Kaulonia Tarantella Fesitval: Il cambiamento fa storia!

Dom, 03/09/2017 - 12:11
Si chiude anche quest’anno il Kaulonia Tarantella Festival, con un’edizione destinata a passare alla storia non solo per i tradizionali concerti di Piazza Mese, ma per gli eventi culturali, i Matinée e i seminari che hanno voluto dare un taglio differente a un Festival che ha dimostrato di volere e di sapere cambiare. Vi raccontiamo in breve queste cinque pazze giornate, sperando di fare vivere (o rivivere) anche a voi lettori.

La XIX edizione del Kaulonia Tarantella Festival si è caratterizzata per l’elevata caratura artistica delle proposte in programma, oltre che per un taglio decisamente culturale, che ha permesso a cauloniesi e visitatori di vivere a pieno l’antico borgo medievale.
La kermesse di musica popolare, cresciuta negli anni fino a diventare un formidabile strumento di promozione del territorio, è partita venerdì 25 agosto dalla splendida Chiesa dell’Immacolata con un Anteprima del Festival che ha voluto mostrare al grande pubblico uno splendore architettonico purtroppo minacciato da una frana che rischia di cancellarlo per sempre. Dopo una breve introduzione del sindaco Caterina Belcastro, che ha auspicato che il Festival costituisca l’occasione ideale per far interessare le istituzioni alle criticità non solo della Chiesa dell’Immacolata, ma dell’intero borgo, è stato lasciato il giusto spazio all’esibizione degli Shalom Vocal Ensemble, un progetto musicale raffinato ed elegante, made in Caulonia e in linea con la politica di coinvolgimento del territorio promossa dagli organizzatori del Festival. Shalom è un ensemble di 15 voci femminili che da tempo, partendo dall’esperienza del coro liturgico della Parrocchia dei S.S. Silvestro e Barbara di Caulonia, ha sviluppato un programma di studio approfondimento, sia tecnico-vocale che di repertorio.
Nell’arco di quattro anni gli Shalom hanno dato grande spazio allo studio e al recupero di brani della tradizione popolare calabrese e, sotto la guida del Maestro Carlo Frascà, hanno proposto un programma di repertorio popolare dal forte impatto sonoro ed emotivo, grazie anche al contributo del sax di Raul Colosimo e l’apporto di un gruppo strumentale costituito da Daniela Bonvento, Nadia Romeo, Caterina Pizzata, Enzo Lucano e Enzo Sorace, ai quali sono aggiunti Ilario Murdocco e Francesco D’Aquino rispettivamente al canto e in qualità di voce recitante di due differenti brani proposti.
Ma la vera deflagrazione del Festival è avvenuta soltanto sabato mattina, quando per la prima volta è stata proposta una novità assoluta per il KTF: i Matinée sulla Riviera con la Bandao Street Band, un gruppo dalle sonorità “pirotecniche” il cui repertorio varia da ritmi popolari brasiliani a ritmi tradizionali italiani. Sono stati proprio i Bandao a fungere ogni mattina da messaggero del Festival, inondando le spiagge e le piazze cittadine con la loro energia.
Nel pomeriggio hanno esordito i laboratori di Danza Popolare e di Percussioni, il primo a Piazza Mese e il secondo a Piazza Nuova.
Il programma serale è cominciato all’affresco Bizantino di Caulonia, che ha fatto da sfondo a un’altra new entry di questa XIX edizione, i prime time che ogni sera hanno preceduto i concertoni di Piazza Mese. Il prime time di sabato ha visto protagonista il progetto “Etnopiano” di Danilo Gatto, attento conoscitore della musica calabrese ed eccezionale esempio di incontro tra pianoforte e musica popolare. Le sue composizioni, eseguite a quattro mani da Carmen Staiano e Ornella Cauteruccio, hanno colorato il mondo musicale popolare della Calabria di un nuovo e inusuale tratto espressivo, aggiungendo un ulteriore tassello a un mosaico tra i più ricchi e interessanti del panorama europeo e mediterraneo. Agli Etnopiano hanno fatto seguito