La 'ndrangheta piccina e Lele Nucera

Lun, 28/01/2013 - 12:13
La grande forza attribuita alla criminalità calabrese è figlia di un dato sbagliato. Lo studio di Transcrime e dell'università Bocconi da conferma a cio' che sosteniamo da anni. Ma l'Italia del fallimento e la società calabrese sono indifferenti alle tragedie che si consumano nel silenzio, ogni giorno
La 'ndrangheta piccina e Lele Nucera

La grande forza attribuita alla criminalità calabrese è figlia di un dato sbagliato. Lo studio di Transcrime e dell’università Bocconi dà conferma a ciò che sosteniamo da anni. Ma l’Italia del fallimento e la società calabrese sono indifferenti alle tragedie che si consumano nel silenzio, ogni giorno.

Lo predichiamo da tanti anni: la ’ndrangheta c’è, ma non è l’holding criminale più potente del mondo. Neppure la seconda, forse nemmeno la ventesima. Non lo è né come risorse umane né come fatturato. Di questo tragicamente ci dà conferma lo studio che l’autorevole Istituto Transcrime del prof. Savona ha svolto per il Ministero degli Interni, in collaborazione con uno staff dell’università Bocconi di Milano.

La ’ndrangheta vale 3,49 miliardi l’anno e non i 44, 5 stimati da Grasso, Saviano, Forgione, solo per citare i più integralisti. Ovvero, coloro che c’hanno fatto confondere Polsi col  Sinai, Condello con Escobar, Siderno con Tijuana, la Reggina con la Juve, Cirò e Dom Perignon, Verga e Omero. Il risultato? I bronzi di Riace convalescenti in geriatria, il museo della Ndrangheta in primo piano sul New York Times;  Sovraffollamento nelle carceri, deserto negli alberghi? Fratelli di sangue di Gratteri 200.000 copie, La collina del vento di Carmine Abate 30.000.

Se il dato di Transcrime si dimostrasse veritiero,  siamo di fronte a un danno irreparabile: uno spreco di forze e soldi che oggi, come un boomerang colpisce, per l’ennesima volta, le stesse vittime. Una generazione che ha seguito una cometa, oggi ha davanti un dato che dimostra che quella cometa era solo un piccolo meteorite. Ed a ogni dato corrisponde un’impostazione. Tutte fasulle o tutte calcolate?

Seimila miliardi di vecchie lire e non gli ottantamila dei predicatori che, in tutti questi anni, dai loro pulpiti, hanno imposto strategie e rimedi contro un mostro kolossal. Preteso lame affilate nel codice penale, leggi speciali, al limite dei diritti umani, conquistato prime serate nel piccolo schermo, strumentalizzato frotte di adepti. E ancora, condizionato urne, progetti e pianificazioni; causato decrescita economica, imposto ostacoli, labirinti burocratici, tac e schede per tutti i calabresi nel mondo. Un campo di concentramento

E allora ti ritrovi con Lele Nucera, un giovane di Siderno, di grandi prospettive, vincitore del Golden Globe nel 2001, bagnino, muratore, imbianchino, direttore artistico e pescatore. Accusato di aver commesso un reato associativo nel 2005, insieme a coetanei calabresi e romani, è in attesa, dopo essere stato condannato in primo grado e in appello  a 13 anni e quattro mesi di reclusione, della sentenza definitiva il 20 febbraio prossimo. Dopo 14 mesi di reclusione già scontati, dopo quasi dieci anni dal compimento del presunto reato, con alle spalle quasi 1000 giorni di rientro obbligatorio alle sette di sera e altrettanti di sorveglianza speciale.  Questo soggetto, ritenuto pericoloso,  vaga senza sorriso e senza poter andare da nessuna parte. E i coetanei romani fermati insieme a lui nel 2005? Nemmeno un minuto di galera, nessuna sentenza in arrivo, nessun brutto pensiero prima di prendere sonno, nessuna lacrima di mamma. Lacrima amare che anticipano rughe.

Il ragazzo di Calabria di Comencini è stata solo un’ illusione. Che rimarrà tale anche tra pochi giorni, quando ricorrerà il 67esimo anniversario della liberazione di Auschwitz.

Al dramma calabrese, figlio di un dato sbagliato, nessuno ha ancora chiuso i cancelli dietro le spalle. Solo mucchio e associazione. Razza figlia di una ‘ndrangheta tascabile. (e.m.)

 

 

 

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(e.m.)
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