Mimmo Lucano: sul conto ho 291 Euro

Dom, 15/10/2017 - 11:00

Mimmo Lucano è provato ed è anche stanco ma non perde mai la dolcezza e il sorriso che affiora dal profondo di un animo assolutamente sereno.
Lo incontro per concordare questa intervista ma in un attimo il sindaco di Riace diventa un fiume in piena. Mai rabbioso, mai irrazionale o rancoroso. Forse mortificato, ma sempre lucido e pieno di passione.
Alcune volte dà l’impressione di non comprendere perché qualcuno gli voglia del male; perché qualcuno voglia distruggere la limpida esperienza di Riace. È assolutamente consapevole di aver operato solo a fin di bene e sembra domandarsi perché intorno a Lui stia accadendo tutto questo.
Come sta vivendo l’attuale momento certamente non tra i più felici per Riace e per Te?
Con l’animo di chi è consapevole di non aver fatto alcun male. Anzi mi correggo perché ho la consapevolezza di aver sacrificato tante persone che mi vogliono bene. Solo a loro mi sento di dover chiedere indulgenza. Non ho altre cose da farmi perdonare.
Perché le hanno mandato un avviso di garanzia?
Non lo so. So che l’esperienza di Riace ha tanti nemici tanto a livello locale che a livello nazionale. Non mi riferisco a chi indaga ma a chi ha causato, spesso mantenendo l’anonimato, le indagini. Sia chiaro, non temo le indagini.
Non le temo a tal punto che dinanzi a un’ispezione della prefettura che ha fatto indagini “a campione” ho risposto chiedendo un’indagine approfondita e integrale.
La prima, dopo aver dato atto, dell’assoluta eccellenza di Riace ha mosso alcuni rilievi critici a cui ho risposto punto per punto.
Per esempio mi si contesta di aver scelto l’affidamento diretto alle cooperative o alle associazioni di Riace. Una scelta etica e politica che abbiamo seguito sin dal 2001 senza che nessuno mai ci muovesse rilievi. I rifugiati non sono calcestruzzo e materiale inerte da affidare al migliore offerente. Sono persone umane che debbono poter interagire con persone del posto in modo che dialogando inizi un percorso di reciproca comprensione e di autentica integrazione.
Inoltre abbiamo scelto di far in modo che si formassero in Paese le professionalità necessarie. Che c’è di irregolare in tutto ciò?
Il Ministero dell’Interno e la Prefettura ci hanno sempre messo fretta e sono stati sempre a conoscenza delle nostre scelte. Non comprendo proprio perché lo “scandalo” scoppia dopo 16 anni!
Ci contestano anche di trattenere i rifugiati oltre il periodo previsto. Ma come si fa a buttare una famiglia nella strada? Come si fa a strappare un bambino dalla scuola perché il “tempo è scaduto”?
Infine, il bonus tramite “moneta locale”. È stata una scelta che abbiamo fatto nel 2008 unitamente al Comune di Caulonia. È stato un modo di liberare il rifugiato dalla “carità” quotidiana facendolo diventare cittadino. Non più l’operatore che porta a casa la busta con la spesa, ma il rifugiato che decide cosa comprare tramite una moneta locale. È una scelta sbagliata? Un motivo di spreco o peggio di possibile corruzione? Assolutamente no! Anzi sradica ogni possibilità di corruzione a danno dei migranti.
Se leggerete le nostre controdeduzioni, non troverete un solo punto della prima ispezione prefettizia che non sia stato confutato, chiarito, senza lasciare alcuna zona d’ombra.
In seguito alle mie controdeduzioni vi è stata una nuova ispezione che, dalle informazione che ho, ha detto che Riace rappresenta una assoluta eccellenza.
Senza ombre e senza macchie!
È sospetto il fatto che la prima sia stata mandata in esclusiva al quotidiano “Il Giornale” (che non è sicuramente a favore dell’accoglienza) mentre la seconda positiva sia stata secretata. Ad una mia richiesta di averne copia s’è risposto con un diniego.
Le accuse però sono pesanti?
A chi mi accusa rispondo mostrando copia del mio conto corrente postale. Il saldo in questo momento è di 291 euro.
Non ho proprietà. Non ho altri conti. Vivo soprattutto grazie a mio padre, vecchio maestro elementare, che divide la pensione tra me e mio fratello.
Utilizzo la sua pensione per mettere la benzina necessaria a lavorare per il Comune e per l’accoglienza.
Possono rovistare le carte, i documenti, le abitazioni, gli uffici ma non troveranno un solo centesimo sottratto illecitamente a favore mio o dei miei familiari.
Anzi potranno constatare che ho devoluto parte del premio
Dresda che mi è stato conferito in Germania a favore dei rifugiati.
Il premio Rendano l’ho devoluto per intero ad Amatrice.

Quindi da cosa nascono le accuse?
Da una pervicace volontà di distruggere un’esperienza positiva nata e cresciuta nell’estremo Sud.
Il riconoscimento della rivista americana “Fortune”, la lettera del Papa, il film di Fiorello che verrà trasmesso sulla Rai, l’invito in Argentina dove ho rappresentato l’Italia solidale, i tanti premi vinti, hanno dimostrato che si può fare accoglienza, si può sconfiggere il razzismo, si può bloccare l’odio verso gli ultimi.
Riace è un crocevia politico, culturale, sociale.
La campagna elettorale è alle porte e il tema dei rifugiati sarà al centro del dibattito politico nazionale.
Distruggere Riace significa dar forza all’offensiva fascista e reazionaria.

Non crede di dover fare qualche autocritica?
Sì! L’ho detto all’inizio e lo ripeto. Devo chiedere perdono alla mia famiglia per non aver dedicato loro il tempo necessario. L’ho fatto perché ho anteposto l’umanità anche ai miei cari. Perdono a mio padre a cui non vorrei dare dispiacere alle soglie della vita.
Per il resto sono assolutamente sereno!

Autore: 
Ilario Ammendolia
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