i Bandao che ogni sera, al ritmo delle loro travolgenti percussioni, hanno accompagnato il pubblico da Largo colonne a Piazza Mese. Il concertone della prima serata ha visto protagonisti la visione “progressista” della musica popolare del catanese Davide Campisi, che da anni si concentra sui ritmi ancestrali del cuore isolano sperimentando sui suoi tamburi forme sonore e tecniche espressive nuove e le Officine Popolari Lucane di Pietro Cirillo, nella cui tarantella si ritrovano i segni di una storia millenaria combinati alle pulsazioni di un presente che riguarda soprattutto il confronto e il contatto tra i popoli. Anche domenica i Matinée sulla Riviera con i Bandao hanno fatto da “sveglia” al festival, questa volta tra le vie di Roccella Jonica. Dopo l’usuale appuntamento pomeridiano con i laboratori di Danza Popolare e di Percussioni, a deliziare il prime time sono stati gli Al Qantarah, gruppo siciliano che lavora sul recupero delle radici medievali della nostra musica. Dotati di una grande poliedricità musicale, grazie alla quale sono approdati nelle più ambite sale da concerto di tutto il mondo, Fabio Accurso, Roberto Bolelli, Igor Niego, Donato Sansone, Sebastiano Scollo e Fabio Tricomi sono stati impegnati con diversi e curiosi strumenti musicali di diverse tradizioni culturali.
Accompagnato dai Bandao in Piazza Mese, il pubblico ha dunque potuto assistere alle esibizioni dei Domo Emigrantes, un gruppo che rivisita la musica del Sud Italia focalizzandosi in particolare su Puglia e Sicilia e sui loro ritmi incalzanti e frenetici prima della chiusura con la potenza e l’esperienza comunicativa dei 99 Posse, una delle band seminali della scena indipendente italiana.
Il terzo Matinée firmato dai Bandao ha avuto come teatro la spiaggia e le piazze di Siderno, lunedì mattina, mentre la sera, dopo la chiusura dei laboratori di Danza Popolare e di Percussioni, è stato il lavoro ai confini del cantastoriato del calabrese Nando Brusco a deliziare il prime time presso l’Affresco Bizantino. I Bandao, durante la penultima serata, hanno accompagnato il pubblico per assistere ai concerti dei Musicisti Basso Lazio, un gruppo che ha reinterpretato la musica popolare del centro Italia, dando vita a un folk moderno, piacevolmente diverso, e della Ragnatela Folk Band, trainata dal leader Claudio Mola, rinomato fisarmonicista che vanta numerose importanti collaborazioni con i protagonisti della scena musicale di tutto il Sud Italia e che può contare su elementi di diverse estrazioni musicali, tra cui Rino Locantore, esponente di lunga data del folk lucano, nonché costruttore e suonatore di cupa-cupa, strumento principe della tradizione musicale del materano, già oggetto di numerose ricerche etnomusicologiche.
L’ultimo Matinée dei Bandao ha fatto scatenare le spiagge e le piazze di Marina di Gioiosa Jonica e, ai seguitissimi appuntamenti con i laboratori di Danza Popolare e di Percussioni, che hanno preceduto questa volta la trattazione di un tema di grande attualità, le migrazioni, con un dibattito che ha visto ospiti il Presidente della Regione Oliverio e il Sindaco di Riace Mimmo Lucano, aperto dalla proiezione del cortometraggio di Alberto Gatto “Mer Rouge” e chiuso dall’esibizione di Global Chorus Integration Project, esperienza musicale condotta dal Maestro Carlo Frascà, che con la musica e la voce dei migranti ha realizzato uno straordinario esempio di integrazione possibile. Gran finale con la pizzica “moderna” di TerrAnima, seguita dall’incontro culturale tra la freschezza vocale delle polifonie tradizionali georgiane del Trio Mandili e la proiezione internazionale della tarantella di Mimmo Cavallaro.
Un programma per mille palati che ci sazia in attesa dell’edizione estiva del ventennale!

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