Melito ghetto rom, Un Mondo Di Mondi chiede l'intenzione del comune

Mer, 21/12/2016 - 16:57

Il programma di equa dislocazione abitativa, avviato nel 2002 dal  comune di Melito di Porto Salvo su richiesta delle stesse famiglie rom  per superare lo storico ghetto di Via Del Fortino, ha subito gravi distorsioni  che l’hanno  condizionato . I fatti sono stati scoperti con le indagini della Procura. Nonostante tutto,  il programma  ha  permesso di dislocare equamente sul territorio la gran parte delle  famiglie rom della città di Melito Porto Salvo,  di attivare il processo di inserimento sociale e di impedire che venisse realizzato un nuovo ghetto in sostituzione di quello storico. Ma  i condizionamenti hanno prodotto degli errori e ne hanno impedito la conclusione.
Difatti , oggi, nell’insediamento risiede ancora un gruppo di famiglie che non è stato dislocato, il quale vive in una situazione di grave emarginazione sociale, in abitazioni fatiscenti e antigieniche ed il cui numero sta fisiologicamente aumentando . Per favorire l’inclusione sociale di questi nuclei familiari  e consentire, anche, la realizzazione del progetto di riqualificazione dell’area ( progetto “Sinodia” finanziato con 700.000 euro) è urgente  portare a termine il programma di equa dislocazione.
Per questo è importante ricordare che il progetto di equa dislocazione già attuato ha ottenuto dei discreti risultati grazie al diretto coinvolgimento delle famiglie,  che  ha consentito di comprendere e  di soddisfare  i  bisogni, in particolare il bisogno di abitare dislocati in un contesto urbano non periferico. La soddisfazione di questo bisogno è molto importante, perché permette alle famiglie con reddito basso di accedere alle reti relazionali e alle risorse che garantiscono l’inserimento sociale. Nonostante il coinvolgimento delle famiglie,  la comprensione di questo bisogno ha avuto un cammino molto travagliato, perchè è stato, spesso,  letto come un privileggio e non come parte essenziale del diritto all’alloggio adeguato e  del processo di inserimento sociale.
Il successo della prossima azione di equa dislocazione dipenderà in gran parte dal rispetto di questo bisogno. 
Altro aspetto importante che ha caratterizzato il programma già  attuato è stato quello dell’iniziativa occupazionale, realizzata negli anni passati attraverso l’affidamento  alla Cooperativa sociale Rom 1995 dello spazzamento manuale delle strade, che ha dato lavoro  per anni e con successo ad un gruppo di giovani rom.
Da considerare inoltre che l’equa dislocazione abitativa delle famiglie rom  è  una politica che viene raccomandata come buona pratica dall’Unione Europea,  dalla Strategia nazionale per l’inclusione sociale dei Rom Sinti e Camminanti e dal Programma Operativo Regionale  2014-2020  della Regione Calabria .
Partendo da queste considerazioni, l’associazione ,nel mese di luglio 2016,  ha proposto al sindaco Meduri, per le famiglie ancora ghettizzate  nel campo rom,  un programma di interventi per continuare, l’equa dislocazione ed il sostegno  lavorativo e sociale, seguendo l’orientamento dell’ascolto della persona.
Per l’equa dislocazione abitativa l’associazione ha proposto questo percorso:  il censimento ufficiale delle famiglie ancora rimaste nel campo, il reperimento degli alloggi popolari necessari nel patrimonio esistente (attraverso la realizzazione  delle verifiche e delle decadenze) e  nei beni confiscasti,  le assegnazione degli alloggi  ai sensi dell’articolo 31 della legge regionale nr 32/1996, il trasferimento delle famiglie negli alloggi assegnati e la contestuale demolizione delle baracche del campo rom.
Per l’inserimento lavorativo l’associazione ha proposto:  la promozione della regolarizzazione delle attività di gestione rifiuti metallici attraverso la gestione ambulante, lo sviluppo di attività agricole con l’affidamento di  terreni anche confiscati e l’inserimento di una riserva nei bandi pubblici del Comune  per l’assunzione di soggetti appartenenti a famiglie con reddito al di sotto della soglia di povertà  .
Insieme alle proposte  di equa dislocazione abitativa e delle attività occupazionali, l’associazione ha proposto  delle azioni sociali di  sostegno per le famiglie  e un metodo di intervento che prevede l’ascolto degli utenti e la costituzione di un tavolo di lavoro per coordinare il programma coinvolgendo il Comune, i beneficiari  e le associazioni.
Dato che sono trascorsi  cinque mesi dalla presentazione della proposta senza che il Comune abbia dato una risposta , l’associazione  invita il sindaco Meduri a riconsiderare il programma proposto  e a presentare pubblicamente il progetto che  intende attuare  per la sistemazione abitativa  delle famiglie di Via del Fortino.

Antonino Giacomo Marino  - Direttivo Un Mondo Di Mondi

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