precise offerte di locali dove trasferire l’Ambulatorio. Il Sindaco di Monasterace, Cesare Deleo, mi ha telefonato personalmente.
Il sindaco Trifoli, all'indomani della sua nota in cui riferiva del trasferimento dell'ambulatorio, ha parlato di speculazione politica mirata a denigrare la sua amministrazione. Cosa risponde?
Francamente trasecolo. Nella mia dichiarazione racconto i fatti e le motivazioni, a beneficio di qualche centinaio di cittadini, riacesi e non, che avevano imparato a considerare il presidio sanitario come il proprio Ambulatorio. Un solo esempio: la ginecologa ha effettuato 320 visite, a 153 donne; di queste, 40 sono italiane. Non dovevo comunicare a queste donne cosa ci ha impedito di continuare?    
A meno che il Sindaco Trifoli non preferisse una sorta di sottomissione silenziosa. Che c’è di male a riferire ai cittadini che si chiude l’Ambulatorio per fare posto a un ufficio per il commissario liquidatore? Bisogna avere il coraggio delle proprie azioni.
Dopo aver sostituito i cartelli di Riace "paese dell'accoglienza" con altri che battezzano il borgo come "il paese dei Santi Cosimo e Damiano", il comune di Riace ha ordinato la demolizione della fattoria didattica. Pensa che anche nel caso dell'ambulatorio le reali intenzioni fossero la sparizione di un altro simbolo della Riace voluta da Lucano?
Non avevamo considerato i SS Medici, Cosma e Damiano, quando, alcuni anni fa, decidemmo, insieme a tanti amici che animano Jimuel, di aprire un Ambulatorio Medico a Riace.
Non era stata questa motivazione a spingerci a farlo.
In tutta sincerità, la spinta venne dalla affermazione dell'allora presidente del consiglio Renzi, che, facendo eco alla furia razzista che stava montando, affermò senza un minimo di pudore: "i migranti assistiamoli a casa loro".
Quale modo migliore per prendere in parola il capo del governo (fortunatamente passato)?
Riace quindi. A casa loro, nel luogo dell'accoglienza per antonomasia. Dove i migranti, i neri, gli africani, quelli della pacchia, erano accolti, non come a San Ferdinando, luogo di cui è Commissario per il governo, e quindi responsabile di ciò che accade, il Prefetto di Reggio Calabria, ma proprio come se fossero a casa loro. Proprio nella migliore e più bella tradizione calabrese. Trasiti (entrate)!
Nella scelta fatta dall'amministrazione comunale di Riace, sia pure legittima, trovo una contraddizione sgomberare l’Ambulatorio per fare posto a un funzionario della prefettura e, contemporaneamente, celebrare, con tanto di benedizione del parroco, Riace città dei SS Medici.

Autore: 
Maria Giovanna Cogliandro
Rubrica: 
Tags: 

Notizie correlate