Immaginare per la Locride un Parco Letterario, suggestiona e rinfranca

Dom, 26/08/2018 - 17:00

L’appello-proposta di Rosario Condarcuri, volto a ipotizzare per la Locride un Parco Letterario plurale, suggestiona e rinfranca. Suggestiona pensare che in un’area ristretta siano esistite così tante vite letterariamente attive; uomini, alcuni rimanendo altri emigrando, che hanno intrecciato con questo territorio, con i suoi vizi e i suoi vezzi, con le sue miserie e le sue grandezze, per anni e anni, un continuo intenso dialogo; e suggestiona anche avere matematica certezza che qui sono nate occasioni, situazioni, che hanno stimolato la loro creatività, offrendo un’infinità di ambientazioni e di storie.
Rinfranca poi immaginare che i motivi della loro ispirazione non siano evaporati, che esistono ancora, ma vanno individuati leggendo le migliaia di pagine in cui si sono indelebilmente impressi; diranno di noi con estrema sincerità, riveleranno aspetti che nessun affrettato reportage saprà mai in un colpo solo recuperare e apprezzare.
Il Parco Letterario non solo è conforme perfettamente a quest’area, ma tra i Parchi sparsi per i Paese (già riuniti in associazione) potrà avere una sua marcata singolarità data dal fatto che in un ristretto fazzoletto di terra siano nati diversi scrittori di sicuro valore come Alvaro, La Cava, Strati, Perri, fino al troppo spesso dimenticato Saverio Montalto, uomo dalla esistenza tragica, ma grande anticipatore di temi che oggi sono di grande attualità. Un posto a sé merita Tommaso Campanella, intorno al quale, con il contributo delle Università dove ancora è studiato, si potranno avviare e intrecciare iniziative di altissimo livello filosofico, politico, letterario e scientifico.
Tracciare il relativo itinerario non sarà difficile: basterà leggere i libri e meditare sulle storie che vi sono narrate.
Se non ricordo male in passato su questa idea della “pluralità” qualcosa si è fatto e spero tanto che le relative tracce non siano scomparse: una ventina d’anni fa, l’Amministrazione Provinciale organizzò un importantissimo convegno che si svolse all’Auditorium di Roccella; motore scientifico e organizzativo fu il prof. Aldo Maria Morace, grande studioso di Alvaro ed oggi Presidente della omonima Fondazione.
Altro convegno itinerante, incentrato sul soggiorno di Pavese a Brancaleone, i cui atti sono stati fortunatamente raccolti in un volume pubblicato dalla Rubbettino, si svolse qualche anno fa tra Marina di Gioiosa, San Luca e Brancaleone.
Tanto per sfuggire al rischio, sempre temibile e sempre incombente, dell’autoreferenzialità, è utile ricordare il pensiero di Leonardo Sciascia su La Cava (i due, è noto, intrattennero una fitta corrispondenza per oltre un trentennio): "Le cose di La Cava costituivano per me esempio e modello del come scrivere: della semplicità, essenzialità e rapidità a cui aspiravo".

Francesco Macrì
(Presìdi del Libro-Locride)
Marina di Gioiosa Jonica

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