Il re dello Jonio sarebbe romano

Sab, 15/03/2014 - 11:27
Il leone di bronzo ritrovato al largo della scogliera di Africo nell'agosto 2012 sarebbe un tesoro di epoca romana

Sarebbe romano de Roma!
Ci sono voluti più di 500 giorni (nello stesso tempo in Cina, per fare un raffronto, sono state consegnate 42 linee dell’alta velocità, di cui la più breve vanta 465 chilometri)  per stabilire che, con ogni probabilità, il Bronzo ritrovato a trenta piedi al largo della scogliera d’Africo  da due stanatori di cernie nell’agosto del 2012,  risale al periodo romano.
La bestia sarebbe pregiata, almeno in base  a ciò che è trapelato dopo i test e l’analisi analisi..
Un check up completo, millimetro dopo millimetro.
Dopo i tumori di via Matteotti ad Africo, la discarica di Casignana e il sequestro delle ville a schiera degli inglesi, poco più a sud, finalmente una notizia lieta.
Dal promontorio dove cambia il vento, da quello Jonio dove le onde litigano con gli scogli e masturbano le secche, dal ventre di Zefira è riemersa la Locride del mito, quella dell’appartenenza, che dona tesori, tramandando un territorio vincente a ogni sua generazione.  Dopo Riace, anche Africo e Bianco potrebbero avere il loro bronzo.  Sembrerebbe un fatto concreto, non più un’utopia di quei pochissimi sommozzatori di sogni, quei meravigliosi outsider che continuo a  credere che la Locride ha bisogno di conoscere, di prendere coscienza delle sue grandi potenzialità, quelle vere non artificialmente decantate da vecchi commessi delle medaglie di cartapesta e dai loro capi con la sindrome del cardellino. Quelli degli abbeveratoi, delle mangiatoie, del dondolo, degli incarichi e delle consulenze, che parlano da tre decenni dello sviluppo del sesso degli angeli, ma che se li butti fuori dalla gabbia non saprebbero dove sbattere la testa.  Un fatto non trascurabile in tutto il mondo dove un bronzo antico ancora vale più dei campanili di rame a cui le leadership di questo territorio sono egoisticamente devoti.
Non è ancora possibile dare un valore monetario al prestigio che il nostro territorio riceverebbe da questo nuovo tesoro, ma è chiaro che si dovrà fare di tutto per rafforzare la nostra immagine, addirittura facendo pesare quella Locride che potrebbe arricchire per l’ennesima volta l’intera nazione.
Il Leone dello Jonio potrebbe essere una chiave importante. Potrebbe riportare l’attenzione sul rapporto tra turismo, patrimonio culturale e modello di sviluppo locale: se la cultura è un’importante volano per affermare uno sviluppo sostenibile fondato sulle risorse locali, come rinunciare all’occasione di far conoscere la Locride al mondo intero attraverso una testa che potrebbe essere elevata a simbolo stesso di un territorio che vanta pure una ministra. Si tratterebbe di un bene non riproducibile, di alto valore, che oggi, la Locride dona al suo futuro. Ai figli.
Solo per questo l’Associazione dei Comuni dovrebbe convocare una riunione celebrativa, una sana “boccata d’immagine”.

Autore: 
JIM BRUZZESE
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