Laboratorio Siderno, mafia in 3D o in bianco e nero?

Mar, 08/07/2014 - 12:25

Da Recupero-Bene Comune non emerge il crimine al cubo presentato a più ripetizioni nei rendering tridimensionali e nei plastici di quell’antimafia che per l’ennesima volta incassa gloria e posti di lavoro. Prefetti, sottoprefetti, capi, capetti, tutor ed esperti. Da 5000 mila euro al mese a 60 euro all’ora, sono parecchi i sapienti della legalità che campano alla faccia degli innocenti. Tantissimi, in Crimine, altrettanti nella sentenza di primo grado di ieri.

In una terra dove la mediocrità è un’epidemia, la prima sentenza del processo “Alla città di Siderno” non ci ha mostrato sicuramente dei giganti, ma vecchie immagini in bianco e nero, nessuna in 3D. Recupero Bene-Comune debella un morbo, un comportamento mafioso che nei nostri paesi ha fatto più danni della mafia. Recupero Bene-Comune rimpicciolisce il sogno di migliaia di giovani che hanno sperato di non appartenersi più, ma di appartenere a qualcosa di pesante che gli avrebbe permesso di sentirsi un po’ più cristiani nella loro città e nelle repliche della stessa all’estero. Toronto in primis. Da questo punto di vista l’ultima sentenza possiede un antidoto eccezionale, capace di dare una nuova e alta prospettiva alla città più importante della Locride. Ma siamo di fronte a un esperimento, questa volta su 27 cavie. 27  innocenti per quasi quattro anni hanno subito il degrado e l’inumanità, secondo la Corte di Stasburgo,  dei penitenziari italiani. Tutti di Siderno: capitale italiana dei reati mafiosi, secondo la questura, baricentro del rito tribale di natura ‘ndranghetistica, secondo la stampa indipendente.

Neppure nelle condanne più pesanti la sentenza di primo grado ci convince. Francesco Muià condannato a 26 anni per coltivazione di piante di una marijuna, tra pomodori melanzane e basilico, è da guinness. Una marijuana che gli “sballoni” del luogo definivano “la Cavalla” per sottolineare la scarsa qualità del prodotto.

Il Crimine, quello che conta e che in Italia è registrato raramente dalle testate più importanti, ragiona diversamente e meglio.

Intanto nel laboratorio Siderno si sperimenta, si forza la mano: la razza 416 bis si presta alla grande per i miglioratori del mondo.

 

Autore: 
e. m.
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