Isidoro Galdino: professione tenore, passione tessitore

Lun, 26/01/2015 - 16:23

Un po' tutti conoscono Isidoro Galdino per la sua fama di tenore.
Risiede a Caulonia, e oltre ad aver solcato i palcoscenici dei teatri più prestigiosi, qualche volta, come nel mio caso, lo si è visto partecipare come ospite alle manifestazioni scolastiche, lasciando il pubblico sbalordito con la sua voce.
Ma questa è un'altra storia.
Erano le ormai trascorse vacanze natalizie, era l'atmosfera da paesello, riprodotta dai Catoji nel borgo antico di Siderno Superiore. Tra sorrisi e saluti della gente, spiccava una finestrella aperta da cui partiva un familiare - ma non troppo - sottofondo.
Tic-tic-tic, un suono sincronizzato proveniva da uno dei Catoji allestiti. E i visitatori ne erano attratti, e guidati dalla curiosità, scoprivano anzi riscoprivano uno dei lavori più tradizionali calabresi.
Vi era, in quella piccola stanzetta, montato uno stupendo… telaio. Sì, un telaio. Quell'attrezzo che molti, come me, conoscono solo dal racconto delle bisnonne, da cui hanno avuto in dono una preziosissima coperta.
E dietro il sofisticato attrezzo, sedeva un uomo attento e concentrato, che con un simpatico sorriso accoglieva i numerosi visitatori.
A questo punto veniva già sfatato il primo mito: il telaio non è un attrezzo prettamente femminile.
Sfatiamo il secondo: a tessere era proprio Isidoro, Isidoro Galdino, tenore, che si era cimentato nella lavorazione al telaio.
E a grande sorpresa di tutti, che non hanno potuto fare a meno di apprezzare l'operato.
Per i curiosissimi come me, il tessitore si è mostrato disponibilissimo alle domande, cogliendone lo stupore tipico dei bambini che per la prima volta vedono le luci di Natale.
Signori, Isidoro ha iniziato a tessere per una sfida con sua madre.
La madre, infatti, aveva commissionato da nota tessitrice, un lavoro, e quando questo le fu consegnato, Isidoro si accorse che presentava una forte asimmetria.
Così per dimostrare a sua madre che quello che aveva notato fosse un difetto di lavorazione, quasi da autodidatta, con il solo ausilio di una donna di Stignano che non fece neanche in tempo ad arrivare ai principi più complessi di spiegazione della lavorazione al telaio, Isidoro iniziò a lavorare alla tela con una tale familiarità, da lasciare perplessi un po' tutti. La madre per prima.
Che poi, la lavorazione per la realizzazione di una sciarpa o una coperta, è un meccanismo troppo complicato da spiegare, figurarsi a farlo!
Lui con molta pazienza, ha cercato di spiegare il metodo, ma la mia mente si è fermata a quando ho appreso che ci fossero ben undici pedali - "licci", è il termine tecnico - per la lavorazione.
E la tessitura va compiuta rigorosamente a piedi nudi, perché il passaggio da un pedale all'altro, avviene proprio grazie alla percezione di diversità dei licci. Un lavoro talmente complesso da impiegare: corpo, mente, estro e inventiva.
Una cosa che non tutti sanno è che il telaio è meteoropatico, registra qualsiasi tasso, anche bassissimo, di umidità, e in questo caso la lavorazione - ci dice Isidoro -  diventa più difficoltosa.
Ma insomma, il tessitore di Caulonia come impiega il suo tempo libero? Cantando, penserebbero in molti. Davanti alla tv, suggerirebbero altri. Ebbene no.
Per lui, rilassarsi significa, prendere un uncinetto, e… lavorare, appunto, con filo e uncinetto. Potremmo dire che la sua mente, anche quando è in relax, lavora incessantemente. Quasi da venti anni, Isidoro affianca questa passione, diventata un vero e proprio lavoro, al canto lirico. Mi riferisce che anche il mondo canoro attualmente è in crisi, che avrebbe dovuto spostarsi, come in passato aveva già fatto, ma poi è tornato qui.
"E anche se questa scelta mi ha molto vincolato, il mio è proprio un forte attaccamento alla  terra d'origine" afferma.
E da buon calabrese, non ha potuto fare a meno di coltivare una raffinata tradizione, che gli offre tantissime soddisfazioni.
Lo scorso 6 Dicembre, è stato creato un "Coordinamento Tessitori Calabria" con sede a Lamezia, e Isidoro ha preso parte alla riunione tenutasi in questa occasione, a cui, inoltre, hanno partecipato tessitori provenienti da tutta la regione.
Beh, una personalità del tutto esuberante, il tenore-tessitore.
Durante la nostra lunghissima chiacchierata, ha raccontato con naturalezza della sua vita, senza artifici né retorica, e il suo racconto così dettagliato e interessante, ha affascinato un po' tutti.
Chissà che quest'arte non trovi largo spazio fra i giovani, fino a diventare simbolo di una regione. I presupposti ci sono tutti.
Isidoro conclude con quella che i latini avrebbero definito "sententia", ma il suo non è un modo di dire, bensì un pensiero strettamente radicato nella sua personalità: “bisogna credere in sé stessi, e in ciò che si fa. Bisogna superare le barriere mentali. Insomma non bisogna demordere, ma cimentarsi”.
E Isidoro, in questo, come in altro, è un vero campione.
 

Autore: 
Sara Leone
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