Lo spot di Klaus Davi non ci appartiene

Dom, 05/07/2020 - 10:30

Per quel poco che contiamo, ci dissociamo e ci differenziamo nettamente dallo spot pubblicitario del dott

Per quel poco che contiamo, ci dissociamo e ci differenziamo nettamente dallo spot pubblicitario del dottor Klaus Davi, applaudito - purtroppo - da alcuni sindaci della Locride.
Pensiamo di avere titoli antichi e recenti per farlo, anche perché apparteniamo a un movimento meridionalista e a una scuola di pensiero che ha radici profonde nella nostra terra.
Solo per esempio, il 22 ottobre del 2017, mentre i veneti e i lombardi si recavano ordinatamente a votare a favore del referendum sul secessionismo mascherato, la nostra associazione convocava una riuscitissima manifestazione “per l’Unità e la Costituzione” che si apriva con l’Inno Nazionale e si concludeva al canto di “Bella Ciao”.
Pensavamo allora - e pensiamo oggi - che dietro quel referendum fosse evidente un marcato e ingiusto egoismo territoriale, malgrado la recente epidemia abbia dimostrato, una volta ancora, che l’Italia o ritrova una reale unità o di divisioni muore.
Unità che manca – è giusto ribadirlo- non per volontà dei veneti, dei lombardi, dei calabresi o dei siciliani, ma per precise responsabilità delle forze economiche, politiche e dei “corpi separati che gestiscono lo “Stato” da quasi due secoli.
La Calabria, per cinici calcoli e per l’assoluta mediocrità delle classi dirigenti soprattutto indigene, ha affrontato l’emergenza “Covid” in condizioni di terzo mondo. Eppure, anche in quei giorni, il nostro sguardo è stato costantemente su “Bergamo” o Brescia; la nostra apprensione per le zone che hanno più sofferto.
Il coraggio, la serietà, la compostezza con cui i cittadini delle zone maggiormente colpite dall’epidemia hanno affrontato e sconfitto il virus è per noi una ragione di orgoglio e dovrebbe essere per tutti un motivo in più per visitare le incantevoli città e le splendide spiagge dell’Italia tutta.
Tali ragioni ci inducono a dire con la massima fermezza che lo spot pubblicitario concepito da Klaus Davi non ci appartiene.
Non appartiene soprattutto alla storia ed alla cultura del Sud ed è totalmente estraneo alla gente di Calabria che ha fatto dell’ospitalità, dell’accoglienza e del rispetto verso gli altri, una ragione di vita.
Altra cosa è porre con serietà la “questione meridionale”, in termini moderni e attuali e che non riguarda il solo aspetto economico. Noi continueremo a farlo con la stessa decisione e determinazione di sempre e al di là delle scadenze elettorali.

Per l’Associazione 22 Ottobre
Ilario Ammendolia

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