Marco Minniti: un politico come tutti gli altri

Dom, 18/12/2016 - 12:09

La nomina di Marco Minniti a 29° Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana ha generato facili entusiasmi tra le fila dei politici locali. Certo, avere un politico nato e formato a Reggio Calabria a ricoprire un ruolo di primo piano tra le fila del Governo può risultare ai più un risultato importante e da salutare con favore in vista dell’auspicato occhio di riguardo con il quale Minniti si sentirà obbligato (in teoria) a trattare la sua terra natia; eppure, a ben guardare, potrebbe non essere tutto oro quello che luccica.
Questa affermazione non deriva da una mancanza di fiducia a priori nella capacità dell’esponente reggino del Partito Democratico, ci mancherebbe altro, quanto innanzitutto dalla sua storia politica recente, che l’ha visto sempre presente, con diversi incarichi, tra le fila del governo.
Benché possa essere condivisibile l’orgoglio per la nomina di Minniti espressa da Oliverio, dunque, non ci sentiamo di affermare così supinamente che la consegna di questo incarico al nostro corregionale rappresenti un elemento a suffragio del momento propizio che la Calabria sta vivendo. Del resto, negli ultimi quindici anni, Minniti è stato rispettivamente Sottosegretario di Stato per due mandati e Viceministro dell’Interno, posizioni dalle quali non ci sembra che si sia poi sperticato così tanto per la nostra regione (e, a dire la verità, non ci saremmo nemmeno aspettati nulla di diverso da un membro dell’esecutivo nazionale, dato che, se ogni rappresentante di governo dovesse dare la precedenza alla regione nella quale è nato o cresciuto tanto varrebbe cestinare la Repubblica in favore dell’Anarchia).
Ancora più fuori luogo, a tale proposito, ci sembra la certezza di Falcomatà nel dichiarare che il primo punto all’ordine del giorno nell’agenda del buon Marco è certamente Reggio Calabria. Sarebbe bene che il sindaco dallo splendido capello, infatti, ricordasse che le funzioni principali del Ministro dell’Interno sono la salvaguardia della finanza locale e dei servizi elettorali, la vigilanza sullo stato civile e sul territorio, la tutela dei diritti civili e, più importante di tutti, dell’ordine e della sicurezza pubblica, così che augurarsi che il primo punto all’ordine del giorno del Ministro sia Reggio Calabria sarebbe un po’ come auspicare lo scioglimento del comune per mafia. E siamo certi che Falcomatà non sia poi così stanco di amministrare.
Sulla stessa scia si pongono i più convinti sostenitori del Partito Democratico, cui fanno da contraltare detrattori che leggono invece nella nomina di Minniti la sadica orchestrazione dei poteri occulti.
A parer nostro, Minniti non è né un diavolo pronto a ingannare nel suo esclusivo interesse né l’angelo sceso dal cielo a dare la buona novella ai calabresi. Non difende gli interessi del malaffare né pensa esclusivamente a come tirare fuori la Calabria dal fango.
Questo perché Marco Minniti, prima ancora che reggino, è un politico.
E da politico tutto italiano siamo certi che si comporterà.

Autore: 
Jacopo Giuca
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