Nel bel mezzo di un gelido inverno

Lun, 19/01/2009 - 00:00

I desideri sono desideri: quando li si prova sembrano unici e personalissimi, fino a scoprire che c’è un mucchio di persone che desidera esattamente le stesse cose: una villetta, un viaggio per un’isola sconosciuta, un pic-nic in campagna. Ci si sente molto stupidi, infine, a desiderare le stesse cose degli altri, è come venire a scoprire di non essere poi tanto speciali e insostituibili. Uno dei miei desideri di sempre -di certo condiviso dalla maggior parte di noi- è un autentico Natale vittoriano, con l’albero ben addobbato con palline e lumini, i bambini che giocano nella nursery, il gatto acciambellato davanti al fuoco, i giacinti forzati nella credenza del salotto, tè, biscotti, il punch caldo, qualcuno che suona una carola al pianoforte. Il Natale arriva, ma poi delude sempre, gli auguri di pace e felicità si sprecano, ma il nuovo anno raramente ci porta buone notizie. L’inverno, poi, per noi mediterranei che viviamo in zona climatica quasi subtropicale, non ha quelle piacevolezze estetiche come la neve che imbianca le colline (ma non tanto da impedire la circolazione del traffico), il ghiaccio che forma stalattiti sulle grondaie (ma senza causare danni all’impianto di scolo), il vento che inviti a rimanere in casa davanti al camino (ma non tanto forte da far rientrare il fumo all’interno della canna, trasformando il salotto in una camera per l’affumicatura delle provole). Uno dei miei desideri è un inverno con la neve e con piante tipiche della stagione. Non so se -a tal proposito- si potrebbe scegliere meglio delle rose da bacca. Le bacche delle rose fanno venire in mente i delicatissimi acquerelli di Marjiolein Bastin, soprattutto quando un uccellino ci si posa sopra per beccarle. Le bacche delle rose sono buone per farci la marmellata e gli sciroppi, e tante di quelle cose che stanno attorno al mondo del giardino e gravitano nella sfera della domesticità, del mondo familiare e di una volta, del tempo delle stufe a legna e dei dolcetti fritti in padella. Si possono portare in casa, recise, e mettere in un vaso di terracotta smaltata, sulla credenza della cucina, magari in compagnia di un rametto di mandorlo. Per ottenere le bacche, ovviamente, non va fatta l’ultima rimonda dopo la fioritura autunnale, ma va lasciata maturare la capsula dei semi. Le varietà più adatte sono le specie selvatiche, ma anche molte varietà ibride hanno bellissimi mazzetti di bacche che durano buona parte dell’inverno. C’è un ottimo vivaio ad Arignano in provincia di Torino che le vende per corrispondenza in tutta Italia, si chiama “Rosebacche” ed appartiene al noto Maurizio Feletig. Per informazioni o per ricevere il catalogo telefonare allo 011/9462377 oppure mandare una mail a [email protected]. C’è anche il sito: www.rosebacche.it.

Autore: 
Lidia Zitara
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