Indifferenziata e indifferenza: colpa solo dei Calabresi incivili?

Lun, 04/01/2016 - 18:00
Milioni di euro per il progetto “Discarica zero” si sono dissolti senza sapere bene se il progetto si farà e la Calabria continua a essere bollata come la terra in cui gli “incivili” lasciano sacchetti di spazzatura per strada nell’indifferenza generale. Ma è semplice dare la colpa solo ai cittadini.

Un cumulo di rifiuti accatastati vicino al cassonetto strapieno, l’olezzo della spazzatura che saliva fino ai piani alti dei palazzi. Un caldo torrido che peggiora la situazione, un tizio sopraggiunge e lancia con indifferenza l’ennesimo sacco di rifiuti nel mucchio. Una scena che avrei rivisto spesso nella Locride, anche se in quelle prime giornate a Siderno non sapevo ancora che sarebbe stato così. Questa scena non è così insolita in tutta la Calabria, e non solo nella zona jonica. Un sintomo della mancanza di civiltà e regole che secondo i media nazionali regolano la vita nel profondo Sud, si potrebbe pensare questo. Ma sarebbe solo una parte della verità e riguarderebbe solo una porzione di persone. La stanchezza e lo scoraggiamento sarebbero però la chiave di lettura più giusta. La Locride e la Calabria continuano a vivere periodicamente emergenze rifiuti. I cittadini ascoltano i politici annunciare la svolta, la miracolosa soluzione, e a distanza di qualche mese sono punto e a capo. Camion stracarichi e puzzolenti che percorrono le statali joniche, tirreniche e trasversali per portare i rifiuti nei pochi centri di raccolta, o fuori regione, quando non oltre i confini nazionali. Continuare ad avere fiducia nella possibilità di uscire da questo circolo vizioso è come credere ancora nelle favole. Allora ci si abitua a passare davanti ai cassonetti anneriti dall’ultimo incendio appiccato da un vicino che non ne poteva più di topi, cattivo odore e spazzatura. Tutto questo non è giusto, lo sconforto non dovrebbe giustificare questi comportamenti. Però è altrettanto certo che 16 anni di commissariamento senza soluzioni, milioni di euro spesi, progetti annunciati e mai partiti e presentazioni di piani per l’uscita definitiva da questa montagna di spazzatura hanno stremato anche i più civili. Questo è il quadro in cui si va ad incastonare l’ultima follia sul tema rifiuti e Calabria. Prima la Giunta annuncia un programma Discarica Zero. Tre mesi dopo, il 28 dicembre 2015 dichiara lo stato d’emergenza e l’autorizzazione per i comuni di continuare a conferire nelle vecchie discariche private. Ufficialmente è una misura transitoria che dovrebbe scongiurare l’accumulo di rifiuti, ma possibile che fosse l’unica opzione? Non si poteva invece potenziare la differenziata, assicurarsi che i progetti sperimentali copiosamente finanziati dall’Unione europea in questi anni fossero messi in atto? Possibile che non ci fosse niente di meglio per traghettare la Calabria nell’era Discarica Zero? C’è qualcosa che non quadra. O meglio, forse si poteva fare di più. E i calabresi se lo meriterebbero. Dopo 16 anni di commissariamento, di milioni spesi inutilmente, di strade ingombre di spazzatura. Dopo tutto questo tempo e tutti questi disagi la Giunta guidata da Oliverio aveva annunciato ad agosto un grande progetto che voleva mettere una fine alla costante emergenza. Le strade maleodoranti, i cassonetti stracolmi, gli impianti straripanti di spazzatura e i roghi che i cittadini esasperati appiccavano puntualmente, tutto questo doveva essere solo un ricordo del passato. Il motto del progetto era Discarica zero. Solo progetti innovativi. Sette passaggi che avrebbe traghettato la Calabria dal 14,7% di differenziata al 65% imposto dall’Unione europea. Nel presentare il programma erano stati annunciati nuovi posti di lavoro e la realizzazione di un avveniristico ecodistretto. Previsti milioni di spese in ammodernamenti e potenziamento di impianti. Il cambio di rotta, per lo meno nell’immediato, è stato giustificato dal voler scongiurare un accumulo di rifiuti, ma era proprio necessaria questa proroga di ben due anni. Sotto gli occhi della Locride e della Calabria ci sono però dei progetti d’eccellenza che in pochi mesi hanno migliorato le condizioni di centri e città: Riace, per non voler guardare troppo lontano, è un esempio di come sia stato possibile riorganizzare in modo efficiente e ecologico la raccolta dei rifiuti. La differenziata con i muli del centro nel cuore della Locride però è solo un esempio di ciò che si poteva pensare di incentivare piuttosto che fare passi indietro e ri-autorizzare il conferimento nelle discariche private. Dopo tutto questo, siete ancora così sicuri che l’indifferenza del tizio che getta il suo sacchetto nel mucchio sul marciapiede, gli incendi dei cassonetti da quarantena e la mancanza di differenziata siano poi colpa solo degli incivili abitanti della Locride e della Calabria?

Autore: 
Eleonora Aragona
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