Non mettete foto dei vostri figli sui social network

Sab, 21/12/2013 - 11:18

Per Facebook non è una novità: gruppi di pedofili non se ne contano. Eppure molti utenti continuano a caricare foto di figli e nipoti. Il rischio è alto, come testimoniano le numerose indagini della Polizia Postale, che in Italia si sono concentrate proprio su Facebook. L'allarme ora si estende a Flickr, il noto sito di image hosting, fino a qualche mese fa considerato luogo di nicchia di fotografi blasonati e appassionati pluripremiati. Da qualche tempo Flickr ha infatti eliminato le limitazioni di spazio, consentendo a tutti di caricare un Terabyte di foto in modo gratuito. Nel far questo però ha cambiato il sistema di visualizzazione, prima molto sofisticato, adesso un po' ridondante, ma con il pregio di poter vedere “a pioggia” le foto degli amici. Sono così spuntate immagini ben più che allusive, che del nudo artistico non hanno nulla.  Ma non basta, perché in mezzo a donne un po' discinte e baldi giovani sotto la doccia, sono comparse foto di bambini sorridenti e ammiccanti. Le foto sono evidentemente posate e non hanno nulla dello scatto domestico a figli o nipoti. Quello che in un primo tempo poteva essere un sospetto diventa atrocemente chiaro se si seguono gli account collegati. Foto in comune (rubate o prestate, non si sa), soggetti analoghi, particolari morbosi, come mani o piedi, tag che suscitano sospetto. Inframmezzate a foto peraltro belle, compaiono immagini di qualità e “mano” totalmente differente, raffazzonate, in cui i bambini sono passati in rassegna, esposti come avverrebbe per un qualunque articolo da acquistare su ebay.  Contando su un anonimato che Facebook non permette, non mancano strategie di marketing abbastanza raffinate, adatte ad un cliente esigente e disposto a spendere. Le immagini vengono caricate in serie: la foto di un gatto, quella di un bambino col gatto, solo il bambino, la carta di credito. Foto scattate anche con certa sapienza e una attrezzatura professionale, ma dall'insieme decisamente poco artistico. Alcune sono più esplicite: una bambina con un dolcino in mano che dice: “Sto mangiando un biscotto che mi ha dato mio nonno, non ditelo a mia madre!”. Molto spesso ai bambini viene associato un nome, come un codice d'acquisto, nomi semplici, brevi, facili da ricordare e soprattutto comuni, per non dare nell'occhio.  La comunicazione attraverso immagini è estremamente complessa e i pedofili su Flickr ne hanno fatto una vera e propria “lingua”. Fiori, uccelli, insetti, frutta, animali, alcuni tipi di paesaggio, sono considerati segnali da chi vuole vendere o acquistare. Ecco perché è prudente non inserire foto dei propri figli, soprattutto se hanno un'età attorno ai 4-6 anni e sono tenuti in braccio. Questa posa è particolarmente comoda per un veloce fotoritocco che consente di trasferire il bambino dalle vostre braccia a quelle di un pedofilo. Sconsigliati i primi piani e tutte le foto in cui il viso del bambino sia perfettamente riconoscibile. Le foto possono essere salvate e utilizzate come materiale pedo-pornografico. Le conseguenze sono potenzialmente devastanti, poiché anche a distanza di anni il materiale è reperibile sulla rete internet.   Attualmente non è in corso nessuna indagine ufficiale su Flickr, ma alcuni blogger raccontano di essere stati contattati o infastiditi da pedofili, o di aver riscontrato una forte attività sui ritratti dei propri figli. Il contatto avviene per via privata, solitamente si racconta di essere stranieri e non conoscere bene la lingua, di avere un figlio o una figlia della stessa età, e che sarebbe bello se potessero fare conversazione nella lingua madre. Con questa scusa si avvia un duplice contatto con il proprietario dell'account e con il bambino. Essendo Flickr al di sopra di ogni sospetto, e la messaggistica istantanea solitamente poco usata, questo tipo di contatto non veniva subito classificato a rischio, come invece avviene su Facebook, e conquistarsi l'attenzione, quando non la fiducia, di una potenziale vittima, era un procedimento lento ma fruttuoso.  Tutto questo è stato portato alla luce dalla nuova appearance del sito, contro la quale in molti hanno vivamente protestato, migrando sul sito Ipernity.  Flickr era un sito “di nicchia”, e come tale aveva preso poco piede in Italia, per cui non ci sono stati fenomeni gravi. Non si può che auspicare una maggiore attenzione da parte delle Forze dell'Ordine anche verso siti meno accorsati, che fanno del loro elitarismo un punto di forza, indirizzandosi verso una clientela con maggiore potere d'acquisto.

Autore: 
Lidia Zitara
Rubrica: